«Presto me ne andrò. Quindi credo che questo sarà un addio, magari non per sempre» iniziò Eren dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante.
Nel frattempo il fratello aveva girato la chiave nella serratura e chiuso la porta alle sue spalle.
Diede un'occhiata in giro ed era in condizioni molti sinili alla casa di sua madre. Incasinata al punto giusto. Solo con qualche mutanda in più per terra.
«Oh mi spiace, e io che volevo recuperare i rapporti»
«Drogandomi?»
«Ho semplicemente onorato i vecchi tempi»
«Ora sono finiti. Non voglio diventare come te»Non rispose. Si limitò a preparare la caffettiera.
«Da quanto fai lo spogliarellista?»
«Come fai a saperlo?»Il castano rimase stupito. Lo aveva detto quando si erano incontrati quella sera? No, era impossibile.
«Un amico» e sollevò gli occhi divertito.
«Ho sentito che si guadagna molto» riprese.
«Più che il mio vecchio lavoro da cassiere» disse vago.Stava aspettando Levi e intanto controllava il cellulare in attesa di qualche messaggio.
Zeke gli versò del caffè in una tazzina e la bevvero in silezio. In sottofondo solo il rumore di auto.
«Credo sia ora di andare»
«Chi è quello che ti sta aspettando fuori?»
«È un amico»
«Vorrei tanto conoscerlo. Vero che me lo presenti?»Il fratello stava diventando insistente è l'ultima cosa che voleva Eren era far vedere il corvino ad uno dei capitoli peggiori della sua vita, ma sembrava inevitabile.
Ricevette una chiamata. Era Levi.
-Moccioso sono fuori. Ti aspetto.
-Potresti entrare per favore? Mio fratello non la smette di assillarmi, vuole conoscerti.
-Tsk, quante grane. Arrivo.Eren gli aprì la porta e lo fece entrare. La sua espressione rifletteva perfettamente il suo stato d'animo. Quasi schifato.
«Da quanto è che non pulisce casa? Sto per vomitare» chiese sottovoce al castano.
«Non pensarci, ora stai al suo gioco e prima ce ne possiamo andare» lo rassicurò.«E quindi tu saresti l'amico di mio fratello?»
Levi guardò il giovane confuso ma capì che era meglio stare zitto ed annuire.
«Anche tu lavori con lui?»
«Sì» disse secco.«Certo che mette un po' di timore nonostante la dua altezza»
Il corvino lo guardò con aria di sfida. Giocare sulla sua altezza era sempre stato qualcosa di molto rischioso. In molti si sono ritrovati con un livido in più sulla pelle. In quel caso, però, era diverso. Lui era il fratello di colui che stava iniziando ad amare e non voleva mancargli di rispetto, a differenza sua.
Voleva essere superiore.
«Ora che vi siete conosciuti noi ce ne andiamo. Ciao Zeke»
«Io non credo»
Una voce profonda attraversò tutto il soggiorno. Era cupa e proveniva da dietro le loro spalle.
Si girarono e videro colui che li aveva messi alle strette molte volte. Colui che li aveva fatti soffrire. Colui che era stato un peso fin dall'inizio. Colui che ritenevano il peggiore di tutti.Erwin.
Levi scattò verso la porta e prese la maniglia cominciando a strattonarla.
Si trascinò dietro anche il castano, che era entrato nel panico.Non si apriva. Era stata chiusa a chiave. Come aveva fatto a non notarlo? Gli aveva aperto Eren e il fratello era rimasto a tavola. Smith dev'essere stato lì fin dall'inizio.
«Voglio parlare con te» e l'ex capo si rivolse a Levi.
«Non me ne frega un cazzo di te. Ora lavoro da un'altra parte»«E APRITE QUESTA DIAVOLO DI PORTA!» risprese parola.
«Non alzare il tono puttanella, disturberai i vicini» disse divertito il biondo.
Il corvino si fiondò sul collo dell'altro e gli strinse il colletto della maglia, iniziando ad insultarlo come solo lui sapeva fare.
«Ora tu farai un bel pisolino»
«Cos-» e si accasciò sul suo petto.Eren vide che davanti al viso aveva uno straccio bianco che emanava un odore nauseabondo.
In seguito anche lui si sentì mancare le gambe, la testa girava incontrollata e non udiva più rumori distinti. Erano tutti ovattati.Anche le sue narici furono invase da quell'aroma.
«Guarda un po', due piccioni con una fava. Grazie Zeke, tieni la tua ricompensa»
Gli porse un sacchetto con una mazzetta di banconote.Lo raccolse al volo e controllò che ci fossero tutti i soldi che gli aveva promesso, poi se ne uscì di casa.
Li trascinò di peso lungo il corridoio ed aprì una porta che conduceva al seminterrato. Caricò prima Levi sulle spalle e giunto in cantina lo accasciò sul pavimento incurante che potesse provare dolore. Dopotutto quello che gli avrebbe fatto dopo non saprebbe stato tanto diverso.
Prese poi Eren che però lo fece rotolare giù dalle scale come un sacco di patate. Si poteva benissimo sentire il rumore del suo corpo che si scontrava violentemente con il legno degli scalini. Lo mise dalla parte opposta al corvino.
«Ora ci divertiremo tutti insieme. Non siete contenti?» ghignò Smith.
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The Stripper|Ereri
Fanfiction(mini storia) Levi è uno spogliarellista di successo. Una sera, finito lo spettacolo, incontra gli occhi color smeraldo di un giovane ragazzo tra la folla. Le loro vite si incroceranno e porteranno entrambi a fare delle decisoni che non si erano mai...