𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝑄𝑢𝑖𝑛𝑑𝑖𝑐𝑖

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Scendo dall'autobus, finalmente siamo arrivati! Tiro un sospiro di sollievo.

"Hailey! Come è andata con Austin vicino?" Domanda Flor.

"Non è successo nulla di che... non abbiamo nemmeno parlato troppo per fortuna."

"Non hai la più pallida idea di come sia stare vicino a Claire! Un incubo" si intromette Brick mettendo le braccia sulle nostre spalle.

"E pensare che fino a poco tempo fa dicevi 'ma è così carina, è gentilissima ed è una brava ragazza'" lo scimmiotto tentando di imitare la sua voce e Flor non può evitare di ridere.

Davanti a noi c'è una distesa di neve soffice che mi ricorda quando io e la mia famiglia giocavamo a palle di neve, quanto ne sento la mancanza! Mi manca andare a mangiare con mio padre nel ristorante dei Sanders e vedere quel bel sorriso solare di mia madre.

Di fronte a noi c'è un albergo, ha ancora qualche lucina natalizia all'entrata pur essendo febbraio, ci sono dei balconi in legno, il materiale con cui sono fatte molte altre parti della casa. Varchiamo la porta, alla reception ci assegnano subito le camere e le chiavi per entrarci.

Per fortuna hanno accettato la richiesta che ha fatto sì che io e Flor potessimo stare insieme in camera.

Sopra i due letti ci sono i nostri nomi associati a dei bigliettini con scritto i posti in cui lavoreremo.

"Pronta? Leggiamo."

"Aiutante in una casa di riposo"
"Cameriere in 'ristorante dei cervi'" le nostre voci si sovrappongono.

"Ristorante dei cervi? Che cazzo di nome è?!"

"Cosa devo dire io che devo badare a una banda di vecchietti che giocano a bocce?" Borbotta Flor.

"Beh, magari puoi vedere con loro le telenovelas"

"Non hai tutti i torti, se sono come abuela mi basterà accendere la TV e non dovrò più preoccuparmene."

"Guarda, mi ha scritto Brick, dice che lavora proprio in quella casa di riposo. Oh, grandioso, non starò con nessuno di voi due."

"Dai, non muori mica, in fondo è soltanto un lavoro."


***

Ci alziamo dopo il suono della sveglia per andare a fare il lavoro che ci hanno assegnato.

"Ci voleva proprio questo riposino!" Dice Flor sbadigliando.

"Non sono schizzinosa ma questo albergo non lo lavano dal 2013, hai visto la doccia?"

"Hail, qui dentro ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare" afferma Flor mentre io scoppio a ridere.

Guardo l'orologio attaccato alla parete, le lancette segnano le sedici in punto.
Ci stiracchiamo un pochino.

"Ok, vamos"

***

A pochi passi dall'albergo c'è un'insegna mezza rotta con su scritto 'ristorante dei corvi'.

"Buongiorno, vengo dall'albergo in fondo alla strada, questo è il ristorante dei cervi vero?" Chiedo a una signora sulla quarantina vicino a me.

I suoi capelli rosa sono raccolti in uno chignon, di quelli che fai completamente a caso.

"Tu devi essere quella della scuola, beh questo lavoro sarà una merda" parla con una voglia di vivere pari a zero "ah, quel cartello è sbagliato, questi hanno i soldi a malapena per pagarmi, figurati per sostituire la O con la E."

Grandioso, questo sì che è un bel posto...

Una persona quando sente 'ristorante dei cervi' pensa che facciano del cibo tipico della montagna, ma qua dentro c'è solo puzza di fritto e ci sono a malapena due clienti.

Mi accompagna dentro la cucina, ritiro tutto... se cucinassero patatine fritte sarebbe cento volte meglio.

Un cuoco sta mettendo dentro ad un piatto del brodino che puzza di marcio con dentro una scatoletta di tonno e foglie di basilico.

"Preferirei mangiare cibo per gatti..." dico.

"Mmh, quella è una nuova ricetta della casa, ora che ci penso però a Gamberotto, il mio gatto, potrebbe piacere..."

Gamberotto? Come si fa a chiamare un gatto Gamberotto?

"Oddio finalmente una persona che conosco..." mi giro e vedo Austin Lawn "guarda, quasi ti abbraccerei, sono qui da un'ora e ci sono solo, beh..."
"camerieri con una voglia di vivere pari a zero" le nostri voci si sovrappongono, facciamo una risata un po' imbarazzata.

Mi posiziono davanti al lavandino di fianco a lui per lavare i piatti sporchi perché, sì, questo è quello che dobbiamo fare.

"Bleah, c'è la dentiera di una vecchia" la mette davanti al mio viso e sempre più disgustata gli lancio un po' della schiuma che ho tra le mani.

"Oh, non ci provare più a lanciare su questo bel faccino quella roba" dice ironicamente.

"Davvero?" Rido a trentadue denti. Gli lancio un altro po' di sapone per i piatti.

"Oh, me la pagherai" fa la stessa cosa che ho fatto io precedentemente.

"Non ci contare Lawn" così una semplice giornata si trasforma man mano in una guerra di schiuma infinita. Ci siamo messi perfino a correre in giro per la cucina fulminati da occhiatacce di cuochi.

***

Ciao ragazzi❤️

Ecco finalmente questo nuovo capitolo in cui Hailey e Austin si stanno avvicinando sempre di più.

Pubblicherò il prossimo il prima possibile, per restare aggiornati seguitemi su Instagram (nome utente: edvige24_wattpad, vi ho messo il link nella descrizione del mio profilo).

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