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Come poteva continuare a pensare a quell'uomo? Voleva soltanto farsi una semplice doccia ed era finito con il pensiero della sera precedente. Si morse il labbro dandosi uno schiaffo immaginario.
"Sembro un ragazzino con gli ormoni a palla. Devo calmarmi, fare nove lunghi respiri e finire di prepararmi" si rimproverò, uscendo finalmente dalla doccia ed incamminandosi verso la propria stanza per cambiarsi.

Optò per una semplice maglietta nera, dei jeans del medesimo colore, degli anfibi lucidi e una giacca in pelle. Aggiunse come suo solito qualche accessorio come anelli, occhiali o bracciali (guardare la foto ad inizio capitolo per poter immaginare gli accessori e la tipologia di vestiario, per ciò che si può notare).

Doveva soltanto andare a lavoro per poter sistemare la propria roba.

Per arrivare all'asilo non ci mise molto, abitando difatti vicino alla struttura, precisamente un quarto d'ora a piedi. Aveva voglia di camminare un po' e liberare la mente. Uscì dopo aver preso la sua tracolla con i propri oggetti personali all'interno, chiudendo successivamente la porta di casa ed incamminandosi diretto verso l'asilo.

Ci mise più del previsto ad arrivare dato che nel tragitto decise di prendere una cioccolata. Non appena arrivò, entrò tranquillo, salutando alcune sue colleghe e colleghi.

-Come va?- chiese Seokjin sporgendosi dal balcone della sala principale, dove i genitori aspettavano per prendere i propri figli.
-Ho la testa che quasi mi scoppia. Ieri sono uscito con Hoseok e la serata è stata "particolare"- fece le virgolette con le mani per far comprendere al suo caro amico e collega il concetto.
-Aish, fortunato. Io con il cambio di appartamento sto ancora cercando di ambientarmi nella mia nuova zona- Jin poggiò la testa sul palmo della propria mano sbuffando.
-Se hai bisogno di aiuto per le ultime cose da portare ci sono io se ti serve una mano- rispose il rosa sorridendogli. -Ora vado a sistemare, ci vediamo dopo Jinnie- continuò dirigendosi verso la sala dedicata agli armadietti dove trovò una sua collega che tentava di rassicurare una bambina.

-Che succede?- chiese Jimin inginocchiandosi a terra e rivolgendosi alla sua collega.
-È nuova, piange da stamattina. L'ha portata la madre ma mi aveva detto che si sarebbe ambientata facilmente. Non ha con se neanche un gioco e non ne vuole uno di qui, non so cosa fare, non voglio che pianga, mi dispiace- abbassò lo sguardo quest'ultima. -Mi puoi aiutare Jiminie?- chiese poi e il diretto interessato le accarezzò la schiena annuendo.
-Stai tranquilla, vai pure con gli altri, ci penso io a lei, non preoccuparti- la rassicurò e la ragazza annuì sorridendogli correndo successivamente verso la cucina per poter preparare la merenda ai bambini.

Jimin rimase zitto e si sedette davanti alla bambina che dopo qualche minuto smise di piangere. La bambina fece una buffa smorfia alzandosi e andando ad accarezzare i capelli di Jimin. I bambini ne andavano pazzi, dicevano assomigliassero a zucchero filato. I bambini sono innocenti e i colori accesi li attirano facilmente.
-Ti piacciono?- mormorò il rosa e la bambina annuì felice. -Sei triste qui?- chiese subito dopo e la bambina annuì nuovamente continuando a giocherellare delicatamente con i capelli del ragazzo.
-Ora ti faccio vedere una cosa tanto tanto bella, ti va?- le chiese e lei entusiasta annuì prendendo poi la mano, o per lo più le sue dita mentre questo si alzava e camminava lentamente verso il cortile esterno.

Jimin ci mise davvero poco a farla ambientare ma notava benissimo come la bambina rimanesse distante dagli altri bambini; non era sicuramente timidezza. Sembrava quasi impaurita. Le stette affianco anche durante il pranzo, aiutandola e cercando di farla integrare anche tra i bambini.

Poté sistemare la propria roba soltanto quando la bimba si addormentò durante l'orario dei pisolini.

-Com'è andata?- gli si affiancò la sua collega di quella mattina, mentre insieme sorseggiavano un caffè.
-Mi piacerebbe parlare con i genitori. Dubito parlino abbastanza con lei. Non parla e non ci prova neanche. Per poter riuscire a fare il contrario a casa i genitori dovrebbero parlarle tanto, farle vedere oggetti, anche le cose più banali. L'importante è che lei provi anche solo ad accennare qualche sillaba. Non riuscirà mai ad integrarsi con gli altri bambini altrimenti.- spiegò brevemente lui, finendo il proprio caffè e ricevendo un accenno dalla sua collega.
-Hai proprio ragione. Tra un po' dovrebbero prenderli; se vuoi appena arrivano i suoi chiedo di aspettare- rispose la ragazza.
-Sarebbe fantastico, ti ringrazio. Ora vado a darmi una sciacquata; se non sono ancora crollato è solo grazie al caffè- ironizzò ridendo insieme alla ragazza.

Man mano arrivarono i genitori dei bambini per riportarli poi a casa, dopo aver ringraziato i ragazzi. Jimin lavorava da molto tempo all'asilo nido, difatti era conosciuto tra i genitori che si congratulavano sempre con lui per tutto ciò che faceva. Ci metteva il cuore e si poteva notare.

Andò a prendere la propria giacca in jeans, indossandola e prendendo anche la piccola borsa a tracolla, mettendo gli occhiali con la lente rosa e richiudendo il proprio armadietto. Mentre usciva dalla stanza sentì un accenno di pianto provenire dalla stanza dei pisolini. Si avvicinò notando poi la piccola Yun. Le andò incontro, prendendola in braccio e cullandola leggermente mentre la bambina allacciò le braccia al suo collo, nascondendo il viso nell'incavo, bagnandolo con le piccole lacrime.

-Che è successo?- chiese Jimin alla sua collega che alzò le spalle dispiaciuta. -Si è svegliata ed è scoppiata- spiegò brevemente e Jimin annuì sorridendole per tranquillizzarla. Poteva capitare qualche volta, i bambini erano suscettibili anche per le cose più semplici. Continuò a cullarla, canticchiando qualcosa per calmarla, dandole delle leggere pacche sulla schiena, evitando che i singhiozzi del pianto la facessero star male. Solo dopo qualche minuto si rese conto che si fosse calmata e persino nuovamente addormentata.

-Ci sono i genitori- lo avvisò la sua collega entrando nella stanza. Jimin annuì seguendola e andando verso la sala principale salutando Jin con un sorriso.
-Si è riaddormentata?- chiese quest'ultimo sorridendo verso la piccola creatura. Jimin annuì accarezzandole la testa. Amava i bambini, difatti aveva scelto quel tipo di lavoro. Nonostante i bambini fossero impegnativi, gli sarebbe piaciuto magari un giorno averne uno.

-Ecco vi abbiamo portato la piccola Yun- avvisò la sua collega e Jimin si voltò notando due figure avvicinarsi a loro. Quasi non si affogò con la sua stessa saliva non appena notò chi avesse davanti.

asilo nido;; JIKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora