Unione

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Ricordi quando eri bambino e tutto ciò che ti circondava appariva grazioso, agli occhi di una bambina suo padre era un eroe, il fratello colui che ti protegge e la madre, colei che ora non c'è più, la persona con la quale consolarti, accovacciarti tra le sue braccia, be ora non puoi più farlo. Perché? Non c'è una risposta. Perché tutto questo male? Perché l'uomo è egoista. Il tuo sogno sta per avverarsi, ma qualcosa di subdola, fra menta quel sogno. Se la crepa che formi non può essere riparata? Prova, nascondilo e combatti.

24 dicembre 1938
La villa è avvilita da decorazioni, come sempre, non si bada alle spese, la villa Dumelhuber deve figurare tra le altre.
Tutti gli abeti, cipressi e pini della villa erano colme di luci argentee, rosse e piene di palline. L'esterno della villa era luminoso dalle molte luci messe. Nel salotto vi era un grande albero di Natale, dietro tende bianche, all'angolo un camino in marmo che emanava un forte calore, poi un presepe lungo tutta la parte opposta al camino e ghirlande appese agli archi. I divani erano ricoperti da un tessuto lanoso rosso.
L'aria di festa si faceva sentire.
Era la mattina della vigilia di Natale, uno spiraglio di sole, fece svegliare Veronika. Scorgendo dalla finestra vide il giardino e tutto ciò che era intorno ricoperto di neve.
Non aveva voglia di uscire era presto, così scese con la sua veste notturna e le pantafole di battufolo di lana.
L'orologio segnava le otto e trenta.
Varcò la soglia, dando il buongiorno e l'augurio di buon Natale.
Come ogni anno la tradizione prevedeva uscire alle nove e dirigersi ai mercatini di Natale a Berlino.
Così il padre vedendo la figlia in quelle condizioni, non adatte ad una signorina, disse" Veronika, dovresti eserre pronta, noi abbiamo già fatto colazione e scendere in vestaglia non mi sembra opportuno ".
Veronika" scusate padre, ma vorrei andare a fare compere dopo, ora vorrei sorseggiare del te e ammirare il panorama biancheggiante".
Il padre annuì.
Dopo qualche ora suonò il campanello.
In villa la servitù aveva la loro settimana di riposo, tranne Mery la governante, che ora era fuori per compere.
Dovette alzarsi lei ed andare ad aprire.
Fredrick " guten Morgen meine liebe".
Lei si scostò per farlo entare e poi lo baciò dicebd " meine liebe, vuoi salire in camera con me?"
Lui sorrise e la prese in braccio, portandola in camera sua.
Fredrick " sai io non riesco a resistere, muoio di desiderio, e vederti così, provoca in me una forte ereziome".
" hai ragione, ma se non ti farei questo effetto, andresti dietro altre".
Inaspettatamente disse " è dal ventinove che sei strana, sembrima essere qualcosa che ti turba. Vuoi dimmi cosa non va?"
Veronika si scostò leggermente e iniziò" ormai è dal 1936 che le leggi di Norimberga sono in vigore, vietando la cittadinanza agli ebrei, togliendo loro ogni diritto, poiché sono considerati una razza inferiore, rispetto a noi popoli nordici che siamo ariani e perfetti. Io non ho alcun problema anzi, non amo Hitler, ma i suoi elogi sono ragionevoli. Io sarò sempre dalla parte della mia nazione e della mia famiglia, ma non opto al genocidio,perché questo è, però io non posso fare nulla a riposo. Io non sapevo delle origini semitiche della mia amica Anna, ma il ventinove ne venni a conosce, procurò in me un distacco nei suoi confronti, ma sapere che tu e mio fratello Franz avete ordito la cosiddetta notte dei cristalli ha procurato in me, non odio o roba simile, ma delusione, perché vedevo in voi persone gentili. Io sono a conoscenza delle deportazioni ormai quasi da un anno, ma non mi importa minimamente, quella razza ha rovinato la Germania, ma come ti ho già detto, non voglio che siate voi a macchiare le vostre mani. Comunque non voglio litigare. Ora mi vado a preparare e poi se vuoi usciremo".
Fredrick era sorpreso, ma disse " capisco, ma facendo ciò noi non ci macchiamo le mani, ma solamente liberiamo e ripuliamo la nostra nazione dalla feccia ebraica. Tranquilla non litigheremo, ma se tu vedi un ebreo non lo guarderai, lascerai fare quel che si deve fare".
Veronika gli saltò addosso, attorcigliò le sue gambe ai suimoi fianchi, e sentì la sua virilità sotto le sue coscie.
Fredrick " te lo avevo detto, il mio amico li sotto non sa resistere, come non riesco io, quindi se non ritrovarti nuda tra le mie braccia..."
Veronika" va bene ".
Dopo poco uscì con un abito intero di pizzo rosa, collant, stivaletti rosa carne, del rossetto rosso, cipria e i capelli sciolti e sopra l'abito un cappotto color nocciola, con una sciarpa bianca e guanti.
Fredrick si mise alla guida e andarono a Berlino.
Dopo quaranta minuti arrivarono.
Iniziarono il giro, presero dei regali per i propri familiari. Dopo si addentrarono in un boschetto a passeggiare e poi si recarono in una caffetteria per prendere una cioccolata calda. Successivamente andarono a pattinare e infine tornarono in villa.
Il cenone era pronto, la famiglia Bock era stata invitata dalla famiglia Dumelhuber e prorio durate la cena fu annunciato il fidanzamento in casa.
La madre di Fredrick, perfetta, una vera ariana, regalò alla sua futura nuora una collana dorata, aveva aspettato quel momento da molto tempo e finalmente era giunto. La famiglia Bock venne ospitata da loro. La mattina di Natale Veronika mise un abito rosso di seta stretto alla vita e ai seni, i tacchi neri, una sciarpa panna. Fredrick mise una camicia bianca, giacca blu notte con i gemelli d'oro. Dopo aver fatto colazione, aprirono i regali. Elsa ebbe un libro di Johannes Von Telp, al fratello un orologio nuovo, al padre un disco, il suo preferito, questi erano i regali di Veronika, poi alla suocera regalò un bracciale e al suocero un orologio. Fredrick invece, il famoso vino di Norimberga per suo suocero, una promozione per Frank, le scarpette tanto desiderate da Elsa, una collana alla madre e la prima baionetta, custodita a Berlino, al padre. Venne il momento di Veronika e Fredrick. Lei gli regalò il set della macchina fotografica poiché oltre ad essere un medico e un ufficiale, amava fare fotografie. Lui invece estrasse dalla giacca una scatolina e gliela diede. La scattò cautamente, e aperto vide un anello di puro oro, con diamanti e smeraldi sopra, con un biglietto " meine libe, ora che siamo una coppia ne avrai bisogno. Ti amo, tuo per sempre Fredrick".
Lei lo mise al dito e baciò l'amato.
Ormai ardenti entrambi di desiderio, si distesero sul letto, e velocemente Veronika tolse la camicia a Fredrick baciando i suoi pettorali, poi si tolse velocemente i pantaloni, e il membro era ormai noto, poi lui gli sfilò l'abito, baciandole il collo e scendendo verso giù, tolse il reggiseno, lanciarono tutto a terra, e si misero sotto le coperte.
Inizialmente lei sentì un ingente dolore, ma poi il dolore divenne puro piacere, lui era sudato e quando stavano arrivando al massimo del piacere si staccò per non correre rischi. Infine si addormentarono abbracciati e nudi.

«Ecco cosa provavo quando scoprì tutto quel che faceva, ma dopo il venticinque di dicembre del millenovecentotrentotto, io feci svanire completamente quelle idee e mi feci trasportare dalla corrente del nazismo e donai la mia virtù all'uomo che amavo e amo.
Fu la cosa più bella che provai, il desiderio di entrambi, l'amore che provavamo»

Il frutto della guerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora