(Ryan)
"Hai finito di stampare?" mi chiese Leon sbuffando.
"Sì, ho finito. Possiamo andare a distribuirli" risposi uscendo dalla stamperia per raggiungere il mio amico. Questo fine settimana si sarebbe tenuta una competizione di vela presso il lago che si affacciava sul centro sportivo. Noi volevamo sponsorizzare la gara dando in giro dei volantini con su scritte le informazioni principali. A breve avrebbe suonato la campanella del pranzo il momento migliore per girare nel corridoio degli armadietti e lasciare alle persone qualche depliant.
"Okay dividiamoci. Tu vai a sinistra e io a destra" dissi passandogli la metà dei volantini.
"Va bene. Quando finisco il corridoio salgo di un piano e ci incrociamo a metà" mi rispose. Gli feci un cenno con il capo e iniziammo la distribuzione. Come avevo previsto il corridoio brulicava di sportivi. Non sapevo se ce ne fossero di davvero interessati. Solitamente ogni sportivo pensava solo al proprio sport, ma necessitavamo di farci un po' di pubblicità perché il pubblico era spesso molto scarso. Mentre percorrevo il corridoio la scorsi. Rachel era da sola e stava aprendo l'armadietto. Andai dritto verso di lei e aspettai che mi notasse appoggiato alla fila degli armadietti di fianco nascosto dietro alla sua porticina.
"Oddio che spavento!" disse facendo un salto indietro quando mi vide dopo aver chiuso lo sportello "Non ti avevo visto".
"Scusa non volevo spaventarti. Stavo dando in giro dei volantini per la regata di questo weekend" le risposi passandogliene uno.
"Ah, grazie" si mise a leggerlo stupita.
"Quindi verrai a vedermi?" le chiesi con uno sguardo provocatorio.
"Ehm, in effetti non ho partite sabato..." rispose titubante.
"Ottimo, perché non esigo un no come risposta. Mi servi nel mio fan club. Ci si vede lì allora" senza che potesse aggiungere altro mi voltai e iniziai a distribuire volantini ad altre persone.
Direi che era andata bene. Ero riuscito a invitare una ragazza alla competizione e mio nonno sarebbe potuto essere felice per me. Era stato più semplice del previsto poi. Anche se non le avevo dato troppo la possibilità di scegliere. Per me era importante che venisse non avrei davvero accettato un rifiuto. Ora mi sarei dovuto allenare al centodieci per cento per fare bella figura in gara. Dovevo mantenere alta la mia reputazione anche ai suoi occhi. L'anno scorso me l'ero cavata egregiamente al fianco di Leon. In fondo erano necessari degli ottimi risultati per poter vincere qualche borsa di studio per andare a studiare in una qualche nazione interessante anche per la vela. Quindi avrei chiesto al mio amico se gli andava di allenarci una volta in più questa settimana. A ogni gara venivamo valutati da esperti nel campo velistico. Parlavano con i nostri istruttori e ci aprivano le porte nel mondo al di fuori del liceo. Visto che io e mio nonno eravamo abbandonati a noi stessi ambivo tantissimo a una borsa di studio. Il mio sogno era di riceverne una che mi portasse in Australia.
*
L'allenamento era finito e anche la barca era sistemata al molo. Salutai Leon per poi andarmene a casa a cavallo della mia moto. Arrivato entrai in casa e cercai subito mio nonno per sapere come fosse andato in ospedale.
"Nonno, sono tornato. Come sono i risultati della visita?" chiesi un po' allarmato.
"Tranquillo caro. È tutto a posto. Non sono peggiorato" mi rispose mettendomi una mano sulla spalla.
"Nemmeno migliorato" aggiunsi a bassa voce scuotendo la testa. Mio nonno era tutto quello che mi rimaneva. Avere diciannove anni ed essere adulto non voleva dire che me la sarei cavato completamente da solo.
"Dai non preoccuparti. È già buono per uno della mia età" mi disse con un sorriso rassicurante.
"Va bene. Comunque anch'io ho una notizia positiva per te. Ho invitato una ragazza alla mia regata" gli occhi di mio nonno s'illuminarono di gioia.
"Questa si che è una bella notizia. Non dimenticarti di presentarmela un giorno" e mi fece l'occhiolino.
"D'accordo" mi veniva da ridere. Mio nonno s'interessava molto alla mia vita sociale. In fondo non mi dispiaceva come cosa. Lui era la persona più vicina a me assieme a Leon, ma la famiglia rimane comunque la famiglia. Sono le persone a cui si può raccontare qualsiasi cosa. Decisi di non disturbarlo ulteriormente e andai a prendere il guinzaglio di Rex per portarlo a fare un giro.
(Rachel)
"I like your smile, I like your vibe, I like your style. But that's not why I love you. And I, I like the way, you're such a star. But that's not why I love you, hey..." ero in camera distesa sul letto, stavo ascoltando della musica e stavo riflettendo su quanto accaduto oggi. Non avevo ancora detto nulla ai miei migliori amici di Ryan, che mi aveva invitata alla regata, ma sapevo per certo che non volevo andarci da sola. Non sapevo bene come spiegargli la situazione. Il tutto era successo troppo in fretta dovevo ancora elaborare l'accaduto. Era proprio una persona particolare, era piombato improvvisamente davanti a me con quel sorrisetto strano e mi aveva invitata così alla sua regata? Eppure non mi usciva dalla testa. Continuavo a rigirarmi sul letto e ogni mio pensiero era dedicato a lui. Non capivo le sue intenzioni e non conoscevo nulla di lui. La cosa mi metteva in soggezione, forse non avrei dovuto accettare. Avevo già poco tempo così figuriamoci se ora dovevo andare a vedere tutte le regate di uno sconosciuto. Non avevo nemmeno il suo numero di telefono e non ci eravamo messi d'accordo su nulla, avevo solo il suo volantino. Scesi dal letto e andai a prenderlo dalla borsa. Era un foglio A5 con su scritto la data e gli orari delle diverse competizioni. Non sapevo nemmeno in che gruppo fosse. Decisi quindi di essere lì per l'inizio della prima regata. Tanto erano tutte programmate per il pomeriggio. Appoggiai il foglietto sulla scrivania e decisi di provare a dormire e cercare di dimenticarlo. Mi preparai per andare a letto e dopo molto tempo riuscii ad addormentarmi.
*
La settimana fu abbastanza stressante stavano iniziando tutti i blocchi di verifiche e quindi avevo molto da studiare. Inoltre, gli allenamenti erano molto duri perché si stava avvicinando la prima partita della stagione della femminile giocata in casa e la pressione stava diventando palpabile. Per fortuna mi trovavo spesso con Tamara per aiutarci a studiare. Dopo scuola veniva sempre da me e ogni tanto mi chiedevo se venisse davvero perché volesse studiare con me o se non fosse solo per vedere Christian. Mi dava un po' fastidio ogni tanto. Soprattutto perché poi lei non gli rivolgeva neppure la parola. Li salutava sventolando la mano senza proferire parola e poi entravamo in casa e ci mettevamo sui libri. Quando i ragazzi finivano di suonare tornavano subito a casa e quindi non li vedevamo nemmeno più. Finché era contenta lei andava tutto bene tanto.
Il mio appuntamento settimanale con Flurin era rimasto. Era ancora a casa sua, ma questa volta senza cena. Avevamo fatto circa un'ora e mezza di esercizio fisico con l'aiuto dei pesi e gli elastici che aveva. Non c'era molto tempo per parlare poiché il mio obbiettivo era chiaro migliorare e quindi anche lì mi spingevo al limite. Di conseguenza non avevo anche le forze per tenere una conversazione durante lo sport. Forse stavo esagerando, ma non volevo lasciarmi distrarre da nulla. Non appena finimmo tornai diretta a casa senza soffermarmi a lungo anche perché non mi sembrava il caso di usare sempre il suo bagno per farmi la doccia, potevo benissimo farla a casa mia. Era la seconda volta che andavo da lui e si vedeva che si stava sforzando ad essere sempre più disinvolto, ero quasi fiera di lui, infatti non riuscivo a fare altro che sorridergli e parlare molto per spronarlo a conversare e a raccontarmi più cose su di lui. Ero anche molto stressata in questo periodo e non riuscivo a concentrarmi, c'erano mille cose a cui pensare che mi distraevano dallo sport e pensare anche di aiutare Flurin stava diventando forse un po' troppo.
Pensai che il piano migliore sarebbe stato concentrarmi esclusivamente su me stessa fino alle vacanze autunnali. Dopo la regata avrei ricominciato ad allenarmi seriamente e senza distrazioni. Durante le vacanze, dove avrei avuto più tempo libero, sarei riuscita a conciliare meglio i compiti, qualche sessione di corsa, resistenza e forza, e anche gli amici.
STAI LEGGENDO
Un anno di conquiste
RomanceUna serata al lago, un tramonto, i miei migliori amici, dei desideri, degli obbiettivi. Tutto quello che ci sarebbe successo non lo conoscevamo ancora. Avevamo molti sogni e speravamo di realizzarli senza distrazioni. Avevamo solo un anno per farlo...