Eren cercò con la mano il petto di Levi ma non lo trovò. Il letto vuoto non gli era mai piaciuto. Nell'aria sentiva un odorino invitante, dolce. Forse il corvino stava preparando qualcosa di buono per colazione. Si sedette sul bordo del materasso e infilò le sue comode ciabatte pelose. Scattò in piedi e camminò verso il bagno. Fece scorrere un po' di acqua e bagnò il viso.
Sapeva che se non si sarebbe dato una bella svegliata sarebbe rimasto addormentato tutto il mattino.
Chiuse il rubinetto e prese una maglietta pulita dall'armadio, che fece scivolare sopra le sue spalle. Accostò la porta e si diresse verso la cucina a passi lenti. Il legno scricchiolava sotto i suoi passi.
Guardò verso i fornelli e per poco non cadde a terra. Levi aveva indosso solo un grembiule a pois rosso. Non sapeva se ritenerlo buffo o tremendamente sexy. Un fiocchetto di nastro cadeva sulle sue natiche tracciandone la loro perfetta curva. Quello si che era una bella vista di prima mattina.
«Qua qualcuno si è svegliato» disse l'uomo evitando che Eren potesse creare una pozza sotto di lui. Era strano, ma quelle attenzioni lo gratificavano, lo facevano sentire speciale.
«Che stai facendo?» chiese il giovane pieno di curiosità. I dolci erano il suo cibo preferito, se avesse potuto avrebbe mangiato solo quello per il resto della sua vita.
«Una torta di compleanno» e accennò un sorriso.
«Oggi è il tuo compleanno? Non me lo avevi detto oddi-»
«Eren, credo che tu di prima mattina sia completamente scemo. Oggi è il tuo compleanno e io ti sto facendo una torta»
«No..non è vero. Mancano ancora molti giorni»
«Senti, tua nonna ha chiamato sta mattina e dato che tu dormivi ho risposto io. Mi ha detto di farti gli auguri per i tuoi 18»
«Levi...io»
«Stai tranquillo. Lo sapevo già.»La risposta lo lasciò spiazzato. Come lo sapeva già? Non credeva avesse 21 anni? Perchè non glielo aveva detto.
«Dalla prima volta che ci siamo incontrati lo avevo capito. Ma ora fammi finire il dolce che se tardo nelle preparazioni diventa un disastro e te lo mangi comunque!». Il modo in cui lo dosse sembrava quasi una minaccia e mangiare qualcosa di carbonizzato non lo esaltava molto. Decise perciò di assecondarlo.
Cosa che lo faceva preoccupare ancora di più era che non fosse affatto spavento. Anzi, sembrava normale. Quell'uomo lo continuava a stupire.
«Po- Poso assaggiare?»
«Certo che per mettere nello stomaco, dell'impasto crudo, deve essere di ferro»
«Oggi mi stai prendendo un po' troppo in giro per i miei gusti» e gli leccò il dito sporco di quella sostanza zuccherina. «Mhh, deliziosa»Levi mise la torta nel forno ed impostò il timer. Attorno all'ora di pranzo sarebbe stata pronta. Il giovane aveva già l'acquolina in bocca.
La pancia gli brontolava e si affrettò a preparare una tazza di latte e cereali.
«Fai colazione ancora come i bambinetti»
«Cos'è questa confidenza adesso? Ora sono un adulto»
«Da esattamente 9 ore e 27 minuti»Eren si girò con un finto broncio e Levi lo abbracciò dicendo che era di buon umore e voleva solo scherzare.
Finì la sua tazza e la posò nel lavandino. Il corvino dette una lavata a tutto il piano di lavoro e anche alle stoviglie sporche. Odiava il disordine.
Levi si vestì in modo più comodo e le restanti ore prima dello scadere del timer per la torta le passarono tra coccole sul divano e serie su Netflix. Quella era la giornata tipo del giovane prima che avesse conosciuto l'altro. Ora fare anche le cose più banali aveva un significato diverso e più bello.
«Che profumino!» esclamò Eren.
Levi tirò fuori dal forno la torta cotta a puntino. Estrasse dal frigo una crema dorata e la ricoprì tutta. Aveva un aspetto davvero invitante.«Dai, siediti a tavola che preparo il pranzo. Va bene la pasta con salmone e vodka?» chiese il corvino.
«Sì, mi piace molto» e sorrise.A tavola parlarono del più e del meno, ed Eren si stupì che non venne fuori il discorso della sua età. Dieci anni di differenza li aveva sempre considerati troppi, ma da quando c'era Levi nulla aveva senso e tutto era permesso.
Mangiarono la torta ed il festeggiato si complimentò con lo "chef" di quella giornata, dicendo che come secondo lavoro avrebbe dovuto fare il cuoco di un ristorante stellato.
«Ho un'ultima cosa per te»
Eren guardò sbigottito l'amante tirare fuori da un cassetto una scatolina piccola bianca. Gliela porse e la aprì con tutto lo stupore che potesse avere. Al suo interno c'era un bracciale in oro bianco con su scritto "Vorrei donare il tuo sorriso alla luna perchè di notte chi la guarda possa pensare a te".Sotto di esso c'era un foglietto e delle parole scritte a biro.
Queste sono alcune cose che ti volevo dire da molto tempo ma non ho mai avuto il coraggio di farlo. Perchè sì, sono Levi, quello che sembra tanto forte all'esterno, che può intimidire. Sono sempre stato così io. Fino al tuo arrivo. Tra la folla hai fatto la differenza e da quel giorno non ti ho saputo dimenticare. Quando ho scoperto che saresti venuto da noi a lavorare ero un miscuglio di emozioni indecifrabili. Non volevo commettere errori. Poi è successo quel che è successo e ora ci ritroviamo qua, a casa tua, davanti un tavolo a pranzare come fanno due normali coinquilini.
Quando hai deciso di non volermi più vedere o parlarmi credevo che la colpa fosse solo mia. Credevo di averti messo in pericolo sapendo che eri minorenne e allora ho lasciato correre. Volevo rispettare la tua decisione. Quando ti ho visto entrare con Petra pensavo che steste insieme, mi sembrava l'unica scusa plausibile e avrei preferito che fossi felice con lei, piuttosto che con me, se era questo che volevi. Avrei preferito mille volte vederti sorridere che piangere per colpa mia. Ma quando ho incrociato i tuoi occhi, ho visto tutta la tristezza che avevi e si accese qualcosa in me. Io ti volevo e non avrei mai lasciato che qualcuno ci dividesse. Quelle settimane sono state le più difficili per me. Starti lontano e non poterti più toccare mi faceva impazzire. Non so neanche come mi sento ora, è molto strano. Non mi riconosco, ma so che lo facevi solo proteggere me. D'ora in poi voglio essere io a prendermi cura di te. Perchè mi piaci, e anche tanto.
ps. scusami per la lunga lettera.
Delle lacrime scivolarono sul volto rosato di Eren. Ormai vedeva poco perchè la vista era offuscata da quella marea di sentimenti che gli stavano esplodendo da dentro al petto. Strizzò gli occhi per migliorare la visuale e notò che Levi era ansioso di sapere cosa ne pensasse, sia del regalo che della lettera.
«Sei la cosa migliore che mi potesse capitare» disse baciandolo amorevolmente sulle labbra. Il fiato stava per mancargli. Non se lo sarebbe mai aspettato qualche mese fa. L'Eren di un tempo, che passava le sue giornate a drogarsi, se ne era andato e lasciò posto alla parte migliore di sé stesso, che dedicava solo a Levi.
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The Stripper|Ereri
Fanfiction(mini storia) Levi è uno spogliarellista di successo. Una sera, finito lo spettacolo, incontra gli occhi color smeraldo di un giovane ragazzo tra la folla. Le loro vite si incroceranno e porteranno entrambi a fare delle decisoni che non si erano mai...