DUE ANIME SI SON PERSE NEL BOSCO

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Delia venne risvegliata dal cinguettio degli uccellini.

I raggi del sole filtravano dalla finestra.

La sottile polvere fluttuava nell'aria.

Sbadigliò, molto assonata.

Si alzò in piedi e andò verso la finestra, girò la maniglia e con un veloce scatto l'aprì. Venne inebriata dalla fresca brezza e ne assaporò il floreale profumo.

Il suo stomaco brontolò. Il vestito era rigato di verde e pieno di polvere nel di dietro. Aveva le unghie sporche di terriccio. Si tastò i capelli crespi e annodati.
Voleva fare un bagno e mangiare qualcosa. Dentro a quella casetta non c'era nulla, non sarebbe sopravvissuta a lungo.
Doveva uscire, addentrarsi nel bosco, cacciare un animale o raccogliere della frutta selvatica e soprattutto trovare una sorgente per avere dell'acqua, ma si rese conto che di tutto questo ne aveva più bisogno lui.

Si avvicinò e si inginocchiò di lato al suo corpo. Il suo petto si alzava e si abbassava lentamente. Il viso rilassato aveva abbandonato la sofferenza.

«Malik, svegliati.» Portò le sue labbra a un soffio dal suo orecchio. Gli scrollò appena il braccio. L'angelo si svegliò facendo un profondo respiro.

La fanciulla allargò le sue labbra in un candido sorriso. «Hai dormito bene?»

«Credo di sì.» Strabuzzò le palpebre, confuso. Non riusciva a capire il luogo che lo circondava. Il pavimento era umido e duro e la spessa coperta gli pizzicava la pelle.

Si mise a sedere. «Ma dove siamo?»

«In una casetta di qualche cacciatore. Ti eri addormentato sull'erba, non volevo svegliarti e ti ho trascinato qui dentro per passare la notte insieme.»

«Capisco.» Si strofinò la guancia. «Grazie.»

Delia si eresse in piedi e tolse dal corpo di Malik la coperta. La ripiegò, riponendola in un angolo della stanza.

«Io avevo pensato di andare a raccogliere qualcosa da mangiare e vedere se riusciamo a trovare anche dell'acqua.»

Malik gemette e abbassò lo sguardo.

«Non sei obbligato a venire, puoi stare anche qui ad aspettarmi.»

«No.» La interruppe. «Vengo con te. Io conosco i boschi, ci ho vagato molto, un tempo, per trovare la grotta.» Il suo volto si rabbuiò. «Non vorrei che ti perdessi un'altra volta. È pericoloso, specialmente quando comincia a fare buio.»

Delia ne fu sorpresa. «Oh», intrecciò le mani. «Va bene.» Si sistemò la gonna.

Malik provò ad alzarsi.

«Aspetta, ti aiuto io.» La fanciulla lo sorresse e lo tenne per un fianco. Si rialzò in piedi, riacquisendo l'equilibrio da solo.

«Come stai?» Gli accarezzò l'incavo della spalla.

«Sto un po' meglio.» Annuì con il capo per credere alla sua verità e per farsi forza.

Uscirono dalla porta.

Il sole li accolse in tutto il suo splendore.

Si incamminarono seguendo il sentiero che li aveva condotti alla minuscola casetta di legno. L'erba era sempre più alta e rigogliosa.

I colorati fiori dondolavano armoniosi baciati dalle ali delle bianche farfalle.

I piccolissimi insetti volavano tra gli steli d'erba emettendo un sordo ronzio.

Gli alti e robusti smeraldini abeti oscillavano all'unisono, cullati dal fresco vento.

I giovani fanciulli proseguivano lungo il sassoso sentiero.

Delia gli cingeva il braccio. Non voleva lasciarlo perché aveva paura che sarebbe di nuovo caduto.

Provò a sorridergli, ma si ritrasse imbarazzata. Doveva ancora abituarsi all'idea che non era un semplice uomo.

Malik ricambiò il gesto. Qualcosa di minuscolo, simile a un argenteo luccichio brillò nel profondo delle sue iridi. Non riusciva a comprendere perché voleva aiutarlo a sconfiggere il suo dolore interiore.

Delia spostò il braccio e lo intrecciò a quello dell'angelo. Le loro mani si strinsero forte.

La fanciulla percepì la sua stretta salda e muscolosa come quella di un valoroso uomo.

Malik, invece, fu scosso da un brivido al suo tocco delicato. Gli sembrò di aver sfiorato le ali di una fata.

Si scambiarono altre fugaci occhiate. Rimasero entrambi incanti dalla bellezza dei loro sguardi innamorati.

Giunsero alla fine del sentiero.

Si trovarono davanti a due imponenti alberi di betulla, circondati dal fitto bosco che rendeva il luogo un posto molto ombroso. Regnava il silenzio.

«Torniamo indietro?» Chiese l'angelo.

Delia frustrata si accovacciò a terra. «Aspetta. Il sentiero prosegue. Dobbiamo solo riuscire a spostare questi rami.»

La fanciulla si rialzò e con le mani provò con fatica a spostare le fronde delle due imponenti betulle.

Malik corse ad aiutarla. «Faccio io.»

Con la sua incredibile energia che aveva nei muscoli, scostò gli insidiosi e spessi rami dei robusti alberi. L'angelo li separò per creare uno stretto passaggio. Emisero un fastidioso scricchiolio di rottura. «Puoi passare», annaspò per lo sforzo. «Fai presto.»

Delia era stupefatta della capacità di forza che aveva. Attraversò l'apertura a bocca aperta.

L'angelo richiuse l'apertura e come per magia i rami ritornarono al loro stato naturale.

Si trovarono nel procinto di un pendio.

Delia stette per perdere l'equilibrio ma Malik la sorresse, abbracciandole la vita. Un gesto che parve tanto delicato, quanto solido e sicuro.

Rivolse il suo sguardo verso di lui.

Era preoccupato. «Stai bene?»

«Sì, grazie», rimase sorpresa dal suo gentile gesto.

Il sentiero era circondato da una fila indiana di pini sia a destra che a sinistra, rendeva l'atmosfera fredda e cupa.

I due giovani fanciulli avanzarono lungo la discesa. La fila di pini si interruppe e anche il sentiero era finito in un punto morto, lasciando spazio solo all'erba alta.

L'ombra venne uccisa da una luce bianca, davvero abbagliante.

I due fanciulli vennero accecati.

Le loro gambe continuarono a camminare verso l'ignoto.

INTO THE WOODS ~ La Fanciulla e L'AngeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora