LA CASETTA ABBANDONATA

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La fanciulla prese le mani dell'angelo. Erano calde e robuste. Lo aiutò a rimettersi in piedi.

Delia non riuscì a resistere e lo strinse a sé in un abbraccio tenero colmo d'affetto.

L'angelo serrò la mascella e si irrigidì. Strabuzzò gli occhi colto alla sprovvista.

Delia si scostò. «Sorreggiti a me.»

Malik si aggrappò al suo braccio.

Uscirono dalla grotta.

Furono accecati dal sole.
Fecero fatica a riprendere la vista e ad abituarsi di nuovo alla luce. L'angelo aveva gli occhi ancora rossi e gonfi dalle troppe lacrime versate e troppo abituati al nero delle tenebre.

Delia si pulì e si sistemò il lungo vestito. Slacciò il grembiule e lo abbandonò nell'erba.

Si incamminarono verso il bosco.


Seguirono un piccolo sentiero che costeggiava la foresta.

Delia sorreggeva Malik.

Procedevano sotto il caldo sole caldo.

Entrambi erano ormai davvero esausti.

Avanzavano a stento.

Delia era sfinita e sudata. Le sue gambe non riuscivano più a sorreggere né lei e nemmeno il corpo di lui. Aveva le labbra secche e screpolate. Aveva bisogno di un disperato bisogno d'acqua fresca.

Malik aveva il respiro affannoso e pesante. «Abbandonami qui... Non importa...»

«Non ci penso nemmeno a lasciarti qui. Dobbiamo solo trovare...»

Giunsero ai piedi di un verdeggiante pendio circondato dal bosco. Per la gioia e la meraviglia di Delia c'era quello che sperava: una casetta in disuso di qualche cacciatore. Tirò un sospiro di sollievo.

«Siamo arrivati. Ci sistemeremo qui. Sarà la nostra nuova dimora.»

Raggiunsero la casetta abbandonata e sprofondarono nell'erba alta, esausti.

Delia si rasserenò. Chiuse le palpebre, il suo respiro si fece più regolare.

Malik era adagiato debole sul prato con le ali spiegate. Le sue mani giocavano con i ciuffi d'erba. Le api ronzavano nell'aria. Era un mondo nuovo che doveva ancora esplorare.

Dalla sua prospettiva gli sembrava abbastanza gradevole. I suoi occhi si soffermarono sul cielo azzurro cosparso di soffici nuvole bianche che correvano ad acchiapparsi e a confondersi. Ebbe un tuffo al cuore: gli mancava il Paradiso. Quella era la sua vera casa e nient'altro.
Spostò lo sguardo verso la fanciulla. I suoi capelli dorati brillavano al sole. Aveva le ciglia brune e folte e le labbra di un intenso rosa, imploravano un innocente bacio. Il sole le aveva fatto comparire sugli zigomi piccole lentiggini. Aveva le guance rosse e accaldate. Era un incanto, tanto che pensò fosse un angelo come lui. L'ammirò assorto fino ad appisolarsi.

Delia si svegliò.

Il sole stava ormai scomparendo, illuminando solo la punta degli abeti. L'erba era sfumata di un verde scuro e le rocce si erano tinte di un opaco arancione. Le nuvole erano diventate rosa come lo zucchero filato. Il cielo era di un azzurro limpido, ma denso e cupo.

Si destò in piedi.

Le foglie degli alberi frusciavano soavi e gli insetti volavano e ronzavano verso il bosco.

Malik riposava beato.

Non se lo sarebbe mai aspettato d'incontrare una creatura celestiale.
Era veramente una meraviglia, nonostante il suo trasandato aspetto, pareva una scultura scolpito nel marmo: era un essere perfetto.

Il luogo andava a imbrunirsi.

Si sgranchì il corpo e andò a studiare la baracca. Compì due giri intorno ad essa.

Era piccola, a forma di cubo, costruita in assi di legno. Aveva una porta e una piccola finestra in vetro sigillata.

Afferrò la maniglia. Cercò di spingerla in avanti, ma era come incollata allo stipite.
Delia allora cominciò a spingere di più, mettendoci più energia possibile e facendosi forza con il braccio e la spalla per spingere ancora di più. «Accidenti, apriti.»

Delia venne scaraventata dentro.

Era vuota. C'era solo un telo bluastro impolverato ammassato in un angolo.

Uscì.

Malik stava ancora dormendo tranquillo.

Non voleva svegliarlo, ma voleva portarlo all'interno della casetta.

Lo afferrò per le gambe e lo tirò a fatica.

Riuscì a portarlo al chiuso.

Appoggiò le gambe dell'angelo sul pavimento impolverato.
Trasse un lungo respiro e si strofinò la fronte accaldata.

Prese il telo e lo coprì dalla testa ai piedi.

Delia corse ad aprire la piccola finestra.

Le nuvole erano scomparse e le stelle argentate brillavano serene nel cielo.
I grilli cantavano sotto la luce bianca della luna.

Questa era un'altra notte fuori casa.

Ormai aveva pensato di non tornare più al suo villaggio, perché aveva fatto una promessa. Era la scelta più saggia e giusta.

Si avvicinò a lui, si inginocchiò e si distese accanto a lui. Era così fragile e innocente. Lo avrebbe protetto a tutti i costi, non gli avrebbe mai fatto del male, lo avrebbe guarito e dopo chissà...

Gli diede un bacio sulla guancia. Lui non si mosse.
Delia appoggiò il capo sul suo petto vegliandolo per tutta la notte.

INTO THE WOODS ~ La Fanciulla e L'AngeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora