Il recupero

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Si mise a correre e fece zig zag tra le macchine che stavano uscendo dal parcheggio. C'erano guidatori che, trovandosi ragazzini davanti al cofano della propria macchina, in fuga dai fari come conigli atterriti, li mandavano a fare in culo allegramente, suonando il clacson e mostrando il dito medio.

Dan, incurante delle imprecazioni era alla ricerca della bmw z4, vi ricordate? Così gli aveva detto Zak.

Non era certo un'impresa facile, c'erano macchine di tutte le marche e modelli. In più non stavano certo ferme mentre si spostavano tutte verso l'uscita. Ecco che gli sembrò di scorgere una macchina che a lui sembrava una z4. Bassa, capote di tela e con delle marmitte imponenti che sporgevano da fuori. Si avvicino di più per vedere lo stemma ed era una fottuta Fiat tutta customizzata e tamarrizata. Niente da fare cerchiamo ancora. Camioncino Iveco, Renault Clio e Opel Corsa verde smeraldo, nada, niente da fare.

Ormai era arrivato alla fine del parcheggio e... dove cazzo si era cacciata sua sorella non lo sapeva nemmeno Dio. Sconsolato e incazzato guardò l'ora, era le undici e mezza ora in punto. Quella pazza furiosa della mamma di Irene, sarebbe esplosa dalla rabbia e avrebbe fatto il culo a tutti. Già si immaginava il povero Zak che era lì a prendersi gli insulti e le parolacce di quella schizzata. Tentò di mantenere la calma e riordinare le idee.

Se fossero tornati troppo tardi e non avessero mantenuto quello che avevano promesso alla loro madre, sarebbero finiti in castigo tutti e due e chissà per quanto, non sarebbero potuti uscire il sabato sera. E la colpa sarebbe ricaduta maggiormente su di lui che non era stato capace di badare alla sorella ed era un fratello maggiore sciagurato. Calma, Dan, non è il momento di lasciarsi prendere dalle menate. Tra il rumore delle marmitte e dei motori di tutte le macchine che si prestavano ad andarsene a nanna in garage, Dan senti un po' in lontananza una musica latina, con bassi profondi che venivano senz'altro da un subwoofer di marca e pregiato. Alzo gli occhi e sotto un albero vicino ad un pozzetto dell'acqua a duecento metri dal parcheggio ecco che vide la bmw z4 e quattro ragazzi che ballavano al ritmo di musica intorno.

Con passo sempre più svelto percorse il tratto di radura tra la fine del parcheggio e il pozzetto e, più si avvicinava, più sentiva un denso odore di marijuana. Si stavano spinellando allegramente. Niente in contrario per l'amore di Dio, ma una di quelle che vide bene ora a fuoco era sua sorella, con in mano un bello spinello che si passavano tutti ridendo. I due punkettari videro l'estraneo che si avvicinava e si misero sul chi va là.

«Ehi bello, chi sei? Non vedi che la festa qui non è ancora finita?» disse lo spilungone con la folta chioma bionda.

«DAAAN, fratellone mio sei qua, che serata di figata non trovi?» Urlò biascicando le parole Julia.

«Ah! Ah!Ah!, ma come parli ochetta, serata di figata? Che fai inverti le parole?» le rispose Irene.

«E vabbè dai, sai sono un po' fatterella»

«Che cazzo stai combinando Julia, ti stai fumando una canna?! Hai 14 anni che diavolo stai facendo?!» Incominciò Dan decisamente alterato.

«Fratello calmati, qui abbiamo erba anche per te, lo sballo qui è senza limiti e non finisce mai amico» esordì lo spilungone che assomigliava a Legolas « prepara una bella cannetta della felicità anche al fratello di Julia, lo vedo che è un po' agitato, si vede che ha bisogno di rilassarsi» ghignò

Il suo amico con la faccia pallida come quella di un fantasma, stava già aprendo un astuccetto di ebano dentro il quale era raccolta un po' d'erba.

«No fermati, non voglio fumare proprio un bel niente, noi dobbiamo andare Julia e Irene, forza levare i tacchi»

«Ma Dan, la mamma non dirà niente dai e la festa d'estate non penso che rompa» replicò Julia.

L'ombra nella scuolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora