Chapter 35

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Ed eccola qui, quella sensazione che ho sempre odiato.
Non volevo mai essere compresa da qualcuno, facendogli capire le mie paure, le mie ansie e le mie preoccupazioni . Volevo tenere nascosta quella me che nessuno conosce e non vorrebbe conoscere, perché mi fa schifo. Fa schifo osservare quella parte di me uscire fuori, incasinando di più le cose e buttando giù ogni possibilità di felicità. Adesso sono qui, guardo Tanc davanti a me che aspetta una mia risposta e io, come al solito, non so cosa rispondere. Abbasso semplicemente lo sguardo per osservare le mie mani rosse, inizio ad avere freddo nonostante la temperatura alta in casa. Basta solo quello per sentire subito dopo delle braccia avvolgere il mio corpo tanto fragile, fatto quasi di pura porcellana per quante volte ho dovuto ripararlo

"Ti aiuterò io, non ti serve altro. Non ti serve qualcosa che, ai tuoi occhi, può riparare ogni cosa ma alla fine le distrugge tutte, distruggendo subito dopo anche te"

Le lacrime erano tante, quelle trattenute negli anni precedenti, nelle ore precedenti, quelle nascoste dallo sguardo di tutti per non passare come vittima. Quelle che respingevi, facendo andare in fiamme la tua anima

"Ehi, state bene?"

La voce di Diego mi riporta ad essere la ragazza che hanno conosciuto, quella che ha preferito mostrarsi per prima lasciando tempo all'altra parte di me. Mi volto per guardarlo e sorrido leggermente, togliendo un po' di quella preoccupazione dai suoi occhi

"Bimba"

"PIZZE!"

"Va tutto bene, promesso.."

La mia mano su quella di Diego inizia a bruciare, sento nuovamente il calore travolgermi il corpo riscaldando così la mia pelle ghiacciata di pochi secondi fa. Osservo Lele entrare con le pizze, Gian dietro di lui con le altre due, e sorrido automaticamente a quella visione. Devo ripensare al video che avevano fatto, quando poi sono stati tutti qui per poter mangiare una pizza e stare insieme

"Perché sorridi così?"

"Mi sono ricordata di un pezzo di un vostro video, quando c'erano gli altri per mangiare insieme una pizza"

Vedo un sorriso spuntare sul volto di tutti e quattro, passando così una serata piena di risate, ricordi e pezzi di pizza passati per far provare a tutti le proprie pizze. Una delle serate in cui te li dimentichi quei problemi, quelli che hanno passato ogni secondo della tua vita a tormentarti. Ti dimentichi le parole, quelle che ti hanno fatto così male da sentirti soffocare ma senza riuscire ad urlare. Ti dimentichi ogni caduta nel burrone, dopo litigi, delusioni, dolore e dopo ogni pianto. Ti dimentichi delle cose brutte e vedi solo quelle belle, vedi i colori passarti davanti e colorare il mondo intorno a te

"Io vado a dormire rega, non resisto"

Osservo l'orario sullo schermo del mio telefono, si erano fatte le quattro del mattino e nessuno di noi se ne era accorto. Sorrido verso il mio ragazzo che mi lascia un bacio sulle labbra prima di dirigersi in camera, così da poter dormire perché sono consapevole che non sarebbe rimasto sveglio ad aspettarmi. Non sarebbe il mio Lele in caso contrario

"Dai, ti aiuto io"

Annuisco soltanto all'affermazione di Tanc che porta i cartoni  delle pizze verso la spazzatura, mentre io inizio a pulire il casino che abbiamo creato in salotto

"Vai a dormire anche tu?"

"Penso di restare un altro po' sveglia"

Accenno un leggero sorriso, cercando di trasmettere un po' di tranquillità per non far preoccupare Tanc che mi osserva attentamente mentre poso il tutto negli appositi scaffali. Non sono credibile, non lo sono mai stata. Ho sempre cercato di nascondere le mie paure e le mie preoccupazioni ma c'è sempre qualcosa che, in un modo o nell'altro, mi frega. Non è gradevole mostrare il proprio dolore, la felicità va bene ma la tristezza ti rende sempre la persona debole che tutti disprezzano. Perché viviamo in una società in cui se sei giù di morale, sei una delle tante vittime che vuole solo attenzione. Viviamo in una società in cui devi abituarti ad indossare un sorriso, anche tirato va bene, e devi camminare con la testa un po' bassa così che i capelli possano coprire quel velo di tristezza che non sei riuscita ad oscurare. Viviamo in una società di merda, insomma, dove ognuno viene etichettato in modo diverso e mandato in gruppi a cui, in realtà, non appartiene. Perché non esistono gruppi, non esistono diversità. Siamo persone, ma la nostra società non l'ha ancora capito

Your smile is mine//Lele GiaccariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora