Pezzi di me

Caro Nonno

Caro Nonno,
Io non credo in Dio da tanto tempo,
ma non ho mai smesso di credere che tu sia lassù,
da qualche parte,
a vedermi crescere.
Quando ero piccola, aprivo la finestra, chiudevo gli occhi e sentivo l'aria entrare nella stanza e pervadermi completamente...
In quei momenti speravo che fossi tu, che fosse la tua presenza quella celata dietro quel soffio di vento.
Mamma mi racconta sempre che eri una persona creativa a intraprendente, che eri intelligente come pochi e imparavi tutto da solo.
Mi dice che suonavi il piano, proprio come me.
"Era un'autodidatta, non ha mai preso lezioni. Come te."
Sorrido sempre al pensiero che siamo così simili... anche se non ti ho mai conosciuto, o meglio, ero troppo piccola per ricordarmi il tuo volto.
Avevo un anno e mezzo quando il tumore ti ha portato via.
I miei mi raccontano che, anche se eri stanco e sfinito dalla malattia, volevi sempre vedermi e passare il tempo con me.
Mi dicono che mi riempivi di regali,
mi dicono che passavi pomeriggi interi con me su quella poltrona che ora a casa di nonna non c'è piú.
Mamma mi dice che in estate, quando ancora non sapevi di essere malato ma presentavi già i primi acciacchi, mi aspettavi sempre e mi portavi gli omogeneizzati.
Non scendevi in spiaggia perchè eri stanco, ma mi aspettavi lì e mi portavi col carrozzino a casa...
Ogni volta che suono, nonno, voglio arrivare a te...
È l'unico modo per averti ancora accanto, per esprimere con la musica ciò che le parole non saprebbero dire.
Chissà se sei fiero di me, se sei fiero di ciò che sono diventata...
Ogni volta che mi parlano di te aspiro ad assomigliarti.
Ad essere una donna colta, anche un po' testarda magari, capace di arrivare in alto grazie alle proprie capacità e alle proprie forze.
Non so se tu mi guardi davvero e se sei fiero di me, ma io sono fiera di portare il tuo nome.
Il mio nome è Giulia,
e da oggi, nonno,
posso promettere
che se mai dovessi diventare qualcuno,
porteró in alto il tuo nome
e il tuo cognome.
Per sempre.