Capitolo 23

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Pov's Eren
Al ritorno dal luna park torniamo a casa mia e mentre io vado a farmi una doccia Levi si mette a preparare qualcosa per pranzo.

Torno in cucina con un paio di pantaloni della tuta e senza maglia andando verso Levi e abbracciandolo in vita.
Allaccio le mie braccia attorno ai suoi fianchi e poggio la testa sulla sua spalla, deve essersi cambiato anche lui perché ora indossa la felpa che gli ho regalato ieri alla partita senza nulla sotto e profuma di muschio, amo il suo profumo.

-Che prepari?- chiedo lasciando un bacio sotto il suo orecchio
-Un piatto italiano, penso che ti piacerà molto- mi risponde spostando leggermente la testa per darmi più spazio sul suo collo
-Se lo cucini tu sicuramente- inizio a lasciare una scia di baci umidi dalla sua guancia scendendo fino alla sua scapola -Che piatto è?- domando di nuovo
-Carbonara- si lascia sfuggire un sospiro

-Ti aiuto dai, cosa devo fare?- chiedo staccandomi quando mi rendo conto che non riesce a cucinare in quella posizione.
-Prendi le uova e sbattile con del parmigiano dentro quella ciotola- mi indica un contenitore sul tavolo.

Prepariamo quello che sarà il nostro pranzo chiacchierando del più e del meno e appena finiamo ci mettiamo seduti uno di fronte all'altro mangiando.

Finito di pranzare ci alziamo mettendo le stoviglie sporche nel lavello e andandoci a sedere sul divano.
Sono riuscito a convincere Levi a non lavarle subito ma a farle stasera insieme alle altre solo promettendogli di fargli almeno un ora di coccole.

Ci sdraiamo sul divano io sotto e lui sopra di me poggiando la guancia sul mio petto, prendo uno dei plaid ordinatamente piegati sul divano stendendolo per coprirci e inizio a coccolare il mio piccolo peluche corvino.

-Eren- mi chiama dopo circa dieci minuti di silenzio
-Dimmi amore- gli accarezzo i capelli
-Ieri..... avevo detto che ti avrei parlato..... penso sia il momento giusto per farlo- stringe di più le braccia attorno al mio busto

Finalmente, oggi è stato tutta la mattina sovrappensiero e sono sicuro fosse per questo, se non si toglie questo peso ora non lo farà più.

-Sono qui, pronto ad ascoltarti, prenditi tutto il tempo che vuoi, io rimarrò qui e non ti metterò fretta- gli lascio un bacio sulla fronte continuando ad accarezzargli i capelli.

-Bene allora... partiamo da principio mia madre era una prostituta, una sera, dopo un rapporto a quanto pare non protetto si è resa conto di essere rimasta incinta. A quei tempi vivevamo in Francia dove l'aborto è illegale per cui lei è stata costretta a tenermi con se. Essendo frutto di un rapporto con uno dei suoi clienti non so nemmeno chi sia mio padre e probabilmente quell'uomo non sa di aver messo incinta mia madre e di avere un figlio. Mia madre è stata appunto obbligata a portare avanti la gravidanza ma appena ha potuto ha cercato di togliersi questo peso e a circa tre mesi mi ha affidato a suo fratello, mio Zio Kenny, con cui mi sono trasferito qui. Ho vissuto i primi cinque anni della mia vita in maniera fantastica, mio zio aveva un lavoro molto ben retribuito quindi vivevamo in una grande villa, avevo tantissimi giocattoli e ogni volta che chiedevo qualcosa dopo nemmeno due giorni era mia. Al compimento dei miei cinque anni mio zio iniziò ad avere problemi con il suo lavoro e ha dovuto iniziare a vendere prodotti sperimentali. Tanto per chiarire lui lavorava in una farmacia e vendeva ai clienti delle droghe spacciandoli come medicinali molto potenti vendendoli a carissimo prezzo e ovviamente non poteva vendere prodotti sperimentali senza averli testati su qualcuno e quale migliore cavia se non il ragazzino che ti sei ritrovato tra capo e collo da un giorno all'altro e per il quale hai dovuto spendere un sacco di soldi tra scuola e il necessario per mantenerlo? Iniziai ad essere la sua cavia, provava su di me circa due o tre sostanze diverse al giorno, si tratteneva per evitare che collassassi e ci rimanessi secco. Questa storia è andata avanti per due anni, al compimento dei miei sette anni la sua azienda fallí totalmente e si ritrovò disoccupato da un giorno all'altro. Da allora i "test" finirono e io ero così felice, pensavo che quell'inferno si fosse realmente concluso, come mi sbagliavo.
Mio zio iniziò a frequentare dei pub il pomeriggio e inizio a tornare a casa sempre più ubriaco. Una sera quando rientrò mi ritrovò in salone, era così ubriaco che iniziò ad insultarmi dicendomi che da quando ero entrato nella sua vita gliela avevo solo peggiorata. Diceva che era colpa mia se aveva perso il lavoro, perché non gli avevo permesso di provare sostanze migliori in quanto il mio corpo non le reggeva. Diceva che per colpa mia aveva dovuto spendere una fortuna e era rimasto al verde a causa delle spese che aveva fatto per me.
Quel giorno l-lui mi i-incatenò al letto e... e mi v-violentò.
D-durante il r-rapporto mi picchio più volte e c-continuò ad i-insultarmi.- si ferma un attimo per regolarizzare la voce che si era incrinata non appena aveva pronunciato quella frase.
-Andò avanti così per un anno.
Più o meno due volte a settimana lui usciva la sera, si ubriacava come un maiale e mi violentava. Un'anno dopo, quando io avevo 8 anni uscì di casa dicendo che sarebbe andato a comprare qualcosa per il pranzo e non tornò più. Vissi da solo per circa un anno poi si presentò a casa mia una ragazza molto simile a me e mi disse di essere mia cugina, passammo insieme un sacco di bei momenti, ci divertivamo a fare scherzi telefonici con il suo cellulare alle sue compagne di scuola, dopo le lezioni veniva da me e passavamo il pomeriggio a divertirci insieme, solo che con il passare del tempo iniziò ad essere sempre più distaccata, veniva meno da me, passavamo sempre meno tempo insieme e quando stava con me mi trattava come se qualunque cosa facessi la infastidissi. Dopo non so quanto tempo da quando la conobbi iniziò anche lei come faceva lo zio ad insultarmi e delle volte mi picchiava anche. Rimasi in quella casa a vivere da solo e con mia cugina che a volte veniva e mi maltrattava fino ad undici anni, poi non sopportando più la situazione che mi toccava vivere tutti i santi giorni scappai.
Per qualche mese vissi per strada facendo il barbone e rubando a volte qualche spicciolo per poter mettere qualcosa sotto i denti finché non incontrai Hanji. Lei aveva appena perso i suoi genitori e viveva da sola in casa, aveva solo otto anni, era molto piccola e ingenua e mi ospitò a stare da lei, fortuna che fossi io, non oso nemmeno immaginare cosa le sarebbe potuto accadere se invece di me avesse incontrato qualche male intenzionato. Iniziammo a "convivere", se così si può dire, e io diventai il suo fratellone.
Io credo che incontrare Hanji sia stato per me come trovare la luce alla fine del tunnel pieno di sofferenze in cui avevo vissuto per otto anni.
Ora, nonostante io non sia così popolare a scuola, non abbia mai avuto amici e sia sempre stato preso di mira da quei quattro scimmioni che anche tu hai incontrato, si può dire che, fino a qualche settimana fa, credevo di star vivendo il periodo più bello di tutta la mia vita- conclude alzando finalmente il volto dal mio petto e incrociando il mio sguardo

Help Me Please  ~  EreriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora