6 - Ricordi?

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“Sono seduta al parco. 

Credo di avere circa 7 anni.

Lo capisco dalla manine piccole e tosse che mi ritrovo. Mi trovo in cima ad uno scivolo rosso rubino, sembra lo stesso colore del vestito che indossa mia madre seduta in una panchina che mi guarda. Nota che la sto osservando e di rimando mi fa un gesto di saluto con la mano. 

Io faccio altrettanto e scendo dallo scivolo ma prendo una storta e inciampo cadendo addosso a un bambino che ha i capelli dello stesso colore del cioccolato. Lui si alza per primo e mi porge la mano per aiutarmi ad alzarmi da terra. La afferro e mi ritrovo in piedi. 

“Chiamami Solvs” il bambino mi fa un gentile sorriso, io ricambio non subito però perché mi sono accorta che la voce del bambino non si abbina all'essere minuto che è lui.

“Ciao io sono Mary. Ho sette anni. Vuoi giocare con me?” gli occhi del bimbo si illuminano di una luce meravigliosa e senza darmi tempo mi afferra una mano per trascinarmi nella piscina di sabbia. Suppongo che sia un si.

“Quanti anni hai tu?”certo che sono proprio curiosa, ma il bimbo non si fa problemi a rispondere alla mia domanda “ Ho fatto 10 anni quattro giorni fa” abbozza un altro sorriso e poi riprende a costruire il suo castello di sabbia. “Tanti auguri allora!” sorrido anche io ora. 

“Grazie...per gli auguri e anche perché stai giocando con me. Sai: i bambini della mia classe dicono che sono brutto e stupido. Non giocano mai con me” il sorriso che aveva sparisce e un lacrima inizia a percorrere la sua guancia ma viene fermata da un mio piccolo dito. 

“Lasciali stare, sono loro gli stupidi. Tu sei bello e simpaticissimo. E poi ora ci sono io.” con velocità quasi disumana si precipita ad abbracciarmi e mi piace stare tra le sue braccia. 

Adesso mi trovo con Solvs a passeggiare per il parco in cerca dei suoi genitori, dice che vuole presentarmi a loro. Ad un certo punto inizia a correre verso una coppia che comprendo essere i suoi genitori. Mi avvicino a lui timidamente e appena sono di fronte a loro muovo la piccola manina in gesto di saluto. “Mamma, papà: lei è Mary, una mia amica” sua madre si abbassa e posa una mano sulla mia testa in segno affettuoso poi si ricompone e comunica al figlio di dover andare via. Allorché lui mette su un sorriso di quelli sinceri e dice “ Da oggi sarai la mia migliore amica” io annuisco con forza, felice della sua notizia e poi lo saluto con la manina mentre lo vedo allontanarsi con i suoi. 

Poi il buio. 

Solo delle grida disperate,
suoni di sirene,
io che piango e
qualcuno su una barella”

Apro gli occhi mi metto seduta di scatto, come se fossi un automa. Dalla fronte scivolano libere gocce di sudore che percorrono molto lentamento il mio viso. Allora mi viene in mente il bambino che piangeva, era meglio con un bel sorriso su quel tenero faccino.

La sveglia segna solo le 5.45 del mattino. E involontariamente ripenso al sorriso del bambino o meglio Solvs, credo si chiamasse così, io il suo sorriso l’ho già visto.

Ma dove?

Non conosco nessuno che si chiami Solvs, nemmeno di secondo nome. 

Un altro mistero da risolvere. Chissà poi se quello era davvero un ricordo. 

Credi non sia un ricordo?

Io...io...non lo so! Mi tocca aspettare e vedere se accadrà di nuovo o se era solo frutto della mia immaginazione.

***

-Per te va bene se ci vediamo al bar vicino casa tua, porterò anche Gabby!- la voce di Maddy dal telefono suono fastidiosa. 

Ha più di un’ora che mi racconta di come abbia incontrato Gabby esattamente 4 giorni fa mentre portava la spesa a casa. E adesso se ne è uscita con l’idea di farmelo conoscere. Lei si è già presa una mega cotta pazzesca per sto tipo ma lui sembra non ricambiare in quel senso.

-Ci sei ancora?- Maddy mi riporta alla realtà.

“Si ci sono. Va bene, ci vediamo verso le 7 di pomeriggio? Prima non posso.”  oggi è il giorno del bagnetto per Bobby, di solito ci impiego due ore circa.

-Perfetto! E tu invece? conosciuto qualcuno di interessante?- la mia mente collega immediatamente un immagine di Thomas come soggetto della risposta che dovrei dare.

“Si ho conosciuto un tipo.  Si è presentato davanti la porta di casa mia circa una o due settimana fa.” vengo però interrotta da un urletto da parte di Maddy, ciò significa che la cosa le interessa e molto.

“Stavo dicendo, il tizio è molto carino lo devo ammettere. Fisico tonico, occhi verdi e capelli castani. Gentile e odioso assieme. Abbiamo dormito insieme qualche sera fa”  non riesco di certo a finire che Maddy inizia a sputare frasi.

- Tu hai dormito con un bellimbusto e  non mi hai detto niente fino ad ora? Ti perdono solo perché voglio sapere di più. - il suo tono fa capire che non si è mai arrabbiata.

“Innanzitutto non ho dormito con lui...cioè si ma per poco, perché poi mi ha portata in camera mia e se ne è andato. Il tutto mentre io dormivo. Dovresti vedere il suo sorriso, riuscirebbe ad illuminare un’intera stanza. E non sto esagerando, sorride sempre e questa cosa mi esaspera” si sente una risata provenire dall’altro capo del telefono.

-Se lo dici tu! Ma toglimi una curiosità, come si chiama il bellimbusto?-  Ho parlato tanto di lui ma non ho fatto il suo nome.

“Thomas” e mentre lo dico un sorriso involontario nasce sulle mie labbra.

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Un giorno d'estate [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora