11 Gennaio

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Michael aveva appena messo piede sul palco del locale in cui si sarebbe dovuto esibire, le cuffie per la base erano sistemate, il microfono l'aveva provato solo qualche secondo prima. Era pronto a dare il via ai tecnici per far partire la musica, anche se il suo entusiasmo poteva dirsi letteralmente sotto i piedi.

Provò a convincersi che fosse solamente perché quelle canzoni le aveva già provate altre decine di volte, ma la realtà dei fatti la conosceva bene: in mezzo al pubblico nessuna testa bionda sarebbe comparsa quella sera.

Stava per alzare il pollice verso il tecnico, ma nella tasca dei pantaloni qualcosa lo anticipò.

Estrasse il telefono e sbarrò immediatamente gli occhi di fronte al nome che stava leggendo.

Non aveva ancora deciso se crederci o meno.

Rispose leggermente insicuro, forse la chiamata non era per lui.

"Andreas?"

"Michael lo so che non devo disturbarti. Ma ho bisogno di aiuto. Non voglio tornare in ospedale"

Le parole del ragazzo erano sconnesse e spesso sovrastate da colpi di tosse sempre più forti, sembrava che Andreas faticasse persino a parlare.

"Andy? Che succede?"

"Mi fa male. Mi fa un male terribile"

Di nuovo i colpi di tosse interruppero il tentativo di Andreas di spiegarsi.

Ci fu un momento di silenzio, poi Michael provò a capirci qualcosa.

"Cosa ti fa male? Andy dove sei?"

Solo dopo qualche secondo Andreas riuscì di nuovo a parlare, i suoi respiri si erano fatti più affaticati, più deboli e sempre meno rassicuranti.

"Il petto, non riesco a respirare"

Non gli servì sapere altro, niente più spiegazioni. Attaccò il microfono all'asta e corse giù dal palco, raccattò la sua giacca ed estrasse le chiavi della macchina.

"Andy dimmi dove sei, vengo a prenderti"

"Royal Garden Hotel. Fa presto ti prego, non lo sopporto più"

Segnò nella sua mente quelle parole, non solo l'indirizzo, ma anche la sua disperata richiesta di aiuto.

Era tanto scosso quanto pieno di adrenalina, non si sarebbe perdonato un ritardo. Non sapeva nemmeno se fosse già inevitabilmente in ritardo, non aveva la minima idea di cosa stesse accadendo.

Ma mise in moto l'auto e schiacciò il pedale fino in fondo, correndo verso chissà quale terribile sorpresa.

"Resta sveglio, non attaccare. Io ci metto poco, tu resisti"

3.7.14Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora