Eccomi sul letto in camera di Clarissa dopo aver pranzato con una buonissima pasta al ragù fatta dalla mamma.
«Ora raccontami tutto» esclama la mia migliore amica stando sul letto con le gambe incrociate.
«Ma non c'è niente da dire..» rispondo imbarazzata anche se un po' è vero, cioè mi ha dato solo un passaggio, mi ha scritto per dirmi i compiti e mi ha chiesto di aiutarlo. Tutto nella norma, no?
«Luna» esclama con un tono di rimprovero e guardandomi allo stesso modo.
«Ok ok» alzo le mani in alto e inzio a raccontarle tutto ommettendo la parte dell'aiuto.
«Ecco come vedi non è niente di che» le dico alla fine dello "strabiliante" racconto, come lo chiama lei.
Ha gli occhi e la bocca spalancati. Ecco da chi ho preso quel mio gesto. Dopo pochi secondi si alza dal letto e girando per la stanza urla una serie di "Oh mio Dio". Io la guardo mentre fa dei strani gesti esclamando cose incomprensibili. È pazza.
«Clarissa, ti vuoi calmare?» le dico mentre mi alzo per poi prenderla per le spalle.
«Sì, ok ok. Ma quello che si sta capitando è bellissimo e eccitante» scuoto la testa udendo queste parole.
«Ma Cla, non mi sta capitando niente» le dico con esasperazione.
«Come no? Al professore piaci» proclama e io le scoppio a ridere in faccia.
«Cosa più divertente di questa non l'ho mai sentita» dico a stento tra le risate.
Ho letteralmente le lacrime agli occhi e mi fa male pure la pancia da quanto sto ridendo. Qualcuno ha visto un polmone? No, perchè l'ho perso. Ridendo mi stendo sul letto a pancia in sù mentre la mia migliore amica mi fissa con uno sguardo che se potesse uccidere lo farebbe. Rido ancora più forte e lei alza gli occhi al cielo per poi dirigersi in cucina. Mi alzo ancora ridendo e la seguo. Ho bisogno di un po' di acqua per calmarmi.
«Hai finito?» domanda la ragione della perdita di un mio polmone.
Annuisco dopo aver bevuto tutta l'acqua nel bicchiere che "gentilmente" mi ha versato Clarissa. Dopo essermi ripresa iniziamo a fare i compiti che i nostri odiosi professori ci hanno dato.
Abbiamo studiato per 4 ore così decidiamo di prendere un gelato. Mi mancava, non lo mangiavo da tanto. Dopo la nostra passeggiata decido di andare a casa, visto che si sono fatte le sei.
Arrivata nel vialetto del palazzo prendo le chiavi e apro il portone. Scelgo di prendere l'ascensore visto che la mia voglia di vivere è morta quando sono nata e finalmente arrivo a casa. Apro la porta e dopo essere entrata, con mia sorpresa trovo mamma a cucinare.
«Mamma» esclamo e la abbraccio.
«Tesoro» ricambia l'abbraccio e mi accarezza i capelli.
Non la vedo da stamattina e anche se sembra poco, mi manca. Lei lavora sempre, sia a pranzo che a cena come mio papà d'altronde. Mi manca passare del tempo con loro e adesso che almeno mamma è a casa per cena vorrei stare con lei. Dopo aver cenato con patatine fritte, mozzarelline impanate e schifezze varie, che adoro, decidiamo di vedere un film. Per esattezza il mio preferito ovvero Scusa, ma ti chiamo amore. Amo seriamente quel film e non solo perchè c'è quel figone di Raoul Bova, ma anche perchè dimostra che l'amore non ha età.
Ed è una cosa verissimo. Nell'amore non importa l'età, l'etnia, il sesso, la parentela, la distanza e il ruolo che si ha. Bisogna lottare e alle volte sacrificarsi per avere con te quella persona speciale che ti fa battere il cuore. E io quella persona speciale ce l'ho.
È il mio professore di spagnolo, Giovanni Sala. Io voglio lottare e lotterò per stare con lui. È vero, lo conosco da due giorni e non so niente di lui, ma quello che provo è una cosa fantastica, mai provata prima. Solo tre giorni fa pensavo che innamorarsi di un proprio insegnate è una cosa strana e impossibile, ma l'amore non è ne strano ne impossibile e soprattutto non è sbagliato. Dire che l'amore è sbagliato è uno sbaglio in sé. Va vissuto in tutti i modi possibili e fregandosene di ciò che la gente pensa.
«Amore, stai bene? Sei pensierosa» mi dice mia mamma mettendo in pausa il film.
«Sì ma', sto bene. Non ti preoccupare» le dico guardandola negli occhi e anche se non è sicura fa ripartire il film.
Finito di vedere quel capolavoro cinematografico, decido di andare a dormire e chiedo a mia mamma se vuole farlo con me. È da circa sette anni che nonnlo facciamo. Una notte mi sono alzata verso le 2 perché ho avuto un incubo terribile, poi ancora tutta scossa sono andata in stanza dei miei genitori e lei era l'unica sveglia. Così mi accompagnò in camera mia, mi stese nel letto, cosa che fece anche lei, ci rimboccò le coperte e per farmi addormentare mi aveva coccolato e sussurato frasi dolci.
Mi mancano quei momenti passati insieme, mi mancano le sue carezze, le sue coccole e l'abbraccio caldo che solo una mamma può dare. Devo tutto a lei, devo la mia vita a lei e le sono grata per tutti i sacrifici che ha fatto per me. Solo 17 anni fa stava letteralmente per dare la vita per me. Aveva un tumore, che alla fine è guartito e alla mia nascita o io o lei potevamo morire. Ha scelto di morire e lasciar vivere me, ma fortunatamente alla fine entrambe ce l'abbiamo fatta. Ringrazio Dio, ogni giorno, per avermi dato la possibilità di vivere insieme a mia mamma.
Non posso descrivere tutto l'amore che ho per lei, è impossibile. La amo più della mia vita e anche se amo un ragazzo lei è stato, è e sarà il mio grande amore.
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Te Quiero Profesor
RomanceCARTACEO E IN TUTTE LE LIBRERIE COMPLETA. Luna è una studentessa diciassettenne di una piccola scuola, in provincia di Milano. È proprio lì che incontra lui; appena i loro occhi si scontrano, lei si innamora immediatamente. Lui, però, è il suo profe...