Chapter 14

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I giorni passavano tranquillamente, i ragazzi ormai erano da noi e noi da loro quasi ogni giorno.

Sono ancora coricata nel letto, con solo una maglia addosso che mi arriva a metà coscia, neanche quasi, e le coperte mi arrivano praticamente quasi fino alla mia fronte.
Quel giorno il tempo non prometteva benefici sta piovendo ormai da ore e fa tanto freddo. Effettivamente mi chiedo, ormai da tutto il tempo, come io possa stare con una semplice maglietta e non con una felpa.

"RAGA, STANNO ARRIVANDO I RAGAZZI. TUTTI NEUTRALI"

Corrugo la fronte alle parole di Ari, ormai strana da tre giorni a questa parte. L'ultima volta siamo andate ad una festa con loro, privata giustamente, e le cose sembravano essere cambiate. Vic stava con Valerio tutto il tempo, mentre Ari era impegnata a parlare con Diego e a ballare con Lele. Non capivo più di tanto, ero andata dal troppo bere, ma ero capace di reggermi in piedi per poter tornare a casa. Beh, in realtà abbiamo dormito dai ragazzi per la prima volta ma sono piccoli dettagli. No, ok. Non proprio piccoli

"Ma ancora nel letto stai? Anna, muoviti. Vatti a vestire!"

Alzo lo sguardo su Ari già vestita e, accanto a lei, trovo Vic anche lei già pronta e non in pigiama come la sottoscritta. Sono pigra, non posso farci nulla

"Ho capito, ho capito"

Sento il campanello suonare, scuotendo poi la testa, e mi alzo dopo aver osservato le ragazze andare ad aprire la porta ai nostri amici. Amici. È strano dirlo, non potevamo immaginare tutto questo. Ormai siamo a Milano da un mese, un mese e mezzo più o meno, e le cose si sono evolute così velocemente da dover battere solo una volta le ciglia. Sospiro leggermente prima di alzarmi e andare verso l'armadio per poter scegliere dei vestiti decenti da poter mettere. Le mie condizioni in quel momento? Struccata, capelli disordinati in uno chignon, la maglietta che uso per dormire e i calzini della Nike ai piedi.

"Ah però, non ti ho mai vista così"

Prendo un colpo al cuore, cosa che mi fa posare la mano sul petto, e sento le guance andare a fuoco quando noto Lele poggiato alla porta della camera. Scuoto la testa prima di cercare un modo di coprirmi almeno un po' dal suo sguardo, ma è praticamente inutile

"Lele! Che cazzo fai, ao"

Lo sento solo ridere e dirigersi verso di me per potermi abbracciare e poggiare il mento sulla mia testa. Nell'ultimo periodo ho legato abbastanza con lui, stranamente, e le cose erano cambiate. Ma non i miei sentimenti per lui. Ne abbiamo parlato con Arianna, apertamente, e a lei non da più di tanto fastidio ma è tutt'altro dirlo per Tanc. Non riusciva ad accettare questa cosa, ma è uno dei suoi amici e litigare per una ragazza è la cosa più superficiale che si possa fare.

Nascondo il volto sul petto di Lele, sorridendo leggermente quando sento il suo tocco sulla mia schiena quasi come per rassicurarmi di qualcosa, ma non posso immaginare un motivo per cui doverlo fare.

"Dai, non puoi vergognarti di me"

"Sei un ragazzo, non sono perfetta e sono ridotta peggio di uno zombie. Ovvio che posso!"

Lo guardo quando si stacca dal nostro abbraccio, con un sopracciglio alzato e le braccia incrociate. Perché mi sta fissando in quel modo?

"Mi prendi per il culo?"

"Vai a cagare, Lele"

Scoppio a ridere quando noto la sua espressione a quelle mie parole, girandomi poi per prendere dei jeans neri e la felpa dei ragazzi. Mi giro con i vestiti verso di Lele e faccio un segno verso la porta per fargli capire di uscire da lì. Neanche Tancredi mi ha mai vista cambiarsi davanti a lui, quindi perché devo farlo con Lele?

Your smile is mine//Lele GiaccariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora