Chapter| 5

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𝓦𝓱𝓮𝓻𝓮 𝓽𝓱𝓮𝓻𝓮 𝓪𝓻𝓮 𝔀𝓪𝓵𝓵𝓼, 𝔂𝓸𝓾 𝓼𝓸𝓯𝓽𝓮𝓷 𝓶𝓮.

La maschera di Kitsune mi stava soffocando

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La maschera di Kitsune mi stava soffocando. Stavo vincendo la partita contro uno dei soliti ragazzi ricchi e viziati. La sua faccia si contorceva in varie espressioni: capí di essere fregato quando appoggiai, con lentezza, l'ultima carta che mi era rimasta.

Osservai il suo viso prendere una piega disperata per poi alzarsi di colpo furioso.

«Com'è possibile? Dov'è il trucco? Mi hai ingannato per bene stronza» il ragazzo si passo una delle sue mani cicciotte tra i capelli guardandomi con rabbia. Ma rimasi impassibile e ciò lo destabilizzó ulteriormente.

«Pensi che stando zitta non scoprirò chi sei? Te ne pentirai di non avermi fatto vincere!» urlò buttando giù dal tavolo tutte le carte.

Lo guardai annoiata, anche se sapevo che non poteva vedermi. Questo è il tipo di gente che odio di più, come fai ad andare in un posto pensando che l'altro ti farà vincere? Il mondo non è così semplice ma i ragazzi che avevo conosciuto fino ad allora pensavano di sì.

«Signore potrebbe fare spazio agli altri giocatori?» chiese Jackson con calma facendo un inchino rispettoso.

«Ve ne pentirete!» urlò il ragazzo dirigendosi verso la porta d'uscita. La gente del localo lo guardò sbalordita e si bloccarono, un secondo, per osservare quel individuo strano uscire dal Casinò.

L'atmosfera rilassata e non curante cominciò a ripartire nuovamente mentre decisi di continuare a giocare.

«Prossimo giocatore» disse Jackson appena una ragazza scappò via dopo aver osservato la partita precedente.

«Buonasera Signorina»

Una figura imponente prese posto sulla sedia di fronte a me. Deglutii e mi ritrovai incastrata tra due sentimenti diversi: paura per il fatto che lui sappia la mia vera identità e gratitudine di rivedere quello sguardo di fuoco.

«A cosa vuole giocare oggi?» chiese Jackson ignorando completamente il fatto che sia il figlio dei Kim.

«Mmmm Crazy Eights» disse incrociando le braccia al petto mentre appoggiava la schiena allo schienale della sedia.

Inarcai un sopracciglio: era un gioco da bambini.

«Si si, so cosa stai pensando, l'ho scelto appunto perché è semplice e l'ansia che provo mentre gioco con te non riesco a tollerarlo» affermò tranquillamente mentre osservava Jackson prendere il mazzo di carte.

«Forse è il caso che ripeta le regole» disse il mio autista ponendo le carte sul tavolo.

«Io, che sono il mazziere, posso decidere quante carte dare ad ogni partecipante. Dopo averle distribuite poserò il mazzo al centro e scoprirò una carta sul tavolo. Il giocatore che si trova alla mia sinistra inizia il gioco scendendo con una carta che deve essere dello stesso seme della carta girata, dello stesso valore numerico o un otto qualsiasi. Lo stesso vale per l'altro giocatore. Se qualcuno non può rispettare uno dei tre obblighi, deve pescare una carta dal mazzo e poi, se vuole, può giocare una carta o passare il turno. Se un giocatore scende con un otto, è obbligato a dichiarare un seme. Quando un giocatore gioca una carta e rimane con una sola carta dovrà gridare "Ultima"altrimenti sarà penalizzato pescando altre 4 carte. Quando si gioca l'ultima carta, il round finisce. Questo è tutto»

𝐓𝐡𝐞 𝐆𝐚𝐦𝐞𝐫 [ᵏⁱᵐ ᵗᵃᵉʰʸᵘⁿᵍ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora