46. Ospiti

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Era una normale serata primaverile, il silenzio tombale ricopriva le strade come un velo, Hermione era seduta su una poltrona nel salotto della sua modesta abitazione, intenta a leggere un libro babbano quando un lampo illuminò il cielo e un tuono squarciò il silenzio.

Hermione trattenne il fiato e sobbalzò, colta di sprovvista e solo quando si rese conto che si trattava di un banale temporale, riprese il respiro, ansimando.

Posò nuovamente gli occhi sulla lettura e fu libera di immaginare nella sua mente le immagini di quel libro che tanto adorava, sin da quand'era ragazza, un suono la destò da quella pace appena guadagnata, un violento bussare al portone principale le fece alzare gli occhi da quelle parole stampate su una carta ormai ingiallita. Chi poteva essere a quell'ora, durante un temporale poi? L'ansia iniziò a farsi largo nelle membra e con la bacchetta alla mano si diresse verso la porta

Aprì di scatto quel massiccio portone in legno di biancospino ritrovandosi dinanzi a una sagoma scura con un cappuccio che gli copriva il volto, qualche ciocca gocciolante di color biondo platino faceva capolino dal tessuto pregiato del mantello, totalmente bagnato dalla testa ai piedi.

La figura che si ergeva davanti a lei era alta, magra ma non a sufficienza da poter sembrare una donna. Lei strinse forte la bacchetta alla mano.

"Cosa vuoi?" sussurrò cercando di mantenere la calma e di non farsi divorare dall'ansia, che ormai l'aveva pervasa senza il suo volere.

"Un riparo, Granger" quella voce così persuasiva, tagliente come era sempre stata.

"Un riparo a casa di una Sanguesporco, questa sì che mi è nuova Malfoy" rispose a tono lei diminuendo la presa sulla bacchetta.

"Non ho tempo da perdere, sono fradicio come vedi" disse serio lui.

"Non vai più da papino a dormire?" domandò sarcasticamente

"Granger, sto perdendo la pazienza. Sì o no?" chiese notevolmente irritato.

"Per quale motivo dovrei accettare? Mi hai umiliata per anni e ora ti presenti in casa mia, di notte per chiedere riparo, e pretendi anche che ti dica di sì?"

"Nessuno ti obbliga, Mezzosangue"

"Vedi. Per te sono ancora la Mezzosangue" disse lei.

"È uno stupido soprannome, smettila di fare la bambina Granger, siamo cresciuti. Sì o no? È l'ultima volta"

Quella fu forse la prima volta che Hermione si sentì imbarazzata. Aveva ragione, era ancora una bambina.

"Io...va bene rimani, ma ti giuro che se entro domani mattina non sei fuori di qui giuro che...".

Non fece in tempo a finire la frase che lui rispose "A meno che tu non voglia intrattenermi con altre attività" disse con un ghigno "domani mattina sarai nuovamente e felicemente sola"

Dopo aver sentito ciò, Hermione cercò di spingerlo fuori dalla porta, ottenendo scarsi risultati e gridando di andarsene.

"Calma Granger, non ti tocco con un dito." esordì lui pacatamente.

"Dici di nuovo una cosa del genere e ti ritroverai in mezzo alla strada" disse lei andandosi a sedere nuovamente sulla poltrona e immergendosi nuovamente nella lettura, la quale purtroppo venne interrotta nuovamente dalla stessa voce di qualche minuto prima.

"Così si accolgono gli ospiti, Granger? Nessuno ti ha insegnato la buon'educazione?" chiese poco garbatamente lui.

"Cos'altro vuoi Malfoy, che ti pulisca il culetto come mammina?" disse lei senza alzare gli occhi dal libro.

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