Gli veniva facile svegliarsi la mattina presto, dopo aver dormito solo poche ore la notte precedente.
Gli veniva facile anche affrontare la giornata, come ogni altra prima di quella.
Non era difficile sopravvivere senza sue notizie, non si muore per questo.
Era la sera il momento più spaventoso, il momento in cui poteva davvero definirsi solo, senza di lui, senza avere la mente occupata.
Da una certa ora in poi la sua unica preoccupazione diventava l'assenza che costantemente sentiva. E poi il senso di colpa, la rabbia e infine la rassegnazione.
Come si cancella qualcosa di indelebile?
Passava le ore a strofinarsi le mani, a passarle tra i capelli, ad arricciarli con le dita fino a sentire la testa pulsare di dolore.
Eppure tutti quei tic nervosi non lo tenevano lontano da ciò che realmente lo tormentava.
Perché non si può dimenticare un errore commesso di proposito.
Michael prese il telefono dal comodino e non controllò neanche l'ora, aprì la loro chat e cominciò a digitare.
Perché anche di un errore volontario ci si può pentire. E chiederne il perdono è il primo passo.
Digitò le prime lettere ma le cancellò immediatamente. Lo rifece la seconda volta e altrettanto velocemente eliminò l'intero testo.
Nessuno aveva detto che sarebbe stato facile.
Nessuno però aveva detto che sarebbe stato così difficile.
"Come stai?"
Non era il più originale dei modi per iniziare una conversazione, né il più adatto.
Ma era il più naturale, per istinto Michael aveva bisogno di sapere come stesse l'uomo di cui era innamorato.
"Secondo te?"
Ma non era altrettanto scontato che Andreas fosse interessato alla conversazione.
"Ho una cosa da dirti"
Non era un segreto, ma non era nemmeno qualcosa di cui farne notizia. Era semplicemente qualcosa da condividere con lui e lasciare che diventasse di loro appartenenza.
"L'ultima volta che hai detto così, poi mi hai confessato un tradimento"
Incredibile come riuscisse a marcare il senso di colpa ogni volta, anche non pronunciando niente di accusatorio.
"Ti ho anche chiesto scusa subito dopo, ma credo che quella parte tu l'abbia cancellata completamente"
"Senti non perdiamo tempo, cosa hai da dirmi?"
Michael prese un profondo respiro, come se sentisse la pressione anche attraverso lo schermo.
"Sono due giorni che dormo qui"
Sperava di stuzzicare la sua curiosità e ottenere la sua completa attenzione.
"Qui dove?"
Michael scattò una foto del letto sfatto e la inviò ad Andreas.
Che però non capì subito.
"È un letto, quindi?"
Michael scattò un'altra foto, questa volta comprendendo tutta la stanza.
E allora per Andreas fu impossibile non capire.
"Cosa ci fai lì dentro? È camera mia"
Non sapeva esattamente quale fosse il tono utilizzato dal ragazzo biondo per esprimere sorpresa, ma scelse di credere che fosse quel tipo di sorpresa gioiosa.
E così scelse di fomentare la sua curiosità, forse troppo ingenuamente.
"Beh.. Sandra, la ragazza alla reception, è stata molto gentile"
Fu esattamente quello l'errore di cui si pentì immediatamente.
"In che senso? Sei andato a letto anche con lei?"
Anche quella di Michael fu sorpresa, quando lesse le poche parole di risposta di Andreas.
Ma una sorpresa amara, che sapeva di sconfitta e di sale sulle ferite.
Ci mise tutta la forza che aveva in corpo per non lasciarsi andare allo sconforto.
Eppure sembrò non bastare.
Si arrese. Poggiò la testa sul cuscino.
"No Andreas, no. Non sono andato a letto con lei"
Spense la luce.
"E allora come hai fatto?"
Tirò un sospiro pesante.
"Non importa, lasciamo perdere"
Chiuse la chat e poi anche gli occhi.
Sarebbe stata una notte difficile da superare.
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3.7.14
FanficTre. Sette. Quattordici. Tre, i mesi per affrontare i demoni che ci appartengono. Sette, i mesi per innamorarsi di nuovo della vita. Quattordici, il giorno in cui tutto cambia. Come si cancella qualcosa di indelebile? "Perché io ti voglio ancora And...