Capitolo diciannove

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(Ryan)

"Ehi, ho chiesto alla nostra compagna gnocca di accompagnarmi al ballo. Ha acconsentito. Ti consiglio di muoverti o le migliori saranno prese" lessi il messaggio che mi era arrivato dal mio migliore amico, era proprio incorreggibile. Pensai anche che non avesse tutti i torti, ma a me non interessava di prendermi le migliori, a me interessava solo una ragazza. O meglio, l'unica con cui avessi una specie di amicizia seria. Si sarebbe prospettata una serata divertente e sicuramente, se ancora libera, l'avrebbe preso bene l'invito perché non me la immaginavo una troppo presa da tutti questi cliché. Quindi sarebbe potuta uscire una serata molto tranquilla e allo stesso tempo di grande valore, che avrebbe potuto accentuare la nostra amicizia e forse ci sarebbe scappato anche un bacio. Mi sembrava ora di farle capire le mie intenzioni e il ballo sarebbe potuta essere l'occasione giusta.

L'indomani a scuola passai dal corridoio degli armadietti e mi soffermai davanti al suo. Scrissi un biglietto e lo imbucai nella fessura dell'anta. Poi mi avviai in classe e iniziai a seguire le lezioni.

(Rachel)

"Rachel muoviti!" mio fratello stava gridando di prima mattina, lui era già fuori. Aveva finito di caricare l'auto con gli strumenti e mi stava aspettando nervosamente a braccia conserte e sbattendo in continuazione la punta di un piede. "Se non arrivi in dieci secondi parto senza di te e puoi arrivare all'ospedale in bus".

Will era molto stressato questa mattina perché ci sarebbe stata l'audizione per poter suonare al ballo di Natale. Gli avevo chiesto di accompagnarmi dal medico per il mio controllo prima di andare a scuola, ma mi stavo già pentendo della mia scelta. Mi buttai a capofitto fuori di casa e mi accorsi che correre non era proprio un'idea geniale con le stampelle e che ero certa di pentirmene presto. Salì in auto e non proferii parola per non innervosirlo ulteriormente. Durante il tragitto Will passò a recuperare alcuni membri della band. Arrivata all'ospedale salutai tutti e gli augurai buona fortuna, uscii dal veicolo ed entrai in sala d'attesa.

Finalmente ricevetti delle ottime notizie. Potevo togliere le stampelle e tenere su solo una cavigliera, iniziare con la fisioterapia e durante le vacanze di Natale avrei potuto ricominciare ad allenarmi. Non vedevo l'ora. Un'ulteriore cosa positiva è che per fortuna al ballo non sarei dovuta stare in stampelle e avrei potuto ballare con prudenza.

Dopo l'appuntamento andai a scuola, avevo perso un paio d'ore, ma non era un problema visto che ero giustificata. Prima di andare a lezione passai dall'armadietto per prendere i libri necessari e quando aprii lo sportello vidi cadere un foglietto piegato. Mi abbassai a prenderlo e lo lessi:

Ho bisogno di parlarti, quando hai finito le lezioni raggiungimi al porto.
PS: che fortuna che hai ancora le chiavi :)

Era Ryan, senza dubbio, risi sotto i baffi al ricordo della scena con le chiavi. Presi quello che mi serviva e richiusi l'anta per poi avviarmi a lezione e raggiungere i miei amici.

Durante la pausa pranzo raccontai bene ai miei migliori amici cosa mi avesse detto il medico e gli raccontai pure l'aneddoto del biglietto di Ryan. Tamara era felicissima per me diceva già che mi avrebbe invitata al ballo e mi propose subito di andare a fare shopping nel weekend per comprare, abito, scarpe e borsetta. Acconsentii, chiesi scherzosamente a Milo se volesse accompagnarci, ma lui disse che desisteva dell'invito e che il completo l'aveva già, non gliene serviva più di uno.

Dopo aver seguito anche le lezioni del pomeriggio salutai i miei amici e camminai verso il porto. Ero un po' agitata effettivamente. Non sapevo molto cosa aspettarmi, in fondo sapevo che probabilmente mi avrebbe invitata al ballo, ma se non fosse stato così ci sarei rimasta un po' male perché oramai mi ero illusa. Scacciai i miei pensieri dubbiosi e sfoggiai un sorriso sincero, ero davvero molto felice di vederlo. Scese dalla barca su cui stava trafficando e mi raggiunse sul molo. Inizialmente mi chiese come stessi e mi fece delle domande perché notò che non avevo più le stampelle. Poi cambiò tono ed espressione e me lo chiese, mi chiese di accompagnarlo al ballo. Per mia fortuna non l'aveva fatta sembrare una proposta di matrimonio, non mi piacevano tutte queste smancerie. L'aveva presa alla leggera senza girarci troppo intorno. Io ovviamente acconsentii e gli lasciai un bacio sulla guancia. Mi soffermai a guardarlo negli occhi. Probabilmente era solo la foga del momento, ma qualcosa dentro di me mi diceva di baciarlo sulle labbra, su quelle sottili labbra che parevano tanto invitanti. Tutto di lui mi faceva sentire strana, attratta. Ryan interruppe quel momento con delle parole.

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