MALIK RACCOGLIE FRUTTI FRESCHI NEL BOSCO, DELIA ACCAREZZA UN CERBIATTO

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Delia si svegliò. Confusa e assonata, fece un grande sbadiglio e si sgranchì il corpo.

Andò a recuperare la sottoveste e la indossò.
L'abito era davvero lercio, doveva lavarlo. Accanto al suo c'era anche lo straccio di Malik ancora più sporco. Li tirò su entrambi da terra.
Delia si avvicinò al lago e li immerse nell'acqua.
Cominciò a lavare prima il suo e poi quello dell'angelo, sfregandoli energicamente. Divennero di nuovo candidi e lucenti come la seta. Li strizzò per bene. Corse a stenderli sotto il sole sopra due rocce.

Gli occhi di Malik si stavano aprendo.
L'angelo si accorse che non avvertiva più il peso del corpo di Delia sul suo.
Di scatto si mise a sedere e per un minuscolo attimo venne pervaso da una strana angoscia e da un timore che lei fosse sparita, ma era lì che gironzolava con uno sguardo sognante.

«Ti sei svegliato.» Si precipitò verso di lui. «Ho lavato i vestiti sporchi.» Gli regalò un sorriso. Si inginocchiò di fronte all'angelo.

«Grazie, ma non dovevi.» Malik era a disagio e impotente. Non sapeva cosa fare con lei, non sapeva come comportarsi. «Hai fame?»

Lo stomaco di Delia borbottò.

«Mi sa che ti ha sentito», rise. Le sue guance si tinsero di un tenue rosa.

Delia gli porse la mano per dargli un aiuto.

Malik la prese con forza e si levò in piedi.
«Io vado a cercare qualcosa da mangiare. Tu resta qui per favore, non ti allontanare e non inoltrarti nel bosco, finirai per perderti un'altra volta.» Si avvicinò e sussurrò al suo orecchio. «E io non ti voglio perdere.»

Le voltò le spalle e si allontanò, scomparendo nel bosco.

Lei rimase lì, immobile, stupita da quelle parole.

Malik si addentrò nella foresta. Doveva cercare del cibo, non voleva tornare senza aver trovato niente.

Iniziò la ricerca.

Per prima cosa cominciò a setacciare il bosco in cerca di rametti secchi caduti dai rami dei pini, per costruire un cestino. Gli sarebbe servito per conservare quello che trovava di commestibile.
Riuscì a raccoglierne a migliaia e fece un mucchietto vicino alla base di un abete.
Si sedette su una roccia e prese quelli che gli sembravano di qualità migliore.
Cominciò a intrecciarli una alla volta a coppie di tre in modo parallelo. Li unì tutti insieme legandoli come una treccia con altri rametti, quelli più sottili in direzione longitudinale, in modo che le coppie fossero tutte allineate uguali e tenute insieme da quelli più sottili, posti in orizzontale e anche questi intrecciati fra di loro.
La base del cesto era pronta.
Prese altri rametti e cominciò a incrociarli e a legarli stretti nelle piccole fessure rimaste alla base e cominciò a costruire le pareti. Prima ne incastrò alcuni e poi ne mise altri, che vennero attorcigliati attorno a quelli infilati alla base. Malik li avvolse sempre a coppie di tre, creando sempre delle treccine unite fittamente tra di loro.
Mancava solo il manico. Prese un'altra volta altri rametti, utilizzò quelli più flessibili possibili in modo che non si spezzassero; ne raccolse alcuni e gli intrecciò fra di loro. Il cestino fu completato.
L'angelo era molto soddisfatto.
Doveva solo riempirlo.

Vagò per il bosco incantato senza trovare nulla.

I piedi gli facevano male, ma non voleva arrendersi. Doveva per forza trovare qualcosa da addentare. Non voleva tornare da lei a mani vuote, sarebbe stato davvero inutile.
Camminava avvilito sopra un bruno prato. Alzò lo sguardo e spalancò gli occhi. Attorno a lui si stagliava un tappeto di funghi. Si mise a raccattarli all'impazzata.
Malik riempì più di mezzo cesto e ne fu compiaciuto.
Ripercorse la strada al ritroso.

I raggi del sole che filtravano fra gli abeti emanavano una luce dorata. Questo colore preannunciava il tramonto.
Nella fretta di uscire dal bosco inciampò su un cespuglio di ortiche selvatiche. Lo punsero ai polpacci.
L'angelo fu pervaso da un dolore lancinante. Le sue gambe pizzicavano come se fosse stato colpito da numerose frecce di ferro. Gli crebbe una voglia assurda di grattarsi per calmare il dolore e presto si accorse che delle bolle bianche gli stavano spuntando sulla pelle.
Malik fu preso dal panico, ma doveva sbrigarsi.
Tra i cespugli delle ortiche in mezzo vi crescevano anche fragole, more e lamponi.
Decise di raccoglierle stando attento a non farsi pungere anche le mani. Riuscì nell'impresa e ne fu felice. Alla fine era riuscito a riempire il cestino.
Poteva tornare tranquillo e sereno da Delia.

La fanciulla era rimasta nel paradiso incantato e non si era mossa da lì. Voleva essere fedele alle parole dell'angelo, ma la noia la stava assillando l'anima irrequieta.
Voleva sempre di più far parte di quel luogo magico e incantato, voleva unirsi alla natura.
Si mise a danzare e a trotterellare in tondo al laghetto. Cominciò a canticchiare una canzone sconosciuta.

Si arrestò di colpo.
Non si era accorta che ai lati della cascata crescevano forti e prosperosi un albero pieno di albicocche e un altro albero ricco di mele rosse.
Avanzò verso di essi. Li osservò con sguardo curioso. Allungò un bracciò e staccò il primo frutto. Era maturo, invitava a un succulento morso.
Ne prese anche fino a riempirsi le braccia.
Corse a sistemarli vicino alle rive del laghetto. Li avrebbe gustati insieme a Malik.

Due cerbiatti si riposavano all'ombra di una folta betulla dal tronco scuro e robusto. Delia era incantata, voleva avvicinarsi per porgerli una delicata carezza.
Si avvicinò cauta cercando di non far rumore pestando i fili d'erba. Era a pochi metri e gli animali erano ancora lì fermi e pacati.

La stavano fissando negli occhi.
Non avevano nessuna intenzione di allontanarsi o scappare.

Delia era vicinissima. Si accucciò di lato al cucciolo e con una mano toccò il suo manto color nocciola.
Con grande sorpresa non si scostò. Continuò a coccolarlo. Il suo pelo era sofficissimo.

Malik uscì dal bosco.
Era sfinito, le gambe gli bruciavano ancora ed era di nuovo tutto sporco.

La fanciulla era in compagnia dei cerbiatti.

Un lieve sorriso apparve nel suo viso. Le sembrò sempre più bella e percepì di essere sempre di più attratta da lei, ma non sapeva ancora spiegarsi il motivo.

INTO THE WOODS ~ La Fanciulla e L'AngeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora