(Rachel)
Finalmente era arrivata domenica, dove ci sarebbe stata la prima partita del campionato maschile di hockey su prato. Mi ero messa d'accordo con Nina e Pamela di andare a vedere i ragazzi giocare. Ero già uscita di casa. Stavo per arrivare al centro sportivo quando vidi le mie amiche attraversare la strada proprio di fronte. Scesi dalla bici e andai a salutarle. Facemmo l'ultimo pezzettino di strada assieme, in seguito legai la bici e infine andammo al campo. La squadra era già lì per il riscaldamento e l'allenatore gli parlava freneticamente, sembrava parecchio agitato. C'era anche la squadra avversaria che si stava allenando in qualche tiro in porta e bisognava dire che il portiere era alquanto imponente. A breve sarebbe iniziata la partita gli arbitri stavano controllando le porte e l'allenatore aveva radunato i ragazzi per dirgli le ultime cose. Pamela stava preparando la sua macchina fotografica, aveva una gran passione per le fotografie e aveva deciso di fare qualche scatto durante la partita. Inoltre avrebbe potuto fare delle belle foto al suo ragazzo, così da appenderle in stanza.
"Fiiiuuu" ecco che l'arbitro aveva dato il via. Entrambe le squadre stavano giocando in modo passivo. Il gioco era molto lento. Probabilmente volevano studiare un po' il comportamento degli avversari. Ogni tanto la nostra squadra provava a fare qualche rapida azione offensiva per vedere come se la cavava la loro difesa. Sembrava quasi di guardare una partita a scacchi. Il mio sguardo si posò sull'allenatore che stava seduto sulle panchine di fronte a noi con uno sguardo serio e concentrato. Non diceva più un parola, stava lì fermo con le braccia incrociate. Poi mi voltai verso l'allenatore degli avversari. Lui era in piedi e camminava avanti indietro parlando con i suoi giocatori in panchina.
Il gioco rimase piatto e così finì il primo tempo.
Dopo i due minuti e mezzo di pausa ricominciò la partita. Sembrava di vedere un'altra squadra. I nostri avevano iniziato a essere molto offensivi e provavano di tutto per poter entrare in area. Riuscirono anche a tirare parecchie volte in porta, però senza avere successo.
"Forza Elias!" sbraitò la sua ragazza "È davvero molto bravo il portiere non c'è nulla da dire" disse lei rivolta verso di noi.
"Finché non iniziano ad attaccare gli altri potremmo ancora farcela..." aggiunse Nina irrequieta.
"Dai non preoccupatevi. Andrà tutto bene. Sono certa che Elias riuscirà a segnare e che Milo non ne lascerà passare nemmeno una in difesa" dissi io con più convinzione che potevo.
Ricominciammo a seguire la partita. Pamela continuava a scattare foto ai giocatori. Ero certa che le avrebbe portate in segreteria per poi farle mettere sul giornalino e sul sito della scuola. Secondo il mio parere avrebbe dovuto farsi pagare, ma era troppo modesta per chiedere qualcosa in cambio. Avrebbe potuto proporsi come fotografa ufficiale e andare a fare scatti in tutti gli sport che offriva la scuola. Sicuramente avrebbe racimolato un gruzzoletto interessante.
"Siii!" l'urlo di Pamela mi riscosse dai miei pensieri "Ha segnato e sono anche riuscita a fargli la foto sul tiro" aggiunse tutta compiaciuta.
Finalmente eravamo in vantaggio e questa superiorità diede uno slancio a tutta la maschile. Iniziarono ad attaccare più pericolosamente. Notai subito che Flurin stava prendendo in mano le redini del gioco come allo scorso allenamento. Stava tirando fuori il meglio di sé. Quasi quasi lo avrei potuto vedere nella parte del capitano, se solo non fosse così timido. Eppure l'hockey mostrava il meglio di lui. Lo vidi combattere con tanta energia e gestire in modo impeccabile il centro campo indirizzando i suoi compagni quando necessario e dando la possibilità a Elias di segnare altre due volte. Milo in tutto ciò sorrideva come un bambino e si godeva il gioco.
I giocatori dell'altra squadra non rimasero lì a guardare come stavano venendo battuti e tirarono fuori altrettanta energia mentre giocavano.
"Posso guardare le foto?" chiesi a Pam alla fine del secondo tempo.
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Un anno di conquiste
RomanceUna serata al lago, un tramonto, i miei migliori amici, dei desideri, degli obbiettivi. Tutto quello che ci sarebbe successo non lo conoscevamo ancora. Avevamo molti sogni e speravamo di realizzarli senza distrazioni. Avevamo solo un anno per farlo...