Capitolo ventitré

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(Rachel)

Mi ero ripresa completamente dalla serata di Capodanno. Ero di nuovo riposata e sfruttavo le mie giornate produttivamente. Ciò voleva dire che mangiavo sano, mi allenavo, suonavo di nuovo regolarmente il piano e m'impegnavo a studiare per scuola. Il punto negativo in tutto questo è che Jenn era tornata dalle vacanze e questo comportava per me di vederla quasi ogni giorno. In realtà era da me, ma la vedevo poco visto che si chiudeva in camera con mio fratello per ore. Quando erano assieme non osavo passare davanti alla porta della sua camera, poiché sapevo benissimo come passavano le giornate e io volevo semplicemente ignorare la faccenda. Me ne stavo per i cavoli miei in camera oppure in sala. Fortunatamente le nostre stanze erano su due lati opposti del piano, separati da un corridoio lungo almeno una decina di passi e quindi mi sentivo fuori pericolo. Ciononostante, sapere che Will e Jenn se la spassavano beatamente mi faceva venire voglia di fare altrettanto, o almeno uscire con qualcuno e fare qualcosa di divertente. Tamara usciva sempre con Christian, come c'era da aspettarselo, Milo era andato in montagna per il resto delle vacanze, così da poter andare in snowboard, visto che gli piaceva tanto e niente ciò voleva dire che i miei migliori amici con cui me la spassavo di più erano occupati. Quindi il mio primo pensiero di papabile candidato per uscire era Ryan. In fondo la nostra amicizia era volta anche ad arrivare a uno scopo preciso, simile a quello di mio fratello e la sua amichetta. Il problema stava nel fatto che Ryan rifiutava sempre le mie proposte di uscire, diceva che era molto impegnato con suo nonno, che stava spesso male e potevo anche capirlo. Però allo stesso tempo mi pareva anche un po' un provarci e poi ritrarre subito la mano e quindi non ero molto convinta della situazione. Sembrava che mi rimanesse davvero solo Flurin e infatti tra poco ci saremmo visti per andare a correre attorno al lago. Mi vestii sportivamente, presi la bici e pedali verso il luogo d'incontro. Non ci eravamo ancora visti da Capodanno perché erano passati solo pochi giorni e non è che io e Flurin ci allenassimo tutti i giorni assieme. La settimana scorsa ci eravamo visti due volte, ma non avendo nessun'altro con cui uscire gli avrei forse proposto di vederci anche una terza volta. Tanto mi sarei allenata in ogni caso, con o senza di lui.

Arrivai al lago, legai la bici da qualche parte e raggiunsi Flurin che era già lì ad aspettarmi. In effetti ero un po' imbarazzata a vederlo, non sapevo bene come salutarlo, quindi decisi che era meglio incominciare il prima possibile a correre.

"Ciao, iniziamo quindi?" chiesi velocemente.

"Sì, sì, certo" rispose lui e uno a fianco all'altro iniziammo a correre. C'erano diverse persone che passeggiavano attorno al lago e quindi il più delle volte mi faceva passare davanti e correvamo in fila. Quando invece era possibile ci rimettevamo alla stessa altezza. Mentre correvo continuavo a pensare se ci fosse bisogno di chiarire qualcosa o meno, si sentiva una leggera tensione, conoscendolo si stava sentendo a disagio pure lui. Diciamo che la cosa che mi irritava di più della storia era il fatto di non ricordarmi bene gli avvenimenti, non mi dava fastidio il fatto che mi avesse vista in mutande, alla fine non era una cosa così strana e scandalosa, ma non sopportavo il fatto di essere stata in quello stato poco lucido. Almeno se fosse successa una cosa simile sarebbe stato perché in un certo senso lo volevamo e avrei potuto apprezzare il momento. Mi chiedevo a cosa avrebbe potuto pensare Flurin in quel momento. Risi sotto ai baffi e lui se ne accorse.

"A cosa pensi? Perché ridi?" chiese curioso.

"Meglio che non lo sai" risposi cercando di trattenere le risa.

"Ora devi dirmelo, non è giusto così" poverino era davvero impaziente di saperlo. Forse sarebbe stata comunque una buona cosa parlargli e poter rendere la notte insieme un aneddoto divertente anziché una situazione di disagio.

"Mi stavo chiedendo se ti è piaciuto vedermi nuda" dissi in modo molto diretto, alla fine non è che mi facevo grandi problemi. Se mi trovavo bene con una persona avevo il coraggio di chiedergli tutto.

Un anno di conquisteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora