Al parco, bambine felici urlano il mio nome.
Giocano a nascondino, corrono, mi cercano.
Io sorrido, felice di ricevere qualche attenzione. Muovo un passo, poi un altro. Sono quasi fuori dai cespugli, mentre la lama imbratatta di sangue che ho tra le mani rancide macchia di rosso fuoco le verdi foglie.Questione di attimi.
Una bambina, occhialuta, spunta da dietro un albero a pochi metri da me.
Oh, che sfortuna. Un caso di omonimia.
E io che credevo di avere degli amici.
Fine.