Chapter 8

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"Pronto? Chi è?"

La sua voce potevo riconoscerla tra mille, il che mi fa perdere subito dopo un battito al cuore. Come aveva avuto il mio numero, come ci era riuscito? Riattacco subito dopo, scuotendo la testa e osservando le mie amiche che mi fissano con uno sguardo curioso

"Niente di importante, andiamo in Duomo? Lele quando ti ha detto che dobbiamo essere lì?"

Inizio a fare domande a manetta, senza neanche accorgermi di non avere più fiato dopo quelle parole. Perché sono agitata? Non c'era niente da temere quindi, questa agitazione, non serve neanche un po'. Mi alzo dalla sedia, aspettando che le ragazze mi raggiungano per poterci dirigere verso la fermata della metro. Mentre saliamo su quest'ultima mi frulla in testa ancora quella voce e la domanda che mi sono fatta subito dopo. Come ha fatto ad avere il mio numero?

Siamo qui da almeno due ore, Treesse è uno dei migliori negozi qui a Milano e Vic ne sta dando la dimostrazione in quel preciso istante. Io e Ari abbiamo in mano tutte le cose che avevamo cercato, Vic era solo all'inizio e la cosa stava durando troppo. Guardo l'ora sul mio cellulare, mentre il mio stomaco inizia a brontolare dalla fame. Si,avete capito, è praticamente ora di pranzo e noi siamo ancora qui grazie alla nostra amica che non smette di provare vestiti su vestiti

"Certo che dovremmo sbrigarci se in dieci minuti vogliamo essere dai ragazzi"

Borbotta Ari mentre si alza e si dirige verso Vic che era riuscita a trovare il tragitto verso la cassa. Osservo le cinque buste che prende in mano, spalancando gli occhi per quanto fossero piene. Ma quanto ha speso questa cristiana? Scuoto la testa ed esco da quel negozio, credo che avrò gli incubi grazie a Vic, per poi dirigermi con le mie amiche verso casa dei ragazzi. Non era molto distante da City, effettivamente noi abitavamo li quindi potevamo posare le nostre cose prima di poter andare da loro. Prendo il cellulare nelle mani, osservando i messaggi che mi stavano arrivando dopo la foto di Tancredi. Ero salita di seguaci, così come Ari e Vic, e questo solo per una semplice foto e delle storie pubblicate dai ragazzi. Arriviamo davanti al loro portone e suoniamo senza pensarci due volte. Colui che apre la porta è, ovviamente, Lele che fa si che Ari si fionda tra le sue braccia prima di potersi baciare di fronte a noi. Ingoio rumorosamente, facendomi poi spazio per poter entrare senza disturbare i due. Stava iniziando già tutto male, non volevo immaginare il continuo della giornata. La mano di Vic si posa sulla mia spalla, così la guardo e corrugo leggermente la fronte mentre lei si dirige verso Diego per poterlo salutare con un bacio sulla guancia e un abbraccio. Lo saluto anche io, passando poi a Gian che mi abbraccia forte quasi da averlo capito che ne avevo proprio bisogno. Mi perdo per un attimo in quell'abbraccio quando sento picchiettare sulla mia spalla. Mi volto e vedo Tancredi ancora arrabbiato, se si può dire, per non avergli risposto subito

"Ciao"

Non dico altro e lui neanche, continua solo a guardarmi attentamente per qualche minuto mentre tutti, intorno a noi, continuavano a stare in silenzio. Prendo un respiro profondo per poi aprire bocca per parlare, ma Tanc si gira e si dirige in camera sua per poter continuare a giocare, almeno così mi aveva detto Diego.

Passo del tempo con i ragazzi, Ari e Lele stavano tutto il tempo insieme e per poterli evitare, gioco con Gian alla play mentre Vic e Diego deridono Gian.

"Andiamo! Non è possibile questa cosa"

Rido solo nel vedere Gian perdere le speranze e buttare il Joystick sul divano, ormai stanco delle continue sconfitte che gli sto procurando. Me la cavo abbastanza bene con la Play, ho sempre giocato con mio zio e mio cugino quindi ne capivo almeno qualcosa in quel campo. Erano passate almeno due ore da quando abbiamo iniziato a giocare e Marta ci aveva raggiunto con Valerio, Edo e Rosalba. Ci siamo presentate in breve agli altri, ma non ci è voluto molto a ricordarci come le ragazze del bar.

Tutti noi abbiamo iniziato a parlare del più e del meno, io ero andata in camera di Diego per potergli rubare una felpa dato che la mia non bastava per il troppo freddo che avevo. Mentre cerco una felpa decente, sento delle mani posarsi sui miei fianchi e farmi girare così da ritrovarmi il volto di Tanc vicino al mio. Sicuramente mi sono spaventata ma sono sopratutto sorpresa dal fatto che sia stato lui ad avvicinarsi e non io

"Perché non mi hai più risposto?"

Lo guardo ancora incredula e anche scocciata da quella domanda a cui gli avevo risposto poche ore prima. Lui lo sapeva, non ne capisco il Drama di questa situazione. Non ho risposto immediatamente, ho solo visualizzato è vero, ma avevo in testa il passare del tempo con le mie amiche

"Tanc, te l'ho detto perché. Non posso stare al telefono tutto il giorno, con delle cose in programma da ormai giorni. Ci saremmo comunque visti adesso, quindi che problema c'è?"

Avevo il presentimento di doverci litigare, ma per quale motivo? Lui non era il mio ragazzo, lui non mi conosceva e io non conoscevo lui. Nessuno dei due aveva il diritto di arrabbiarsi per sciocchezze del genere.

"Volevo parlare con te e mi ha dato fastidio non averlo fatto"

"Non ottenere subito quello che vuoi non ti da il permesso di fare lo scazzato"

Non avevo problemi a dirgli le cose come stavano dal mio punto di vista ma questa cosa, a quanto pare, gli sorprendeva e anche parecchio. Probabilmente lui ha avuto sempre in pugno le persone, ma le cose non funzionano come decide Tancredi Galli.

"Scusa?"

"Hai sentito quello che ho detto, Tanc. Non ti verrò dietro a dirti di perdonarmi solo perché non ho risposto al tuo messaggio. È quello che vuoi tu, ma non lo otterrai e questo non ti da il permesso di: non salutarmi, girarti, andartene via e stare per ore a giocare"

Non ricevo una risposta per almeno un paio di minuti, quindi mi volto e prendo una felpa di Diego per poterla indossare. Fa troppo freddo in quella casa e, io, sono troppo sensibile su questa cosa. Mi faccio spazio, prendendo i bordi della felpa per potermela infilare ma Tancredi me la prende via dalla manica

"Ma che cazzo fai?"

"Tu non metti la felpa di Diego, tieni"

Lo vedo sfilarsi la sua felpa gialla per poi porgerla a me così da poterla indossare. Lo guardo con un'espressione sorpresa sul volto, non aspettandomi un gesto del genere da parte sua. Ha cambiato umore, così tutto d'un tratto, e fa finta di niente. Infilo la sua felpa, alquanto grande per me, e lo guardo subito dopo per poter decifrare il suo comportamento

"Chi ti capisce è proprio bravo"

Scuoto la testa mentre ripiego la felpa di Diego e la riposo nel suo armadio, spostando per un secondo lo sguardo su quelle felpe. Basta pensarci, basta pensarci. Tanc mi fa nuovamente voltare verso di lui e posso sentire, subito dopo, il suo tocco leggero sulla mia guancia

"Scusa"

Questa volta era un sussurro, un soffio quasi che usciva dalle sue labbra e solo io potevo sentirlo. Alzo lo sguardo su di lui, incredula di aver sentito quella parola uscire dalla sua bocca. Di regola Tanc è sempre stato il testardo dei 4 e quello che non cede facilmente, ma questa volta era diverso. Lo vedo avvicinarsi a me, con lo stesso intento della sera prima, e neanche questa volta mi oppongo al suo bacio

"Ah beh, non ci è voluto molto"

Mi stacco da Tanc, sentendo la sua voce senza capire il motivo di quelle parole. Il ragazzo accanto a me rotea gli occhi, avvicinandomi poi a se per potermi tenere lontana da quella persona ma vicina a se. Ho le mani poggiate sul petto di Tancredi ma lo sguardo era fisso e immobile sulla persona che è appena entrata in camera e si sta avvicinando

"Che vuoi....?"

Your smile is mine//Lele GiaccariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora