Jirou's pov
Mi risvegliai in un letto di ospedale.
Sentivo una sensazione calda al mio braccio destro, si trattava di mia madre che si era addormentata su di esso, non ero mai stata così felice di vederla.
Guardai l'orologio appeso nella mia stanza, erano le due del mattino.
Cercai di mettermi seduta senza svegliarla quando mio padre entrò in camera con due caffè americani in mano.
"Tesoro ti sei svegliata" esclamò mentre correva verso di me.
Posò i due bicchieri sul comodino e mi abbracciò forte, tutto questo movimento scosse mia madre.
"Grazie al cielo hai ripreso conoscenza" disse mentre si strofinava gli occhi per la stanchezza "i medici ci avevano detto che non era nulla di grave, solo uno svenimento dovuto al calore ed allo shock, ma eravamo comunque preoccupati per te"
"E visto che ci avevano detto che ti saresti rimessa presto abbiamo deciso di aspettare qui"
"Grazie mille" dovevo essere veramente grata per avere dei genitori così "ma non dovevate. Comunque, ora che sto bene potete tornare a casa a riposarvi"
"Ha ragione" intervenne il medico che era entrato nella stanza "ora non c'è più nessun pericolo, lei dovrà restare qui ancora tutta la giornata per dei controlli ma lunedì potrà tranquillamente tornare a scuola"
"Va bene, allora ci rivedremo non appena ti dimetteranno"
Entrambi mi diedero un bacio sulla fronte ed uscirono dalla stanza.
Immediatamente i miei pensieri si diressero a Denki, non avevo avuto il coraggio di parlarne coi miei, non volevo farli preoccupare con la mia agitazione, ma adesso che ero sola non potevo pensare ad altro.
Dov'era? Era sopravvissuto? Si sarebbe ripreso?
Quelle domande non mi davano pace, dovevo avere una risposta.
Nonostante fossi stata incosciente per più di dodici ore ero incredibilmente stanca, le mie palpebre si fecero pesanti e mi riaddormentai."Sveglia Jirou!"
Queste parole risuonarono nella mia testa, erano assordanti. Mi alzai di soprassalto e vidi i visi entusiasti di Mina e Toru, dovevano essere state loro a gridare.
"Ragazze cercate di abbassare il volume della voce, stava ancora dormendo" disse Momo mentre entrava nella camera seguita da Tsuyu ed Ochaco.
"Sono così felice di vedervi" dissi sorridendo.
"Ci hanno dato il permesso di farti visita e non abbiamo esitato a farlo" rispose Uraraka con la sua solita allegria.
"Ed abbiamo grandi notizie" aggiunse Asui.
"Abbiamo parlato col medico e lui ha pensato che sarebbe stato un bel gesto se fossimo state noi a dirtelo" proseguì Ashido.
"Hanno eseguito dei test sui proiettili sequestrati ed a quanto pare alcuni di quelli contengono una cura al siero, in poche parole recupererai il tuo quirk" spiegò Momo entusiasta.
Quasi mi ero scordata di aver perso la mia unicità, era una cosa superflua visto che il mio compagno poteva aver perso molto di più.
"Non sembri molto felice della notizia" disse Tsuyu vedendo il mio sguardo pensieroso.
"Nono, sono felicissima, ma sono preoccupata per Kaminari. Voi sapete se sta bene?"
Le ragazze si guardarono a vicenda per poi scuotere la testa sconsolate.
Rimanemmo a chiacchierare fino a che non finì l'orario delle visite, dopo di che le mie compagne si congedarono.
Mi alzai dal letto e andai a sgranchirmi le gambe nel corridoio. Mi affacciai alla finestra, che si dava sull'ingresso dell'ospedale, e vidi arrivare la famiglia di Denki.
Corsi giù per le scale ed inizia a cercarli reparto per reparto, corridoio per corridoio, piano per piano. Dopo quasi 45 minuti li trovai, ero sfiancata dalla corsa.
Avevano appena finito di parlare con un dottore e si stavano incamminando verso l'uscita, nella mia direzione.
Erano bianchi in viso, con lo sguardo cupo, la peggiore delle idee mi attraversò la mente in quel momento.
"Buongiorno signore e signora kaminari" dissi inchinandomi "ed ovviamente ciao anche a te Akihiko"
Credo che entrambi capirono quali fossero le mie intenzioni.
"Perché non vai con papà a prendere qualcosa da bere" disse la madre al figlio "mamma deve parlare con la moglie di Denki"
Lui annui sorridendo, prese il padre per mano e si incamminò.
"Come sta?" chiesi senza giri di parole con gli occhi pieni di preoccupazione.
"Forse è meglio sedersi" rispose indicando una delle panche per gli ospiti che si trovavano nel corridoio.
"Il proiettile ha mancato il cuore di un paio di millimetri ma ha rotto lo sterno, insieme a molte costole, e bucato un polmone, ha perso molto sangue. Oggi si è sottoposto al primo di numerosi interventi per rimuovere le schegge d'osso che rischiano di raggiungere il cuore. Non sappiamo per quanto resterà incosciente, sempre che prima vadano a buon fine tutte le operazioni, ed anche quando avrà superato questa fase le sue capacità polmonari saranno ovviamente dimezzate"
La osservai incredula, sembrava ormai rassegnata, come se il destino di suo figlio fosse già scritto.
Nella mia mente si era fatto largo un altro sentimento: la speranza. Denki era vivo, non importava quante difficoltà avrebbe dovuto affrontare per tornare quello di prima, lui ce l'avrebbe fatta. Lui doveva farcela. Io avevo ancora bisogno di lui e sapevo che lui aveva bisogno di me, ora più che mai. Non avrei potuto aiutarlo fisicamente in questa sua battaglia ma ero certa che nel suo cuore, mai vulnerabile come in questo momento, mi percepiva al suo fianco. Mi piaceva pensare che fosse stato quel mio balzo disperato al momento dello sparo ad avergli evitato la morte.
Presi una sua mano tra le mie, lei alzò la testa e mi guardò. Le sorrisi, come Denki mi aveva sorriso un attimo prima di accasciarsi a terra.
"Sorrida anche lei, anche se so che può suonarle strano. Suo figlio è vivo, lei non ha assistito alla scena, ma deve essere grata per questo. Il nostro Denki ce la farà, ne sono certa. Finisce sempre nei guai, non è la prima volta e non sarà certamente l'ultima, ma non molla e non abbandona le persone care, quindi deve stare tranquilla, non ci abbandonerà questa volta"
Sul suo viso non comparve un sorriso ma, comunque, si addolcì.
"Mamma, mamma" disse Akihiko mentre correva verso di noi, lasciando indietro il padre "ora possiamo andare a svegliare fratellone e tornare a casa?"
"Certo, torniamo a casa, ma dobbiamo lasciar riposare Denki. Torneremo a trovarlo domani" rispose con uno sguardo pieno di premura.
"Uffa, perché lui può dormire quanto vuole?"
La madre non rispose a questa domanda. Si alzò e prese per mano il figlio.
"Grazie mille Kyoka, riprenditi anche tu il prima possibile"
"Ciao Kyoka" aggiunse Akihiko, accompagnando le parole con un gesto della mano.
"Buona giornata" risposi inchinandomi.Il giorno dopo, lunedì, venni dimessa. La mattina vennero i miei genitori a prendermi e mi accompagnarono alla UA. Mi andai a stendere nella mia camera ad aspettare la fine delle lezioni, quando i miei compagni rientrarono nel dormitorio venni sommersa di domande, come immaginavo.
La maggior parte delle domande riguardavano la mia salute e cosa fosse successo dopo che io e Kaminari eravamo spariti, quando gli animi si furono calmati Sero e Kirishima mi presero da parte e mi chiesero, preoccupati, quali fossero le condizioni di Denki. Mi aspettavo che qualcuno avrebbe fatto sta domanda, e non mi sorprese che a farmela fossero stati i suoi due migliori amici, ma nonostante ciò non sapevo che rispondere. Era giusto che sapessero come stava realmente il loro amico ma al contempo non sapevo se la sua condizione dovesse rimanere riservata o qualcosa di simile, inoltre non volevo far preoccupare troppo la classe.
"State tranquilli, si riprenderà, ma non so quanto ci vorrà"
"Mi sembra un po' vaga come risposta" ribatté Eijiro.
"E da quanto ha raccontato Midoriya non ci sembra una situazione in cui stare tranquilli" aggiunse Hanta.
Quelle parole mi fecero tornare in mente le immagini di Denki coricato nella pozza del suo stesso sangue e mi si inumidirono gli occhi.
"Lasciatela in pace idioti" tuonò alle loro spalle Bakugo "sapremo tutto quando sarà il momento. Farle ora queste domande non cambierà nulla a voi e farà solo star male lei"
"Katsuki ha ragione" concluse Kirishima, dopo di che si scusò e si allontanò portandosi dietro Sero, avevano entrambi uno sguardo preoccupato, li capivo.
"Grazie" dissi a Bakugo con un tono di vera gratitudine, non avrei saputo come uscire da quella situazione senza il suo aiuto.
"Tsk" rispose con uno sguardo indifferente ma che copriva chiaramente la sua felicità per aver aiutato qualcuno.
Il giorno dopo ripresi le lezioni con i miei compagni e tutto sembrò essere tornato alla normalità, a parte l'assenza di Denki ovviamente. Ogni tanto chiedevo il permesso ai professori di andare in ospedale ma una volta arrivata i medici mi impedivano di vederlo, mi incontrai qualche volta coi suoi genitori, erano sempre molto gentili ed Akihiko era sempre felice di vedermi, ma nonostante ciò neanche loro potevano dirmi molto sulle condizioni di loro figlio.
Il tempo passava, i giorni divennero settimane e le settimane mesi, tre per l'esattezza, senza sapere nulla del mio Kaminari.
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Light and Sound (luce e suono)
FanfictionSta per iniziare il secondo anno alla UA (o Yuei) per Midoriya e compagni, ma una importante realizzazione di Kaminari sta per portare dei cambiamenti nel suo rapporto con Jirou. A cosa porterà tutto ciò? Ship presenti: Kamijirou, Todomomo, Tokotsuy...