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Gemma quella mattina l'aveva chiamato e dichiarato quanto non vedeva l'ora di incontrare Louis, che lei si ostinava a chiamare "cognatino".
- Voglio conoscerlo. - Aveva detto. - E ovviamente darvi la mia benedizione.
Forse cedere alle sue richieste e mandarle alcune foto del suo ragazzo non era stata una buona idea: appena viste, la ragazza era entrata in modalità fangirl. Harry dall'altro canto era preoccupato. Quel giorno era il loro primo mesiversario, avrebbe dovuto parlare con Niall (e uscirne indenne, senza niente di rotto preferibilmente), presentare sua sorella al suo ragazzo e viceversa e organizzare qualcosa di speciale. Era ancora indeciso sul bagno con petali di rose o la cenetta romantica in terrazza.
Quello che non aveva assolutamente programmato era la chiamata di Niall e la sua strana richiesta. Tuttavia non fece domande e lo ascoltò: doveva comunque parlarci, quindi salì in auto e inserì le coordinate.
Le coordinate corrispondevano al posto che più Harry odiava al mondo: il cimitero. Non importava in quale città fossero situati, erano così freddi che sembravano risucchiare tutta la vitalità dei dintorni. Harry non riuscì mai a capire se era così per via di quello che simboleggiavano o semplicemente per il bianco che regnava. Da bravo studente di disegno, odiava il bianco. Per lui era qualcosa di insignificante, un vuoto che andava riempito. Non tutti i suoi colleghi la pensavano così, certo. Ma personalmente aveva sempre pensato che il bianco non fosse nemmeno un colore.
Notò Niall seduto davanti ad una lapide, che sembrava più nuova e lucida rispetto alle altre e lo raggiunse.
- Ehi.
Niall non spostò lo sguardo. Non sembrava triste o abbattuto. Solo rassegnato. Puntò il dito alla scritta in stampatello e mormorò un nome. Un nome che non era del tutto sconosciuto all'udito del riccio.
- Liam Payne.
Harry aggrottò le sopracciglia. Louis a volte (molte volte) si era lasciato scappare quel nome ma poi diventava così triste che il riccio perdeva il coraggio di chiedergli qualsiasi cosa. Forse poteva finalmente avere delle risposte.
- Chi è?
Nialla accarezzò la scritta. - Il mio migliore amico. Mio fratello. Ed è morto per colpa mia.
Quelle parole ebbero l'unico effetto di confonderlo ancora di più.
- Niall, non credo che..
- Non interrompermi, ti prego. - La sua voce si spezzò alla fine. - È già abbastanza difficile così. E tu hai bisogno di sapere. Josh vuole che te lo dica.
Harry annuì e gli diede il tacito consenso di proseguire. Non gli chiese nemmeno chi fosse questo Josh.
- Io, Lou e Liam siamo sempre stati molto uniti. Liam ed io avevamo la stessa età ma lui era più dolce. E maturo.
Le sue labbra si mossero in un sorriso.
- A scuola tuttavia facevamo parte di due gruppi completamente diversi. Mentre io passavo il mio tempo con i punk, lui era un vero e proprio nerd. Ma a modo suo si occupava anche di me. È sempre stato molto responsabile.
Harry non vedendo altro da fare, si sedette accanto all'irlandese.
- Era l'ultimo anno del liceo. Il ragazzo a capo del mio gruppo.. - asciugò una lacrima sfuggita col dorso della mano. - ..era Zayn Malik. Ho avuto una cotta per lui dal terzo anno, ma lui aveva occhi soltanto per Liam. Io.. ero geloso del mio stesso fratello.
Il riccio ascoltava in silenzio senza fiatare.
-Le cose peggiorarono quando Liam cedette alle sue avances e cominciarono ad uscire insieme. Mi sentivo tradito da Liam perché non riusciva a vedere quanto io stessi soffrendo.
Percepì l'aria farsi più gelida e nuvole nere invadere il cielo. - Oh Niall.
- Mi odio per quello che ho fatto, Harry. Sono stati insieme per molto. Fino all'anno scorso. E Liam è morto per un mio stupido capriccio!
Harry scosse la testa tentando di tranquillizzarlo.
- Proprio un anno fa, il giorno di oggi, ho fatto l'errore più grande della mia vita. Liam non voleva che andassi a questa festa perché sapeva che giravano droghe e anche molto pericolose. Io non l'ho ascoltato. Volevo dimostrargli che non avevo bisogno di lui che mi facesse da balia, che sono abbastanza bravo da prendermi cura di me stesso.
Niall deglutì il groppo che aveva in gola. Era difficile per lui proseguire e Harry lo capiva. Chissà da quanto si portava tutto quanto dentro. Forse alcune cose, come la sua cotta per Zayn, non le sapevano nemmeno Maura o Louis.
- Louis quel giorno era a letto con la febbre. Così Liam ha chiamato Zayn per farsi accompagnare alla festa, per farmi ragionare. Ma Zayn è sempre stato un tipo instabile. Amava Liam, su questo non ho mai avuto nessun dubbio, ma nonostante i mille tentativi di mio fratello non è mai riuscito a smettere di bere e drogarsi. La sua situazione familiare non era dei migliori. Gli ultimi mesi era ridotto anche peggio. Liam non diceva nulla ma spesso tornava a casa con lividi e segni di dita sul polso.
Niall prese un enorme sospiro. Harry lo studiò e cercò di indovinare le prossime parole.
- Quella sera era già ubriaco come capitava spesso per le feste. Erano diretti alla festa ma.. - soffocò un singhiozzo. - Un incidente. Liam.. lui morì sul colpo. Non potemmo fare nulla. E io.. io l'ho odiato per anni. Solo perché lui è riuscito dove io ho fallito. Sono.. sono stato un amico terribile!
Crollò tra le braccia di Harry che lo strinse a sé e pianse liberamente le sue lacrime. La pietra che aveva depositato nel petto si stava finalmente sciogliendo.
- Cosa è successo a Zayn?
Niall stava respirando a fatica. - È ancora in terapia per quanto ne so. Si ritiene responsabile per ciò che successe.
Harry rifletté e collegò tutto.
- È per questo che sei così protettivo nei confronti di Louis? Perché temi che una cosa del genere possa ricapitare?
Niall annuì, staccandosi. - Non posso permettermi di perdere anche lui. Ne morirei.
Harry rimase in silenzio a lungo prima di prendere la decisione più difficile della sua miserabile vita.

- Un mese è troppo presto per dire "ti amo"?
Stan avrebbe voluto strozzare l'amico, chiuderlo in un sacco e darlo in pasto ai coccodrilli dello zoo di suo padre. Che diamine ne sapeva lui se un mese era troppo presto? Lui non aveva mai avuto una relazione seria e non ne aveva vista una manco col binocolo.
- Louis, non è mai troppo presto per dire "ti amo" ma che ne dici di parlarne dopo, fuori da questo sudicio bagno e lasciarmi pisciare in pace?
Louis sbuffò, incrociando le braccia mentre Stan roteò gli occhi e si sistemò meglio i pantaloni, uscendo.
- Che ti prende oggi, Lou? Sei più iperattivo del solito. - Aprì il rubinetto e si lavò le mani. - Cazzo, mi hai pure seguito in bagno come fanno le ragazze.
Louis si fece scappare una smorfia disgustata ma quelle parole lo fecero riflettere. Era vero. Era stato inquieto tutta la mattinata, a malapena aveva seguito le lezioni e aveva un pessimo presentimento. Tutte cose non da lui insomma. Forse perché era l'anniversario della morte di Liam. O forse perché Harry avrebbe parlato quel giorno a Niall di loro.
Sospirò. - Scusami, Stan. Sto poco bene.
- Sì, di testa. - Borbottò l'altro.
Il castano fece per rispondere, magari con una battuta acida, ma il suo cellulare vivrò nelle tasche. Lo prese e dopo aver controllato il mittente, aggrottò la fronte.
- Guai in paradiso?
- È un messaggio di Haz. Chiede di andare da lui. Subito.
Stan alzò un sopracciglio. - Non ci vedo nulla di strano.
L'espressione dubbiosa dal volto del castano non sparì. - Lui non manda mai messaggi. Solitamente chiama.
Tuttavia non perse tempo. Salutò l'amico e uscì dall'edificio.
Trovare un taxi non fu difficile ma questo non gli impedì di bagnarsi il cappotto per via della pioggia leggera. A volte detestava Londra.
La cosa sconcertante fu trovare le luci della casa Styles spente. Scese dal taxi e pagò. - Si tenga il resto.
Salutò James, il maggiordomo, che era sul punto di salire nell'auto e alla domanda di Louis su dove stesse andando rispose con "A prendere la signorina Gemma alla stazione". Era un'occhiata preoccupata quella? Louis non conosceva la sorella di Harry ma molte volte aveva giocato con i suoi smalti. Sperò che la ragazza non se ne accorgesse.
Scrollò le spalle e si diresse nell'appartamento.
Trovare Harry, quello sì che fu complicato. Il ragazzo era affacciato alla finestra e guardava le goccioline di pioggia. Ma se l'ha visto arrivare, perché non era sceso?
- Harry? - Si avvicinò con cautela, intuendo che ci fosse qualcosa che lo turbasse. Avvolse il suo braccio con le proprie dita e lo costrinse a voltarsi. Ma non si aspettava di incontrare degli occhi vuoti, privi di qualsiasi allegria.
- Harry, cos'è successo?
Il riccio si liberò bruscamente e spinse il minore all'indietro. Sembrava disgustato dal suo tocco.
- Smettiamola con questa pagliacciata, Louis.
Il castano rabbrividì e il freddo che invasero le sue ossa non aveva niente a che fare col gelo che entrava dalla finestra spalancata.
- Har..
Il riccio inarcò un sopracciglio. La luce del tramonto che filtrava rendeva il suo viso bellissimo. E freddo.
- Non l'hai ancora capito? Ti ho preso in giro, Louis.
Scoppiò a ridere.
Louis lo afferrò per il gomito e lo scosse con forza. - Harry, che diavolo stai dicendo? Noi due ci frequantiamo da un mese. Usciamo insieme, ci baciamo, facciamo l'amor..
- Scopiamo. - Ringhiò Harry, facendo fare un passo indietro all'altro. -E devo dire che sei stato anche molto soddisfacente. - Ghignò. - Più di quanto mi aspettassi.
Louis percepì il pavimento sparire da sotto i suoi piedi, tutto quello che sentiva era oscurità che lo avvolgeva e risucchiava via la sua vita. Possibile che avesse commesso un errore simile? Possibile che Harry lo avesse usato come un corpo su cui sfogare i suoi istinti primordiali e adesso fosse arrivato l'ora della resa dei conti? Non riusciva nemmeno più ad incontrare lo sguardo del maggiore.
- N..no - balbettò, sentendosi sopraffatto. Indietreggiò finché non sbatté contro qualcosa. - Harry, stai mentendo. È uno scherzo, vero?
Respirò a fatica come se l'aria fosse fatta di acido.
- Dovevi dirlo a Niall oggi, ricordi? Io.. io ti dovevo dire che.. ti amo.
"Che mi sono stupidamente innamorato di te"
Harry si voltò e lo squadrò come si fissa un vestito usato. - Digli cosa esattamente? Che mi sono divertito alle sue spalle con quel verginello di suo fratello?
Un'altra risata ironica scappò dalle sue labbra. Le stesse labbra che Louis aveva percepito in ogni centimetro della sue pelle nell'ultimo mese. Sentì una morsa al cuore e poi il suo spezzarsi definitivamente.
- E addirittura amarmi? - Ghignò e si avvicinò, toccando col pollice lo zigomo del minore. Louis si scansò: quel gesto tanto naturale tra loro adesso sapeva di veleno. Conficcò le unghie nei palmi per non piangere. Non lì, davanti ad Harry.
- Sei stato solo una sfida, Louis Tomlinson. Niente di più, niente di meno. - Scrollò le spalle come se avesse appena scacciato una zanzara inutile dalla sua vita. - Onestamente mi aspettavo un livello di difficoltà maggiore. Sei stato abbastanza facile.
"Facile".
Louis strinse i pugni. I suoi occhi erano colmi di disperazione. E vergogna.
Lui, Louis Tomlinson, si era lasciato manipolare da un ragazzo. Lui che aveva sempre evitato ogni genere di sentimenti, adesso bruciava nel loro falò.
- Ti odio. - Disse e non riuscì a trattenere un singhiozzo. Doveva scappare da quella casa, allontanarsi dal riccio il prima possibile o la sua sanità mentale ne avrebbe risentito.
E fu infatti quello che fece.

Love will tear us apart (Larry)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora