11

149 12 11
                                    

- Cazzo, sono in ritardo! - Si bruciò quasi la lingua per quanto ancora fosse bollente il caffè. Ma tanto preparandolo aveva solo perso del tempo prezioso perché il contenuto della tazza finì nel lavandino sotto lo sguardo spento di Louis.
Niall lo studiò attentamente nonostante nel suo cervello sentisse il ticchettare di un orologio inesistente che lo stimolava a darsi una mossa. Ma non poteva continuare ad ignorare gli incubi del fratello.
- Lou. Vuoi rimanere a casa a dormire?
Il minore annuì. La scorsa notte si era svegliato urlando e Niall era precipitato nella sua stanza. In realtà non si era nemmeno svegliato finché l'irlandese non lo aveva scosso con forza. Si era così ritrovato stretto tra quelle braccia protettive a fissare il soffitto buio della sua camera. L'irlandese si era addormentato poco dopo accanto a lui per la stanchezza.
Niall controllò per l'ennesima volta di aver preso tutto. Quel giorno aveva laboratorio e il professore aveva più volte suggerito loro di partecipare. Non che avesse bisogno che gli venisse chiesto di farlo, l'avrebbe fatto comunque. Amava la chimica e più di ogni altra cosa, amava la chimica messa in pratica.
- Se non sbaglio nel mio cassetto ci sono delle pillole che possono aiutarti a dormire. Hai comunque lezione di pomeriggio oggi, tanto vale cercare di recuperare le ore di sonno perse.
Louis mugolò qualcosa e si alzò dal divano sparendo dietro la porta della stanza di Niall. Ne uscì poco dopo col contenitore in mano.
- Era sopra il comodino. - Mormorò, stropicciandosi gli occhi. - Ciao Nello, Buona giornata all'università.
Niall non dette segno di aver sentito, uscì di fretta e furia da casa per recarsi a lezione.

Se qualcuno avesse chiesto a Josh, lui avrebbe risposto che Niall Horan è sempre su di giri. Lo conosceva da tempo, lo aveva studiato da lontano e finalmente dopo otto lunghissimi anni erano finiti insieme e "su di giri" era perfetto per descrivere Niall.
Eppure quella mattina le batteva tutte. Le sue mani si muovevano frenetiche e il sorriso che aveva stampato in faccia era da psicopatico.
- Oggi ho laboratorio!
Sì, Josh lo sapeva. Da una settimana per essere precisi e aveva persino accompagnato Niall a prendere tutti gli elementi e i composti chimici che a lui facevano paura. Ma Niall sapeva come essere convincente. Sospettava quasi che l'irlandese avesse una cotta per il professore ma trattandosi di un vecchio con la gobba, l'alito puzzolente e un serio problema del non ricordarsi i nomi dei propri studenti, scartò l'ipotesi in fretta.
Sì, conosceva tutti i professori del proprio ragazzo, e allora?
L'errore che aveva commesso era stato dire a Niall che non aveva lezione quella mattina. Morale: il suo ragazzo (ancora per poco se continuava così) lo aveva trascinato in laboratorio e adesso frugava impazientemente tra i veleni (sì, Josh decise che erano assolutamente veleni) con la lingua stretta tra le labbra.
Niall buttò per la settima volta tutto il contenuto dello zaino nel tavolo da laboratorio mentre Josh, ormai annoiato, giocava col telefono.
Quando Niall si comportava così preferiva ignorarlo del tutto.
- Josh.
Silenzio.
- JOSH!
Il diretto interessato sbuffò trasmettendo chiaramente quanto fosse seccato, ma rivolse comunque la sua completa attenzione verso il biondo ossigenato.
- Sì, amore?
Niall roteò gli occhi. - Smettila di fare l'idiota. Ho dimenticato l'elemento principale sopra il comodin..
Sgranò gli occhi e quasi perse l'equilibrio. Per fortuna Josh lo prese per i fianchi in tempo con un cipiglio sulla fronte.
Non gli era mai capitato di vedere un Niall traballante a meno che non fosse brillo e in quel momento chiaramente non lo era.
- Niall! Stai bene?
Ma il ragazzo irlandese non riuscì a concentrarsi sulle parole piene di preoccupazione del proprio ragazzo, la sua mente viaggiava lontano.
"Era sopra il comodino."
- Lou.. - sussurrò e guardò negli occhi Josh. - Che stupido.
Aveva preso tutti gli elementi con Josh tranne uno. Quello che era tornato il giorno prima in farmacia a comprare. E che aveva semplicemente lasciato abbandonato accanto a letto dentro un contenitore.
- Josh, dobbiamo andare a casa. Penso che Louis sia in pericolo.




Harry era appena sceso dall'auto quando vide Niall e Josh correre verso di lui e nessuno dei due sembrava tranquillo.
Niall lo raggiunse per primo e afferrò il suo braccio con una morsa esagerata.
- Harry! - I suoi occhi sapevano di disperazione. - Devi accompagnarci a casa, Harry.
Il riccio inarcò un sopracciglio. Non era la prima volta che Niall proponeva una cosa del genere. Quel ragazzo amava saltare le lezioni, tanto meglio se qualcun altro le saltava con lui.
- Amico, ho un esame oggi..
- Niall pensa che Louis abbia digerito dell'arsenico scambiandolo per sonnifero. - Lo interruppe Josh.
Il collo di Harry si mosse così velocemente verso quelle parole che scricchiolò. - Hai lasciato una roba così pericolosa in giro come se nulla fosse?
Niall si strinse nelle spalle. - Io non.. sono stato uno stupido. E se le quantità ingerite sono quelle che penso siano allora.. - le sue mani tremavano eppure Harry non riuscì a provare un minimo di pena per l'amico. - ... l'avremo perso per sempre.
Quelle parole lo raggiunsero a scoppio ritardato. Successivamente non seppe nemmeno lui come riuscì a non crollare ma i suoi gesti si fecero quasi meccanici.
- Salite! - Ordinò e prese posto in auto anche lui, mandando al diavolo l'esame.
- James, supera qualsiasi limite di velocità ti venga imposto. È un ordine.




Niall inserì la chiave nella serratura con le mani che non smettevano un attimo di tremare e la sua lentezza non faceva altro che contribuire ad alzare al livello successivo i nervi di Harry. Il riccio fu costretto ad agganciarsi ad ogni briciolo di autocontrollo che possedeva (poca, data la situazione) per non strappare quelle dannate chiavi dalle mani del ragazzo e spalancare quella porta infernale.
Quando finalmente la porta si aprì, Harry ignorò i ragazzi e corse verso la camera di Louis, fregandosi per una volta di cosa avrebbero pensato Niall e Josh di questo suo strano atteggiamento. In realtà l'idea non gli passò nemmeno per l'anticamera del cervello.
- LOUIS! - Urlò a gran voce, bussando senza tregua. - Lou, apri la porta!
Eppure quella cosa non si muoveva, cercò di spingere ma la maniglia era bloccata.
- È chiusa all'interno, dannazione! - Il suo cuore batteva a più non posso e sentiva gli occhi pungere. No, non avrebbe perso Louis in quel modo. Doveva ancora dirgli che lo ama, che è stato uno stupido a lasciarlo andare. Doveva ancora prendere la sua dose meritata di schiaffi in faccia dal minore.
- Buttala giù!
Harry registrò quelle parole passivamente e non se le fece ripetere due volte. Concentrò tutte le sue forze in un unico punto, le spalle, e la sbatté continuamente contro quell'ammasso di legno. Anche Josh si aggiunse all'impresa mentre Niall chiamava Maura o forse l'ambulanza.
Harry non seppe quanto tempo passò ma la porta si arrese e si staccò dai cardini, il riccio la superò incurante per poi bloccarsi davanti allo scenario che gli si presentava.
Non era mai entrato nella stanza del minore, evitavano quella casa per i loro "appuntamenti". E forse quella visuale lo avrebbe tormentato così tanto per il resto della sua esistenza da costringerlo a non mettere mai più piede in quella stanza.
Louis dormiva. O almeno, questo è quello che sembrava a primo impatto, ma ogni traccia di colorito era sparito dalla sua pelle che adesso si presentava pallida in maniera spaventosa. Quando fu abbastanza vicino e si inginocchiò davanti al ragazzo poté notare quanto tutto ciò risultasse spettrale, come erano fredde al tatto le sue mani o quanto immobile fosse il suo petto. Era così bello mentre dormiva che quasi gli dispiacque svegliarlo.
Poi la sua parte razionale riemerse dal lago di follie e Harry tornò in sé. Doveva salvarlo. O morire con lui.

Love will tear us apart (Larry)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora