Verdetto finale

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«Sei pronto per oggi?»
«Cosa ci sarebbe oggi?» chiese stupito Eren.
«Davvero te lo sei già dimenticato? Dobbiamo andare in tribunale»
«Oh...vero»

Eren aveva promesso a Levi che lo avrebbe accompagnato in tribunale. I giorni precedenti erano un continuo via vai da avvocati. Sebbene il signor Ackerman fosse nella ragione, aveva comunque ucciso qualcuno e la legge risparmia nessuno.

«Ti preparo i pancake, così mandi via quel musone. Andrà tutto bene, fidati»
«Non voglio perderti»
«Oh amore, non mi perderai mai. Rimarrai sempre il mio piccolino»

Il minore iniziò a piangere e mise la sua testa nell'incavo del collo dell'altro. Era la sua più grande conquista e perderlo lo avrebbe distrutto. In cuore suo lo sapeva che se ne sarebbe andato prima o poi, doveva solo accettarlo.

Levi si spostò leggermente e prese lo sciroppo d'acero, lo aprì e con un dito sporcò la faccia di Eren con quella sostanza appiccicosa.

«Perchè diavolo lo hai fatto?»
«Non mi piace vederti triste. Infatti ora...stai ridendo» ed iniziò a fargli il solletico.
«Ah è così che la metti?» disse tra una risata e l'altra il castano.

Prese anche lui lo sciroppo e lo versò sulla testa del corvino.

Forse non avrebbe dovuto farlo.

«JEAGER!!!»
Le urla risuonavano per tutta la casa ed Eren non la smetteva di ridere, cosa che lo fece infuriare ancora di più.

«È meglio se ti vai a fare una doccia»
«TU DICI!? io ti ammazzo»
«Dai, ti preparo la roba e vengo anche io. Mi sa che i pancake saltano»

Si diresse in camera e nel mentre che l'altro si spogliava ed entrava in doccia, gli prese mutande e vestiti.

Il ragazzo dagli occhi color smeraldo aprì la vetrata ed entrò insieme a lui.

L'acqua calda avvolgeva i loro corpi. Le goccioline sciendevano dai loro capelli. Levi sentì un peso e notò che Eren aveva appena appoggiato la testa sulla sua schiena. Sembrava così vulnerabile. Da fuori non si direbbe, anzi, ma una volta liberato delle sue certezze... ecco l'Eren che conosce solo lui.

Gli sollevò il mento e si guardarono negli occhi.

«Non andartene, ti prego» disse a filo di voce il più piccolo.
«Non è una mia scelta. Se non mi presento, mi vengono a cercare qua a casa»
«È solo che voglio passare con te altri giorni. L'idea che questo sia l'ultimo, mi fa male»

Levi prese tra le dita il volto di Eren.

«Non lo sarà» e gli baciò la fronte.

Con una spugna iniziò a lavargli la schiena e cominciò a rilassarsi.
Una sfilza di soffici baci ricoprirono la sua pelle.

*****

L'appuntamento era alle 15:30 del pomeriggio. Avevano ancora due ore di tempo. Levi vide dalla finestra che il vento si era alzato parecchio. Prese una sciarpa e la avvolse attorno al collo del suo amato.

«Hai preso tutto?»
«Sì, oltre a questi fascicoli non avevo niente. Andiamo»
«È ancora un po' presto però»
«Voglio prima passare a bere un caffè»

Salirono in auto e diedero gas verso il tribunale. Occupava quasi tutto lo spazio davanti al parcheggio. Ai lati c'erano dei negozietti. Il corvino puntò subito un bar chiamato "Wall Rose".

Ordinarono un amaro e un cappuccino. Si sedettero in una poltrona vicino alla finestra.

Levi era visibilmente nervoso, totalmente l'opposto di quello che aveva mostrato fino a pochi minuti fa.

Eren non gli fece domande, era a conoscenza che sarebbe stato ancora peggio.

Un quarto d'ora prima dell'inizio della sentenza si incamminarono verso il portone e un uomo scortò il maggiore con sé, Eren li seguiva pochi passi indietro.

L'aula non era come se lo aspettava il castano. In tv era molto più grande e gremita di persone. In quel momento c'era solo un uomo che pareva il giudice, Levi con il suo avvocato seduti ad un banco ed una ragazza in un altro. Non la riconobbe e non capiva cosa stesse facendo lì in quel momento.

Eren cercò di entrare ma gli fu bloccato il passaggio. Era stato richiesto di non farlo passare. Era molto strano, soprattutto in una accusa di omicidio.

«Allora, credo che questo caso sia tra i più facili che mi siano capitati. Abbiamo una testimone e l'omicida che accusano il morto» iniziò a parlare il giudice.

Era un uomo alto, di corporatura robusta, sulla sessantina. Alla mano aveva il tipico martelletto, il quale non faceva altro che rigirarselo tra le dita come un giocattolo.

«Possiamo iniziare. Innanzitutto signor Ackerman, ci racconti l'accaduto»

Dopo venti minuti finì di parlare. Si era davvero preparato tutto un discorso e lo stava leggendo come se nulla fosse. La ragazza lo fissava e sembrava parecchio a disagio a sentire tutta quella marea di parole buttate d'un fiato.

«Lei invece cosa ha da dire?» e il giudice si riferisce alla ragazza minuta.
«Io...io..sì anche io ho subito violenze da parte di Erwin Smith»
«Oh questo non possiamo saperlo. I morti non parlano»
«Ma io-». La sua voce era talmente bassa che sentirla era una sfida.
«Ha delle prove? Altrimenti lo sta accusando senza un pensiero di fondo. Io non posso esserne sicuro»

«Quindi abbiamo già finito qua? "L'assalitore" è morto e ho solo due persone che lo accusano. Mi ritiro per decidere e vi dirò la sentenza»

Si alzò e si diresse nel retro del grande palazzo. La fondo due uomini sorvegliavano le porte.

Eren e Levi non si videro per tutto il tempo e quando il giudice Pixs entrò, aveva con sé un'altro uomo in giacca e cravatta.

«Secondo i miei ragionamenti, l'imputato Levi Ackerman è accusato di omicidio di secondo grado e ad una condanna di 7 anni, con condizionale a 3»

«Il mio cliente è stato aggredito e torturato da una persona che non si può definire "uomo" e il suo ringraziamento è accusarlo di omicidio? Se non lo avesse fatto lui ci sarebbero state altre vittime». L'avvocato si scaldò e non poco. Aveva lottato molto con Levi per questa causa e perderla era un vero e proprio fallimento.

Cosa aspettarsi da un giudice che lavorava per Smith?

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*spazio autrice*
I'M BACK MY FRIEEENDS. È quasi finita la fanfiction e siamo a 5k letture. davvero grazie a tutti. Vi aspetto per il finale!!

The Stripper|EreriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora