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(continuazione capitolo 17)
Jimin:Cosa? Spero stai scherzando...poi non sono un gatto adesso quindi non penso lo diventerò
Madre Jimin: Lo sarai presto figliolo, è questione di ore,stamattina hai provato dolore?
Jimin voleva quasi dire che non aveva nulla...ma più pensava al sangue uscito quella mattina e allo strano dolore è quindi senza pensarci rivelò il tutto.
Jimin: Già da mattina presto ho un gran mal di testa e le mie gengive sono molto deboli visto la grande perdita di sangue...
Madre Jimin: Questi sono i primi sintomi,quindi è un buon segno tranquillo
Jimin:Mamma,ma come farò con i miei amici? La scuola poi...mi presenterò lì da gatto?
Mamma Jimin: Non avrai mai questo problema tranquillo,ti trasformerai quando lo vorrai tu è avrai diverse trasformazioni e poteri al tuo servizio,insieme a qualche utensile che porterai per qualsiasi problema.
Tuo padre ti spiegherà meglio tutte informazioni necessarie,siediti figliolo.
Jimin si siede e ancora con qualche dubbio ascoltó il discorso del padre.
Papà Jimin:Figliolo voglio raccontarti la storia dall'inizio così capirai, io sono l'ultimo discendente di questa antica specie,vivevamo tutti in un posto isolato,di cui però non ho più fatto ritorno quando quel luogo fu distrutto dai nostri avversari,erano anche loro come noi,ma non avevano mai accettato il fatto che questa isoletta abbandonata fosse rimasta da solo dal contatto di altri esseri come l'uomo e quindi scoppiò una guerra. Questa guerra era iniziata,da quando mio fratello,che appoggiava quell'altro branco,si inoltró nel castello attaccando le nostre guardie e mio padre,mia madre fece ragione mio padre,ma non servì a nulla perché ormai la guerra era iniziata. Morì quasi tutta la popolazione del villaggio, gli unici che si salvarono da quella catastrofe fui io e mio fratello. Il tempo passò è ormai dopo un lungo viaggio sbarcai qui,mi aveva accompagnato mio fratello visto che ero ancora piccolo,si prese cura di me fino hai 13 anni e poi mi lasciò ad una curatrice. Qui non conoscevo nessuno e per abituarmi al tempo e all'ambiente fu difficile,ma ci riuscì e trovai un mio simile o meglio dire un mio vecchio amico di un'altra specie,mi aiutò in tutto e adesso è ancora vivo,mi sta aiutando nella ricerca di mio fratello.
Jimin annuì incredulo di quanto successo molti anni prima,del dolore di aver perso una propria comunità e il dolore che provare il padre a ricordare vecchi vissuti.
Papà Jimin:Tu sei come noi figliolo,hai dei poteri che ti appartengono dalla nascita e solo quando avrai compiuto diciotto anni,avrai la tua trasformazione,non avrai nessun problema con le trasformazioni,sarai un ragazzo normale come gli altri, ricordati però di non rivelarlo a nessuno,te ne prego voglio che questo rimanga tra noi.
Jimin:Si papà ho capito,mi dispiace aver reagito così prima,non credevo che tutto ciò fosse possibile,ma sapere che faccio parte di un clan antico mi ha per una parte rallegrato perché sono uguale a te padre,ma da una parte o così paura di trasformarmi e di usare questi poteri padre.
Papà Jimin:Jimin non avere paura,noi saremo qui sempre e se qualcosa ti aiuterò,Jimin voglio che tu sia felice,che viva nella normalità e nella tranquillità come ogni ragazzo che si trova qui e voglio tu sia felice e libero ora che sai le tue vere origini. Disse abbracciando Jimin e sua moglie con gesto affettivo e intimo e Jimin non poté chiedere di meglio di avere due genitori d'oro.
L'unica cosa che non si accorsero mai negli anni e ancora adesso era la solita ombra dietro quel piccolo albero che nascondeva da tempo una figura nera.
*Spero ci piaccia*

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