DELIA

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Nel villaggio viveva una giovane fanciulla, di nome Delia, alta e snella, dai lunghi ondulati capelli castani e dagli occhi nocciola.

Scese i tre scalini mal messi del portico di casa, fece una giravolta e annusò con piacere una rosa rossa del suo giardino.
Canticchiava a bassa voce.
Aprì il cancello di legno e si ritrovò nella via principale, ciottolata e dissestata.
Si strofinò le maniche lunghe dell'abito rosa e si strinse il grembiule bianco dietro alla schiena, formando un vaporoso fiocco.

Un passante la salutò con un grande sorriso. «Salve, buon pomeriggio.»

«Buon pomeriggio anche a lei», ricambiò la fanciulla con lo stesso sorriso.

Risultava gentile ed educata agli occhi di tutti i compaesani.

Viveva sola con la madre.
Suo padre era morto ruzzolando giù da una rupe. Il corpo non era mai stato recuperato e così l'aveva lasciata sola. Le mancava molto. Non mostrava mai la sua sofferenza e la sua fragilità, ma alcuni giorni, soprattutto quelli piovosi, la perdita le faceva troppo male e per alleviare il suo straziante patimento, leggeva un buon libro o cucinava qualche buona e gustosissima crostata.
In paese la conoscevano tutti.
Aiutava i più piccoli a imparare a leggere e a scrivere.
Trascorreva le mattine nella piazza del paese. Qui si sedeva ai piedi della fontana di marmo bianco per dar da mangiare ai passerotti. A volte aiutava i venditori a sistemare i frutti in grandi ceste di legno per poi venderle.

Fra questi vi era anche la sua migliore amica, Diana, alta e snella, dai capelli ondulati color miele e dagli occhi smeraldo.
Si conoscevano da sempre, da quando erano nate.
Avevano passato l'infanzia insieme.
Erano state cresciute dalle loro madri, anche loro migliori amiche fin da bambine.
Alla soglia del loro dodicesimo compleanno decisero di farsi un'eterna promessa d'amore al pozzo vecchio della casa di Diana. Lanciarono una moneta d'argento, si strinsero il mignolo e chiusero gli occhi. Insieme giurarono: «Io Delia, prendo te, Diana, come migliore amica per l'eternità e prometto di rimanerti per sempre fedele.»
«Io Diana, prendo te, Delia, come migliore amica per l'eternità e prometto di rimanerti per sempre fedele.» Risero all'unisono, molto divertite.

I tempi sereni svanirono con la morte della madre di Diana.
La povera giovane fu costretta a trasferirsi con la zia Marilla in un remoto paese, lasciando l'amica.
Gli anni passarono e ormai si erano dimenticate l'una dell'altra.

Un giorno di Carnevale ci fu una festa in maschera nella piazza del villaggio. I suonatori di violino circondavano la gente che ballava e cantava allegramente a ritmo della frenetica melodia.
Tutti indossavano maschere diverse, dai colori vivaci, che brillavano sotto la luce del sole. Nel chiassoso turbinio della folla Delia riconobbe l'amica perduta che si nascondeva dietro una maschera celeste arricchita di minuziose perline blu. Invece Diana riconobbe l'amica sotto una maschera rosa decorata con dei filamenti sottili e dorati. Le loro iridi si incrociarono, le loro anime si sfiorarono e si riunirono. Sorrisero insieme e si abbracciarono così forte che i loro cuori vibrarono d'amore. Si erano ritrovate.

Delia camminava verso la piazza per incontrarla.
Giunse ai piedi della fontana. Diana la stava già aspettando con un cesto colmo di frutta.

Balzò in piedi e corse per stringerla in un abbraccio colmo d'affetto. «Ciao amica mia, come stai?»

«Molto bene e tu?»

«Sono davvero felicissima!»

«Mi fa piacere.» Le stampò un fugace bacio sulla guancia.

«Vieni un po' a sederti qui, vicino a me.» La invitò Diana. «Desideri un'albicocca?»

«Sì certo, con piacere.»

INTO THE WOODS ~ La Fanciulla e L'AngeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora