Non vedo dove sia il problema

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Jirou's pov

Vidi Kaminari andarsene infuriato nell'incredulità generale, mi misi le mani nei capelli e guardai il pavimento. Stavolta ero stata io a sbagliare. Avevo sbagliato tutto. Avevo sbagliato a non dirlo subito ai miei genitori. Avevo sbagliato a non raccontare nulla a Denki. Avevo sbagliato a non scusarmi subito. Avevo sbagliato pure la scelta di parole nel spiegargli la situazione.
Questa volta ero stata egoista, non avevo pensato ai suoi sentimenti, non avevo provato a vedere le cose dal suo punto di vista ed ora avevo paura, paura di perderlo ed al contempo paura della reazione di mio padre se gli avessi raccontato tutto. Dovevo trovare una soluzione.
Mi alzai coprendomi il volto con le mani per non far vedere le lacrime che avevano iniziato a rigarmi le guance e mi diressi in camera mia.
Mi stesi sul letto a guardare il soffitto, fuori era nuvoloso ma comunque non accesi la luce, ero immersa nella penombra. Immaginai cosa sarebbe successo se non avessi fatto nulla, probabilmente Denki mi avrebbe lasciato, non lo avrei biasimato, chi starebbe con una persona che non ha il coraggio di mostrare al mondo il proprio amore. All'improvviso mi sentii come una nave in fondo all'oceano: abbandonata, sola ed al buoi. Non lo avrei permesso.
Mi misi in piedi e mi diressi verso la camera di Momo, bussai con forza ma nessuno mi rispose, doveva trovarsi da Todoroki visto che non era in sala comune.
Mentre camminavo con passo deciso nessuno di quelli che incontrai lungo il tragitto provò a parlarmi, né Sero né Shoji, dovevo avere uno sguardo incredibilmente determinato nonostante qualche lacrima continuasse a scendermi dagli occhi.
Bussai ma nessuno mi rispose, così riprovai con più aggressività. Mi aprì Shoto con la sua solita espressione vuota.
"Oh ciao Jirou, sei qui per me o per Yaoyorozu?" chiese con uno sguardo impassibile.
"Per Momo, ma non ci sono problemi se ci sei anche tu" in fondo Todoroki è una persona riservata ed affidabile, dubito andrebbe a raccontare qualcosa di privato come il discorso che devo fare con Yao.
"Entra pure"
Momo era in ginocchio al tavolino, stavano prendendo il tè prima che li interrompessi.
"Ciao Jirou, cosa è successo? Stai piangendo?"
"Ho combinato un disastro, non ho ancora avuto il coraggio di dire a mio padre che mi sono fidanzata con Denki che si è infuriato, giustamente, perché crede che mi vergogni di lui"
"Ma non è così, vero?"
"Certo che no, so perfettamente che è un ragazzo pieno di difetti ma è il MIO ragazzo pieno di difetti"
Nel pronunciare queste parole le lacrime ripresero a scorrere più copiose.
"Allora non vedo dove sia il problema, dì a tuo padre che ti stai con Kaminari e la faccenda sarà risolta" intervenne Shoto con freddezza.
"Todoroki ha ragione, tuo padre non mi sembra una persona cattiva, da come me lo hai sempre descritto" aggiunse Yaoyorozu.
"E' una persona fantastica, con lui rido e scherzo sempre, ma per qualche motivo quando si parla di fidanzati diventa serio ed iperprotettivo e dubito che gli andrebbe a genio un tipo come Denki"
"Non puoi saperlo finché non glielo presenterai, un padre vorrebbe solo che la proprio figlia fosse felice, la festa di natale gli darà l'occasione di vedere coi propri occhi come Kaminari sia la persona adatta a te"
"E' facile parlare per te. Ai tuoi genitori hai mostrato il figlio del nuovo number one"
"Quello che dici è vero, ma, anche se sembra strano, i miei genitori non mi hanno mai fatto pressioni perché trovassi un fidanzato di buona famiglia, volevano soltanto che trovassi la persona giusta per me. Ovviamente sono stati molto contenti che questa persona sia stata Todoroki, si trovano benissimo con lui"
"Venendo da una situazione famiglia complicata la loro tranquillità mi mette a mio agio" spiegò Shoto.
"Non dire così, tua sorella e tuo fratello sono molto simpatici e non vedo l'ora di conoscere tua madre, anche se il solo pensiero mi agita"
"Ti ho già detto di stare tranquilla, le piacerai sicuramente, devi avere un po' più di fiducia in te stessa" le disse mentre si metteva a sedere accanto a lei e le prendeva la mano.
Rimasi un attimo ad osservare quella scena e capii che anch'io dovevo avere più fiducia in Denki ed in mio padre, Kaminari avrebbe sicuramente fatto bella figura con mio padre ed a sua volta lui avrebbe capito quanto sia importante per me quel biondino elettrico.
"Grazie mille ad entrambi" dissi mentre mi alzi e mi inchinai per ringraziarli "ora so cosa devo fare: alla festa di natale dirò finalmente a mio padre che Kaminari è il mio fidanzato che gli piaccia o no"
Senza aspettare una loro risposta uscii dalla stanza. Quella sera avrei parlato a Denki.

Kaminari's pov

Scesi in sala comune solo per cenare, mi sedetti tra Mina e Sero ma comunque non parlai con nessuno. Purtroppo sono fatto così, o sono solare con tutti o sono scontroso con tutti, è un mio difetto ma non riesco a fare nulla per limitarlo.
Finita la cena diedi una mano ad Iida e Kirishima a pulire i piatti, anche se non era il mio giorno prestabilito per farlo, quasi come per farmi perdonare dell'essere stato di pessima compagnia, e mi diressi verso la mia camera. Non feci in tempo a fare il primo gradino delle scale che qualcuno mi afferrò per la manica, era Jirou.
"Ehy Denki" disse lei con uno sguardo triste.
"Cosa vuoi?" chiesi con aria infastidita.
"Vorrei parlarti di una cosa"
"Non ho nulla da dire"
"Ti prego" disse con tono supplichevole.
"E va bene" conclusi alzando gli occhi al cielo, irritato.
"Non qui però, potremmo andare in camera tua?"
Feci un cenno con la testa e salimmo i gradini. La feci accomodare e mi sedetti sul letto, lei si piazzò in piedi di fronte a me.
"Ci ho riflettuto ed hai ragione, ho detto delle cose orribili e mi sono comportata da egoista, non ho pensato a come le mie azioni avrebbero potuto farti sentire" mentre diceva ciò iniziò a piangere.
Si buttò addosso a me abbracciandomi, finimmo così entrambi coricati sul mio letto con lei che affondava la testa nel mio petto.
"Ma non voglio che pensi che mi vergogni di te, tu sei tutto per me. Non abbandonarmi, ti prego"
La sua voce si fece ancora più rotta dal pianto.
Maledetto me, non riesco proprio a rimanere arrabbiato con lei, indipendentemente da ciò che faccia o dica. Non ce la faccio a vederla triste, mi basta una sua lacrima per rompermi in mille pezzi.
Le misi una mano sulla testa ed iniziai ad accarezzarla, lei alzò lo sguardo e mi osservò con gli occhi umidi e le guance segnate. La misi in ginocchio sul letto mentre io ero seduto davanti a lei con le gambe che la circondavano, le poggiai una mano sulla guancia ed incominciai ad asciugarle le lacrime.
"Non dirlo neanche per scherzo, non ti lascerei mai" dissi mentre con il braccio libero l'abbracciavo "ma dobbiamo trovare una soluzione a questa situazione"
"E' per questo che sono qui, oltre che per scusarmi, volevo dirti che ho intenzione di mettere in chiaro le cose coi miei genitori dopodomani, alla festa di natale"
Questa notizia mi lasciò spiazzato, volevo che chiarisse le cose col padre ma non mi aspettavo lo facesse con me presente.
"So che probabilmente sei agitato" disse come se mi avesse letto il pensiero "lo sono anch'io. Ma sono sicura che se vedrà coi propri occhi che persona fantastica tu sia non farà storie"
Deglutii come se dovessi buttare giù una medicina molto amara, non sapevo se ce l'avrei fatta a fare una bella figura agli occhi dei suoi genitori.
Kyoka capì il mio stato d'animo, mi prese il viso nelle sue mani e mi diede un lungo bacio, dopo di che mi stese sul letto e si coricò accanto a me.
"Ti va se per rilassarti un po' stasera dormissi qui con te?" mi sussurrò all'orecchio con una voce volutamente sensuale che mi fece crescere la libido alle stelle.
Non avevamo ancora fatto l'amore ma già ci regalavamo a vicenda dei piaceri che andavo ben oltre il bacio, lei era particolarmente brava con le mani, probabilmente per tutta la manualità acquisita con gli strumenti, anche se ovviamente non lo avrei mai detto ad alta voce, mentre il mio allenare la lingua parlando in continuazione alla fine si rivelò utile.
"S-sarebbe fantastico" risposi mentre la stringevo più vicino a me. Mi girai verso di lei, mi avvicinai al suo orecchio e le morsi leggermente un jack, cosa che sapevo piacerle particolarmente.
"Perché secondo me anche tu hai bisogno di distenderti un po'"
Quella sera ci aiutammo a dimenticare tutti i problemi in un modo che andava oltre le parole.

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