Sorpresa

716 47 11
                                    

Si addormentarono l'uno nelle braccia dell'altro. Eren sembrava quasi si sentisse a casa sua. Pure dopo una litigata era contento di stare con il suo amato. Non gli importava se avevano corso troppo.

*****

«Buongiorno» disse Levi appena vide il castano scendere le scale e dirigersi da lui in soggiorno.
«Già sveglio?»

«Si, ho sentito che eri sceso ma ero troppo stanco per alzarmi e sono rimasto ancora un pochino»

Eren appena sveglio era una visione celestiale. Gli occhi leggermente socchiusi e i capelli arruffati. Molto meglio di quando lavoravano.

«Dopo il lavoro ti voglio portare in un posto, uno tra i miei preferiti»

«E dove sarebbe? ho paura Levi» ci rise su Eren. Un sorriso bianco come pochi avevano visto.

«Diciamo che è una sorpresa. Voglio scusarmi per ieri. Sono stato cattivo con te, non te lo meriti». Levi si stupì del modo in cui lo rendeva stare con Eren. Più sereno. Non più il Levi perfettino e cupo.

Si prepararono e andarono al lavoro. Ognuno per conto suo, evitando così di destare sospetti.
I ballerini ripeterono una coreografia in modo impeccabile e Hanji non potè che farsi i complimenti da sola per quell'opera d'arte che aveva creato.

*****

L'aria era molto più fresca quando uscirono dal locale. Tirava un leggero vento e il cielo era più limpido che mai.
«Entra in auto, altrimenti facciamo tardi»
«Va bene capitano»

Il tragitto era durato circa un'ora. Erano ormai le 5 di pomeriggio. Quando giunsero alla meta tanto segreta Eren si sentì come un bambino. Levi lo aveva portato in un luna park sul mare.

«Oddio Levi...ehm...non ho parole»
«Non ti piace? Se vuoi ti porto da un'altra parte»
«No, è che è fantastico. Te, il luna park, il mare...»

Il corvino rimase colpito dalle parole te e fantastico. Trovava dolce il modo in cui lo diceva, con una certa meraviglia negli occhi.

Però perché lo stava facendo?

Eren era la risposta, la più adatta, la più desiderata.

Si presero per mano. Le loro mani erano soffici e ad entrambi quel contatto faceva uno strano effetto.

«Prendiamo lo zucchero filato?»
«Certo che dentro sei proprio un bambino. Ma lo prendo comunque, solo per il mio bambino»
«Quindi anche te a volte sai essere meno sgorbutico. Ne prendo atto»

*****

Dopo il giro di numerose giostre, Eren aveva fame e si era già fatta sera. Andarono in un ristorante di pesce lì vicino. Levi prese del salmone, mentre il castano del pesce spada.

Il cibo era squisito e lo finirono in un lampo. Ordinarono un dolce in due: un tortino di cioccolato con un cuore cremoso, decorato con fragole.

Eren appoggiò il mento sul palmo della mano e rimase fermo a guardare il mare infrangersi sugli scogli.

L'atmosfera rilassante era accompagnata da una canzone.
"Killing me softly with his song. Singing my life with his words."

Di fatto Eren si sentiva come in quella canzone. Ad ogni parola pronunciata da Levi si sentiva mancare, come se fosse impossibile il fatto che trascorressero del tempo. Che avesse scelto lui, anche se non glielo aveva ancora detto chiaramente.

«Mi piace questa canzone»
«Anche a me. Ha una certa tristezza che la rende però anche poetica»

*****

Pagarono il conto e si diressero nuovamente verso la spiaggia. Voleva portarlo ancora in un posto.

«Per concludere questa serata ti voglio accompagnare  in un ultimo luogo»

Andarono verso una grande ruota panoramica illuminata da centinaia di piccole lucine di tutti i colori. Si accomodarono nella prima cabina vuota che trovarono e la giostra partì.

Eren si accoccolò sulla spalla di Levi, che all'inizio rimase un po' rigido. Non era abituato a quel tipo di contatto fisico.

La ruota girava lentamente, facendo godere il paesaggio a tutti i passeggeri. Nel punto più alto si riusciva a vedere perfettamente l'intero paesino. La luna ricreava il suo ritratto sulla superficie cristallina del mare.

Il suono delle onde rendeva il tutto più magico.

Levi richiamò l'attenzione del giovane, prendendogli la mano e posandola delicatamente sulla sua. Il cuore gli stava per uscire dal petto. Aveva ansia come non la aveva mai provata. La voce era soffocata, quasi avesse paura di quello che stava per dire.

«Credo che tu mi stia iniziando a piacere»

.
.
.
*spazio autrice*
Ciao, scusate se sono stata inattiva ultimamente ma ho avuto molte cose da fare.
Giochino: avete riconosciuto la canzone del locale?

The Stripper|EreriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora