Incontro spiacevole

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Le alette di pollo che si mangiavano al baracchino erano davvero gustose. Saporite al punto giusto e ben croccanti.
Dan prese una porzione media accompagnata da un grosso piatto di patatine fritte. Da bere, una birra media rossa. Non essendo che un bevitore saltuario, tuttavia, poche sorsate bastarono a renderlo discretamente euforico.

Zak, tenendo fede ai suoi propositi, non prese niente da mangiare, essendo a dieta stretta. Matt si era accontentato di una porzione piccola di pollo e ora andava fumando distratto la sua sigaretta, terminato il pasto. La calca delle persone presenti alla festa stava sempre più aumentando; da lì a poco lo spazio di fronte al palco sarebbe stato davvero poco.

«Ragazzi cerchiamo di muoverci con il mangiare se vogliamo trovare un piccolo spazio per sentire i Raptor, io non voglio perdermeli per niente al mondo», disse Dan.

«Finisco di tracannare la mia birra e andiamo» rispose Zak, che preso dalla foga se ne versò un po' addosso sui pantaloni «cazzo mi sono bagnato».

«Sei proprio uno sbadatello, cicciottione» lo prese in giro Matt.

Mentre si stavano alzando per andare a prendere posto per sentire il concerto, Dan vide sua sorella e Irene che stavano ridendo in compagnia di due ragazzi che lui non conosceva e che sicuramente erano più grandi di lui.

Avevano entrambi un giubbotto di pelle da riders e uno dei due, quello più alto, aveva un piercing sul naso. Sembrava un toro eretto su due zampe. Sicuramente non sembravano dei tipi tanto affidabili e Dan stava immaginando che sua sorella si sarebbe sicuramente cacciata nei guai quella sera. «Speriamo di riuscire a tenerla d'occhio», pensò. Ma in quella calca sapeva in cuor suo che la cosa non era per niente facile.

I tre amici liberarono il tavolo sopra la quale avevano mangiato e si diressero verso il palco. Facendo a gomitate e muovendosi a zig zag tra la folla di persone presenti, cominciarono a farsi strada per avvicinarsi al tempio della musica.

Ora che la osservava da più vicino, la struttura era formata da lunghi pali metallici e tralicci che si incrociavano tra di loro per formare tutto l'insieme che reggeva le casse e le luci per lo show. Nella scenografia era ricorrente su tutto il palco l'uso di teschi, sia come pupazzi appesi sopra il palco che proiettati sul telone bianco dietro il palco.

Mentre si avvicinavano e si facevano largo tra la folla, Dan sfiorò con il gomito il petto di un energumeno che al momento non riconobbe subito. Si trattava di Luke, un grandissimo pezzo di merda bullo e terrore della scuola media dove i tre amici avevano passato gli ultimi tre anni.

Appena li vide sputò per terra un ammasso di catarro verde e con i suoi occhi rossi da far paura – probabilmente si era fumato un sacco di erba – attaccò col suo turpiloquio.

« Ma è possibile che non sai dove cazzo metti i piedi, razza di sfigato?» disse rivolgendosi a Dan. «Sai com'è, c'è un bel po' di gente qua stasera, non ci sei solo te» gli rispose Dan.

«Questo non giustifica che non sai dove mettere i piedi, femminuccia e ora andate fuori dal cazzo, non vi voglio avere tra le palle, piccoli pidocchi», disse con disprezzo Luke.

A Dan prudevano le mani, non gli piaceva farsi mettere i piedi in testa da nessuno, nemmeno da un bullo che era alto e grosso molto più di lui. «Senti, tu non ci dici dove noi possiamo o non possiamo stare, non sei padrone di nulla qua e noi andiamo dove diavolo vogliamo. Ci siamo intesi?»

«Ma senti 'sta insulsa merdina come si permette» e Luke prese con una rapidità, insolita per la sua stazza, la maglia di Dan e gliene strappò un pezzo.

Subito Zak e Matt vennero in aiuto di Dan e lo spinsero entrambi per fargli mollare la presa su di lui.

La loro spinta riuscì a farlo indietreggiare solo di pochi passi tanto era pesante e ben saldo sui piedi, ma mollò la presa su Dan. Poi, ridendo aggiunse: «Ah! Ah! Ah! Ma guardateli, in tre non siete capaci di farmi un graffio, siete ridicoli!»

«Quello che qui fa pena sei solamente tu, sei capace solo di fare il gradasso, ma in realtà sei soltanto un lurido codardo» gli disse Zak.

Neanche il tempo di finire la frase che Luke sferrò un pugno sulla bocca dello stomaco a Zak, facendolo piegare in due dal dolore. Con entrambe le mani a sostenere la zona colpita e curvo su se stesso, Luke lo colpì con un calcio e lo mandò definitivamente a tappeto. Quanto era scorretto e spregevole Luke, il terrore dalla Northmund, la scuola Media.

«Lurido maialino arrosto, cosa volevi farmi? Pensavi di spaventarmi? Porchetta!» disse ridendo di gusto, «ora vado, voglio sentirmi la musica non ho più tempo da dedicare a voi!» Si ritrasse fra la folla e non si vide più.

«Ragazzi... mi fa male...» disse lentamente e con il fiato corto Zak che era ancora buttato a terra.

Dan e Matt vennero ad aiutarlo a sollevarsi «respira amico, è solo una botta, ora ti passa, non ti preoccupare».

Sorreggendolo da un lato ciascuno, si spostarono dalla ressa nei pressi del palco e si diressero verso la radura di alberi dietro ai baracchini che vendevano cianfrusaglie e friggevano patatine.

«E' davvero un essere spregevole, fa davvero schifo una persona come lui» disse con le lacrime agli occhi Zak.

Era stato ferito fisicamente ma anche nel profondo del suo orgoglio. «grazie, siete stati degli amici, per essere venuti in mio aiuto».

«Era il minimo che potessimo fare, ma con quel bestione è dura competere ed è anche pericoloso. Penso vi ricordiate tutti quello che ha fatto al povero Mike Gallan, l'anno scorso alla Northmund».

Conoscevano tutti e tre la risposta, quello che era successo al piccolo Gallan era ormai una leggenda che una volta che era stata diffusa tra i corridoi della scuola non avrebbe mai smesso di circolare.

Mike Gallan aveva avuto la sfortuna nera di trovarsi in classe per tre anni con Luke Fingerblood e gli aveva reso la vita praticamente un inferno. Gli scherzi, le angherie e le botte erano praticamente all'ordine del giorno per quel poveretto. Quei codardi dei suoi compagni e compagne, un po' per paura e un po' per vigliaccheria, non avevano mai preso le sue difese.

Il culmine del tormento del povero Gallan era arrivato in una giornata d'inverno nella quale probabilmente, quel bastardo di Luke era più frustrato del solito. Come al solito Luke aveva preteso che Mike gli passasse i compiti ma quel giorno si era rifiutato. Ne aveva piene le palle e che se gli facesse lui, i suoi dannati compiti. Questo rifiuto fu per Luke inconcepibile, abituato com'era che ogni sua pretesa e richiesta venisse esaudita.

Lo sollevò di peso dal suo banco, come un gigante solleva una capra per mangiarsela, e seguito da tutte le classi del corridoio dell'ala B della scuola lo portò ai cessi. Qui si narra che prese la sua testa e gliela inzuppò dentro la tazza del water più e più volte fino a che divenne cianotico per la mancanza di respiro e svenne. Arrivò l'ambulanza e lo portò via.

Tutto questo avvenne sotto gli occhi di decine e decine di studenti, che tra risolini e video con cellulare, riprendevano l'accaduto. Il povero Mike Gallan subì un tale trauma che non tornò più a scuola e cambiò istituto. Come nei ragazzini possa albergare una tale cattiveria e poco senso di solidarietà, è uno dei tratti più tristi dell'adolescenza.

«a me ha strappato la maglietta, dovrò andare in giro come un pazzo con metà petto di fuori» disse con fare amaro Dan. «Chi se ne frega dai! c'è abbastanza gente che magari non si nota nemmeno».

«Vado a prendere del ghiaccio allo stand dei gelati, tu resta qua con lui» disse Matt.

«Non mi muovo, stai tranquillo» rispose fermamente Dan.

«Amico, stasera non vedevo l'ora di godermi il concerto e divertirmi, ma ora penso che sia andato tutto in fumo» sospirò Zak, con una lacrima che gli colava dal viso.

«Ma non riesci proprio ad alzarti? Non ce la facciamo rovinare da quel bastardo la serata, stai tranquillo!!»

«Fammi provare, sento come se mi avessero fatto esplodere una bomba nella bocca dello stomaco»

Un po' a fatica si alzo in piedi e aggiunse: «Ce la faccio, hai ragione. non facciamoci rovinare la festa da quel bastardo. Aspettiamo Matt e andiamo a divertici». Erano le nove mezza e le luci si stavano accendendo sul palco.

L'ombra nella scuolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora