... Volvere pagina acerba sic est...
... Voltare pagina è così doloroso...26 aprile 1942
Veronika pov
Provai un forte dolore, mai provato prima, neanche quando concepì il mio primogenito.
Non era dolore fisico quello che provavo, ma al cuore. Non sentì più la terra sotto ai mie piedi. Fu come se la forza di accelerazione gravitazionale, mi stesse risucchiando fino al centro della Terra.
Non era una giornata da poter definire calda, ma iniziai a sudare molto freddo.
Venni presa bruscamente dal braccio e sentendo dire" non puoi fare nulla ormai ".
Sentivo solo dolore e un gran senso di colpa.
Ricordo solo le mie urla e mie pianti associati alla paura ed al panico dei miei connazionali.Martina del 26 aprile
I raggi del sole traspariva o dalle tende opache e mi arrivarono sul viso.
Mi girai istintivamente dall'altra parte.
Ai miei occhi assonnati dava fastidio i filtri solari. Fortunatamente, per questo soggiorno che Friedrick si era preso, era ancora a letto con me. Teneva il braccio intorno ai mie fianchi, il viso poggiato di lato, opposto al torace. Non capivo come facesse a dormire così. Cercai di togliere il braccio delicatamente per non destarlo dal suo sonno, ma non fu così.
Lo sentì sussarre " guten Morgen meine Schatz".
Fui molto felice. Non è stato facile affrontare il suo tradimento, ma capì, in parte, che non era colpa sua. Fra dieci giorni sarebbe dovuto tornare lì, in Italia, perciò decise di stare il più possibile accanto a me.
La scorsa notte ci concedemmo il massimo piacere. Fu come la prima volta.
Togliemmo i nostri abiti lentamente, baciandoci il corpo, facendoci godere, finché finemente i nostri corpi non si fecero tutt'uno e la danza cominciò.
Dopo mi mise la sua mana sul mio ventre massaggiando e dando teneri baci.
Per sua fortuna, udì un calcetto, e questo lo rese super felice e anche me.
Lo amavo e decisi di perdonarlo, non potevo servare rancore, mi avrebbe uccisa.
Mi girai e gli diedi un bacio ricambiando il suo buongiorno.
Mi prese amorevolmente e attentamente dai fianchi, facendo poggiare il mio corpo sul suo per baciarci.
Pochi giorni e sarei entrata nel quinto mese.
Quel momento venne interrotto da Lukas che fu preso in braccio da suo padre.
Iniziò a giocare con lui e parlare, mentre io mi cambiai.
Misi una camicetta bianca, con una gonna fino al ginocchio bordeaux, scarpe col tacco nere, un po di trucco, raccolsi i capelli fermando le ciocche ribelli con una fermaglio smeraldo tutto arricchito di zaffiri e via.
Salutai Friedrick e Lukas e presi l'auto per recarmi a scuola.
Friedrick era contrariato, non desiderava, anzi non voleva che mi sforzassi, ma ancora potevo e volevo farlo.
C'era una brezza piacevole.
Appena entrai in aula, grande, ornata da carte geografiche, lo stemma del nazismo, svastica, e i cartelloni fatti dagli studenti, i ragazzi smisero di vociare e si sedettero ai loro banchi.
Con tutte quelle tensioni, decisi di non dedicarmi né a grammatica, letteratura o storia, ma qualcosa di divertente.
Dissi " ragazzi oggi andremo fuori per due ore. Faremo una piccola interpretazione teatrale di Romeo e Giulietta. So, che non potremmo, ma è solo per divertirci un po. Però se non volete possiamo fare qualcos'altro. Magari discutere delle vostre aspirazioni, sogni... È un momento difficile per tutti noi, ma se troviamo il modo di rendere piacevoli questi attimi di spensieratezza ci rallegreremo, e poi io vi passo undici anni e voglio dimenticarmi della guerra, per poche ore, anche io. Quindi ci state? ". Tutti i i ragazzi si rallegrato o è mi ringraziarono. Feci l'appello: dieci ragazzi e dieci ragazze".
Dopo esserci svagati, mi rimaneva l'ora di storia. Allora spiegai mezzoretta sotto gli alberi di mandarlo e pesco, e il resto del tempo lo lasciai loro a conversare.
Appena finì ebbi la terza media, solo un'ora di letteratura.
Quando uscì da scuola ritrovai, non Austin, ma Fried.
Lui mi aprì lo sportello e disse " dobbiamo prendere il regalo per i 52 anni di tuo padre e passare a prendere qualche dolce".
Annuì.
Me ne ero dimenticata.
Solitamente passavo da lui a dargli gli auguri, mentre prima a colazione glieli davo.
Friedrick " te ne eri dimenticata, non è così?".
Arrosì in viso e lui scoppiò in una sonorosa risata.
" sai anche tu, ormai, quanto mio padre pensi e ami tutti noi. Perciò faremo fare un dipinto di noi tre, quattro, e gli regaliamo questo. Cosa ne pensi?".
Lui sorrise e disse che era un'ottima idea.
Poi passammo a prendere il Frankfurter Kranz, decorato da ciliege, e una crema ai mirtilli e ai lamponi.
Quei regali sarebbero stati consegnati in serata, quendo saremo rimasti solo noi, la sua famiglia.
Passamo a casa per cambiarci e prendere Lukas.
Io indossai un abito stretto e attillato fino alle ginocchia color lilla e anche le scarpe, rialzate dal tacco.
Poi acconcai i capelli con vari fermagli smeraldo, ricoperti da zaffiri.
Misi la colonna regalatomi quattro anni fa da mio padre e dei bracciali dorati.
Friedrick mise la sua divisa militare con le varie medaglie di onorificenza, a Lukas feci mettere una camicetta grigia con pantaloncini neri.
Vi erano settantadue commilitoni di diverso grado che albergavano in villa.
Appena entrai molti giovani mi guardarono sbava di e mi baciarono la mano.
Fried serrò la mascella, piccola vendetta, ma gli toccai il braccio.
Mio padre appena mi vide si alzò e io gli diedi gli auguri.
Fried fece il saluto romano e poi il saluto del Furher,dandogli gli auguri.
Il pranzo fu movimento.
Tutti che parlavano della guerra, di ebrei, di campi, ma non comprendevo...
Avendo un capogiro dissi " scusate, non mi sento molto bene vado a riposare".
Tutti annuirono compreso mio padre
«amore, vuoi che venga con te? ".
«non è necessario, vado nella mia vecchia canera».
Annuì poco convinto baciandomi e dicendo" se dovessi avere bisogno, non esitare a chiamare. Va bene amore?».
Salì al piano di sopra.
Riaprì la mia camera ricordando i miei ricordi.
Era un inverno, nevicava, avevo ancora cinque anni e chiesi il permesso a mia madre di andare con nonno in montagna.
Mi disse di sì e me fui contentissima.
Andai con il nonno. Mentre camminavano vidi uno strano rapace, allora chiesi« nonno, nonno, cos'è quello?».
Lui mi prese in braccio, mi diede una carezza e disse " una civetta. Lei è simbolo della saggezza".
Io chiesi" sa rispondere a tutte le domande complicate? ".
Il nonno sorridendo rispose" be possiamo dire di sì. Ma c'è una persona molto più saggia ed intelligente, sai chi è? ".
Scossi la testa e lui mi puntò il dito dicendo" sei tu". Io lo abbracciai forte forte.
Ad un tratto venni interrotta.
Sentì bussare e acconsentì che entrasse.
Era Elisabeth.
La feci accomodare e gli chiesi" come va con mio fratello? ".
Lei disse" tutto bene. È molto impegnato con la Wehrmacht, quindi non ci vediamo tanto ".
Sospirò amareggiata.
«tranquilla, anche Friedrick fa così. Ah, a proposito come vanno i preparativi per il matrimonio?".
«molto bene. Due giorni fa ho scelto l'abito ed è magnifico. Con Franz abbiamo scelto il Duomo. Ah, prima che me ne dimentichi, vorresti essere la mia damigella d'onore?".
Io rimasi senza parole e l'abvracciai ringraziandola.
" cos'hai?". Domandai, vedendola triste.
" nulla, è solo che mia madre non c'è... ".
" ti capisco. Anche io ho perso nel fiore della mia età, mia madre. Se ti fa piacere ti va di raccontarmi qualcosa di lei, se non è un problema per te ovviamente?".
Lei scosse il capo e inizio a parlare «mia madre è morta quando io avevo solo sei anni.
Lei aveva più o meno la mia statura, occhi con una sfumatura dal grigio all'azzurro chiaro, capelli color miele. Sorrideva sempre, e sapeva sempre come far ridere anche noi.
Fu un momento duro e difficile quando morì. Mi chiusi in me stessa, non volevo più uscire, non volevo sentire o vedere nessuno. Mia nonna, anche lei Elisabeth, insieme a mio nonno Alfred, mi stettero accanto.
Mia nonna mi preparava dolci, giocava con me, mi portava fuori, leggeva per me..
Mio padre dovette farsi forza.
Io ero la terza e ultima figlia.
Lui mi consolava, mi faceva dormire con sé, mi abbracciava, baciava, mi comprava qualsiasi cosa pur di farmi stare meglio.
Mio fratello, maggiore, Jhonatan era un punto di rifugio per me.
Mio fratello Albert invece, non ci fu modo di aiutarlo, non mangiava nulla, non voleva nessuno, rifiutava qualsiasi cosa.
Mia nonna insistette, lo aiutò con il tempo a riprendersi. Mio padre faceva un buon lavoro, quindi io e miei fratelli abbiamo potuto proseguire i nostri studi.
Mio fratello minore si laureò in giurisprudenza e oggi fa l'avvocato, mentre mio fratello maggiore fa il farmacista ed è iscritto al patito nazista. Mio padre invece ne fa parte, decidendo così di abbandonare la sua vecchia professione. Io mi sono laureata in economia, prendendo l'attività di mio padre nel negozio di cosmetici e vestaio».
Il suo viso era bagnato da alcune lacrime.
"dalla tua d'esecuzione posso ben capire che fosse una donna buona e gentile".
"si lo era. Ma ora basta parlare di me. Come stai? Tuo figlio? L'atteso nascituro?”.
" sto bene, è solo stanchezza. Lukas sta bene, ed è proprio come suo padre. E penso abbia preso un po dallo zio. Questo o questa so solo che muove tanto, prorio come sua sorella Elsa. Sai ricordo ancora quando a otto anni scoprì dell'arrivo di una sorellina. Ero contenta, volevo qualcuno di più piccolo con cui giocare o insegnare qualcosa ".
" ti capisco, anche io avrei voluto ma... ".
" scusa la domanda indiscreta, ma io so che tua madre è morta, dopo due settimane aver messo alla luce Elsa, ma niente altro. Sai a Franz non piace parlare del passato ed io non insisto. Com'era? ".
Io risposi" be, posso capirlo, io avevo compiuto nove anni da due giorni, quando Elsa nacque. Franz ne aveva compiuto 12 anni, il 24 di giugno. Aveva i capelli come i miei un biondo accesso e gli occhi smeraldo. Lui era molto legato a lei, essendo anche il primogenito. Lei le insegnò a leggere, scrivere, essere leale furbo.
Con mio padre giocavano a scacchi, lo incitava a trovare una ragazza... Be cose degli uomini... Lei era la mia confidente, appresi quello che doveva essere una signorina altolocata, e saper rispettare gli altri. La mia posizione a livello sociale non doveva far sì che mi sentissi superiore, nessuno lo era diceva. Quando morì nel 1931, Hither, iniziava a prendere il potere. Mia madre non fu mai d'accordo e mi disse di ragionare sempre con la mia testa e di non lasciarmi influenzare, prima di morire.
Ricordo ancora le nostre gite di famiglie.
Una delle più belle fu in Austria.
Andammo in un casale sopra il lago Attersee circondato dalla Catena Montuosa di Hollengebirge.
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Il frutto della guerra
Ficción históricaIn una cittadina, nella capitale tasca, Magdeburgo viveva Veronika Demelhuber. Presto conoscerà un ragazzo cinico, ma al contempo romantico. Le cose potrebbero andare male, allo scoppio della seconda guerra mondiale, ma se è amore puro tutto andrà p...