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-- GHOST --

PRIMO SETTEMBRE


<Ginny! Alza le chiappe!> Erano le 10.30 di mattina e in meno di mezz'ora sarebbe partito l'Hogwarts Express. Hermione scuoteva la più piccola di casa Weasley, incapace di svegliarla. <Devi muoverti! Tra trenta minuti parte il treno!> Erano più di dieci minuti che tentava di svegliarla, ma non ne voleva sapere. Si portò una mano tra i capelli. Iniziava a contemplare l'idea di un omicidio.  <Ginevra Molly Weasley, se non ti alzi dovrai aspettare altri tre mesi per baciare Harr-> In pochi secondi la ragazza aveva già indossato i vestiti e si era acconciata i capelli. Hermione la guardò sconvolta, seguendola al piano inferiore. Erano infatti tre mesi che non vedevano il giovane Potter. Dopo il terzo anno, Sirius era stato molto impegnato dentro e fuori dai tribunali, ma, una volta superato il processo e la guerra, aveva chiesto a Harry di andare a vivere con lui a Grimmauld Place. Un'estate senza Harry, e la situazione era catastrofica. Addentata una fetta di pane e marmellata, le due ragazze si smaterializzarono a Londra, nella casa d'infanzia di Hermione. L'avevano usata molto come tramite tra la Londra Babbana e quella Magica, specie quando la rossa trascinava Hermione per i negozi. Corsero mano nella mano verso la stazione di King's Cross e una volta superato il muro che li divideva dalla piattaforma 9 3/4, salirono ridendo a bordo del treno. Il moro le aspettava nel loro solito vagone. <Oh, Harry! Come mi sei mancato!> Ginny si fiondò tra le braccia del suo fidanzato, mentre Hermione prendeva posto davanti a loro. La riccia distolse lo sguardo, portandolo oltre il finestrino. <Ma... Ron?> Hermione si girò di scatto. <Credo che il tuo gufo non sia arrivato a destinazione, Ginny.> la rossa scrollò le spalle, indifferente. Non gliene importava un fico secco di quel demente di suo fratello. <Perché mi avevate spedito una lettere?> Hermione si portò la mano al medaglione che teneva al collo, continuando a guardare il paesaggio. Lo fece scorrere sul catenella. <Un mese fa mi ha chiesto di metterci insieme...> prese un profondo respiro. <... ha detto che mi amava e cose del genere. Ma ti rendi conto? Solo perché ci siamo scambiati un bacio nella Camera dei Segreti! UN bacio!> Il moro la ascoltava silenzioso, rigirandosi la bacchetta tra le mani. <Gli ho detto di no, che non lo amavo. Cioè, lui ci vedeva già belli che sposati con 20 figli appresso. Ma che sono io? Un' incubatrice?!> Il ragazzo sopravvissuto sorrise, sistemandosi gli occhiali sul naso. <E allora lui la mattina dopo se n'era andato. Come un codardo, un vigliacco. Ha rinnegato la sua presenza a Molly, che ora come non mai ha bisogno dei suoi figli. E per cosa? Per il rifiuto di una ragazza? Ma per piacere...> Harry si grattò la testa, lanciando uno sguardo alla ragazza dormiente al suo fianco. <Ginny dorme, chissà a che ora si è svegliata stamattina...> Hermione lo guardò sconvolta. Aprì la bocca un paio di volte, richiudendola subito dopo. Meglio lasciar perdere. <Herm...> la ricci incrociò le iridi verdi e sincere del suo migliore amico. <... qual'è la verità? Sei innamorata di un altro, non è così?> Hermione non rispose, ma distolse lo sguardo. E questo, per il moro, valeva mille parole. <No, Harry. No...>.

***

La cerimonia dello smistamento fu un fiasco totale. 15 ragazzini finirono in Serpeverde e soltanto 4 in Grifondoro. Un umiliazione e un delusione non da niente. Prima di iniziare la cena la McGranitt, nuova preside, prese la parola. <Non voglio sostituire Silente, sarebbe impossibile, ma voglio onorarlo ed eseguire le sue richieste. Peraltro...> Hermione smise di ascoltare. Stava pensando a tutt'altro. A quello che le aveva detto Harry in treno, principalmente. Il moro, come sempre, l'aveva capita al volo. E questo la spaventava. <Secondo voi quanti anni ha?> La riccia si girò verso Seamus, l'artefice della domanda. Scrollò le spalle, disinteressata, e ritornò nei suoi pensieri. <Ne avrà 70, 80 magari.> Seamus annuì, convinto e grato della risposta. <...Corvonero Anthony Goldstein, Tassorosso Hannah Abbott, Serpeverde Draco Lucius Malfoy e Grifondoro Hermione Jean Granger.> Hermione alzò la testa di scatto, seguita dagli altri tre ragazzi che, come lei, non stavano prestando ascolto. Stupiti e confusi si alzarono. Harry diede una carezza sul braccio ad Hermione. Forza le mimò. La riccia si lisciò la gonna, in evidente imbarazzo. Non riuscì a trattenersi, alzò lo sguardo cercando il SUO. Quando incontrò le iridi grigie del principe Serpeverde, arrossì. La preside li fece salire sul piccolo palchetto di legno e uno per uno, mise loro al petto la spilla da Caposcuola. Strinse la mano alla sua 'cadetta' e cominciò ad applaudire, seguita a sua volta da tutti gli studenti e gli insegnanti. Hermione e e gli altri neo-caposcuola tornarono ai loro posti, ricevendo abbracci e congratulazioni. <Avrai una camera singola.> disse Blaise al suo migliore amico, ricevendo soltanto una scrollata di spalle. <Camera singola... ma dormitorio comune.> Il moro annuì, continuando a mangiare. Nel frattempo al tavolo Grifondoro Ginevra stringeva la riccia in un abbraccio affettuoso. <Buona fortuna Herm. Dovrai praticamente 'convivere' con quel biondo ossigenato.> Hermione rise, seguendo poi la McGranitt fuori dalla Sala Grande. <Caposcuola, con me!> i ragazzi si addentrarono lungo corridoi mai esplorati, fino a giungere in un'ala particolarmente lussuosa del castello. Hermione  stringeva, forse troppo forte, l'estremità della sciarpa rosso-oro. Si mordicchiava il labbro nervosa, arrossendo qual volta si avvicinasse di un millimetro in più al biondo. Giunsero in fondo ad un corridoio illuminato debolmente da qualche fiaccola. Due quadri si fronteggiavano, mentre le donne raffigurate bevevano e mangiavano. <Oh buonasera Minerva. Loro devono essere i nuovi prefetti!> Squittì il ritratto di sinistra, lanciando un'occhiata sorpresa ai 4 caposcuola. <Oh sì, ma che bello. Benvenuti ragazzi!> Entrambe erano accondiscendenti e gentili. Nulla in confronto alla Signora Grassa. Hermione le guardò curiosa. Forse erano sorelle data la particolare somiglianza.  <Millicent, Jillian, loro sono Hermione, Draco, Hannah e Anthony. Avete già pensato alla parola d'ordine?> Le due donne si guardarono sorridendo. <Sì, allora, per i ragazzi è "Succo di zucca", quella dei professori gliela dico dopo.> Hermione si portò la mano alla fronte. Ecco chi si inventava quelle stupide password. <La ringrazio. Allora, i vostri dormitori si trovano di qua.> Millicent fece un risolino e aprì un passaggio, cigolando.

***

Un corridoio angusto e scarsamente illuminato si apriva in una stanza circolare, decorata con i quattro colori delle casate. Davanti all'enorme camino erano posizionate quattro poltrone, una per ogni colore. <Le vostre camere sono molto particolari. Funzionano più o meno come la stanza delle necessità. Vi faranno apparire tutto ciò che vorrete. Prego, signorina Abbott.> L'anziana professoressa indicò con un cenno quattro porte differenziato dallo stemma delle diverse case. Hannah aprì la porta della sua stanza, sorridendo entusiasta. Legno chiaro, tende gialle e un cavalletto nell'angolo. Toccò poi al caposcuola della casata di Priscilla Corvonero. Pavimento scuro, tende blu, tavolo da scrittura. Hermione fece una smorfia contrita. Che fantasia, pensò. <Signorina Granger...> La riccia appoggiò la mano sulla maniglia e la abbassò lentamente. La stanza era proprio come l'aveva immaginata. Nella parete davanti alla porta c'era un enorme camino, le pareti erano completamente ricoperte da librerie colme di volumi, nel centro c'era un letto a baldacchino con le trapunto rosse e dietro la porta una poltrona del medesimo colore. Hermione sorrise, gonfiando il petto in un moto d'orgoglio. <Ottimo, direi. Signorino Malfoy.> Il biondo ghignò, aprendo con sicurezza la porta. Era esattamente come le altre ma i colori predominanti erano il nero, l'argento e il verde. Sorrise sornione notando la faccia sconvolta della McGranitt. La preside fissava l'angolo in fondo a sinistra, dove faceva bella mostra di se un ricco angolo bar. Quando riuscì a ricomporsi, la professoressa drizzò le spalle e si piazzò nel centro della sala comune, attorniata dai quattro ragazzi. <Bene, questo è tutto. Ah, signorino Malfoy, si ricordi che siamo a scuola, buona serata.> Minerva sparì oltre il quadro, lasciando i ragazzi a se stessi. Hermione li guardò uno ad uno, soffermandosi particolarmente su Malfoy, che ghignante, fissava il fuoco nel camino. Lo immaginò sorridente e non con quella smorfia di disprezzo in volto. Arrossì quando incontrò i suoi occhi grigi e mormorando un flebile 'Buonanotte' si ritirò nella sua camera. <Merlino...> sussurrò dirigendosi nel bagno. Fece una doccia calda, sperando i calmare i bollenti spiriti e, dopo mezz'ora a tentare di pettinare i capelli, decise di lasciarli umidi e sciolti sulle spalle. Indossando una semplice e striminzita vestaglia da notte, prese un libro mai letto dallo scaffale e si diresse nella piccola Sala Comune, che le ricordava così tanto quella Grifondoro. Si sedette su una poltrona e cominciò a leggere, immergendosi in quel mondo drammatico e romantico che descriveva Shakespeare. 


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𝗚𝗛𝗢𝗦𝗧  𝗗𝗿𝗮𝗺𝗶𝗼𝗻𝗲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora