Erwin tirò un calcio sul fianco del corvino, facendolo sobbalzare. Aprì leggermente gli occhi e si massaggiò la parte dolorante.
«Oh ben svegliato troietta» iniziò Erwin.
«Non richiamarmi ancora in quel modo o-»
«Non puoi fare niente, sei legato. A meno che non mi supplichi di liberarti»
«Penso sia più probabile che un asino cammini a due zampe che io arrivi al punto di supplicarti. Ma aspetta, ce l'ho davanti quell'asino» disse alzando un sopracciglio. Quell'insulto era indubbiamente rivolto al biondo e lo aveva colto subito.
«Ora ti toccherà pregare»Prese una ciocca di capelli e la tirò, sferrandogli un destro in pieno volto.
Tra tutto quel franbusto non si erano accorti che Eren si era svegliato e stava assistendo alla scena.
«Fermati!» urlò il giovane.
«Ei non funziona così, decido io» lo rimbeccò Erwin.«Cosa cazzo vuoi ancora da me?»
«Sfondarti quel bel culo che ti ritrovi»
«NO NO TU NON ME LO METTERAI DENTRO» rispose iniziando a scalciarlo via.«Come ho già detto, decido io. Oppure preferisci che lo faccia al tuo piccolo Eren?»
«Sei uno schifoso»Il corvino allentò la tensione e si lasciò andare. Era inutile combattere, avrebbe sicuramente perso. L'altro lo stava svestendo dei suoi infumenti e della sua dignità. Lo avrebbero fatto lì, davanti all'unica persona che gli importava. Voleva proteggerlo, ma è successo sempre l'esatto contrario di quello che desiderava.
Smith si liberò definitivamente dei pantaloni e dell'intimo.
«Scusami» disse con un filo di voce prima che il biondo affondasse dentro di lui.
«Girati, per farvore» riuscì a pronunciare tra una spinta e l'altra, vedendo lo sguardo atterrito di Eren e i suoi tentativi di liberarsi, indubbiamente vani. Il castano urlava il suo nome, piangeva. Levi chiuse gli occhi e si voltò verso il muro, sperando che l'altro lo avesse ascoltato.
*****
«Mi...mi fai male...ahhhh»
«Se fossi stato più gentile all'inizio ti avrei portato sul divano, ma il tuo carattere ha deciso per te e ora il pavimento è il massimo di comodità che posso darti» rispose tutto d'un fiato senza fermarsi.«Per quanto continuerai?»
«Certo che oggi sei proprio noioso. Va bene, può bastare»«Due fottute ore sono più del necessario» disse sottovoce Eren.
«Cosa hai detto bambinetto?»
«Sono più del necessario due ore» ed alzò il tono di voce.Si staccò dal corvino, che si rigirò dolorante sul cemento freddo della cantina. Stare nudo su quel pavimento lurido lo irritava ancora di più.
Quello che stava succedendo era il quanto più vicino ad una tortura sia psicologica che fisica.
«La prossima volta tocca a te. Non ti risparmierò»
Tornò dal corvino, gli pizzicò una natica e ci avvicinò il viso. Iniziò a leccare la fessura che fino a poco fa aveva consumato. Il ragazzo al suo fianco tremava, non era niente di piacevole se a farlo era lui. L'unico che avrebbe potuto toccarlo era Eren.
«È brutto non avere qualcuno che ti aspetta a casa, a cui manchi. Vero?» disse alzandosi Erwin.
«Stai tranquillo che non rimarremo qua in eternità»
«Se lo dici tu...»Salì le scale e si chiuse la porta alle spalle. Zeke lo aveva chiamato.
«LEVI»
«Non ti preoccupare, sto bene»
«Se avessi saputo che erano d'accordo non ti avrei mai fatto entrare, cazzo perchè sono sempre così stupido. Scusami Levi, scusami, scusami»
«È colpa mia, sono io che ti ho trascinato qua, in questa situazione. Non ne puoi niente tu»Il giovane non aveva la forza di replicare, riusciva a mala pena a tenere gli occhi aperti. Le lacrime erano sempre più veloci sul suo viso. La bocca semi aperta faceva dei versi non umani, strozzati. Un singhiozzo dopo l'altro. Si sentiva morire ad ognuno di essi.
*****
«Dai questi a loro» e Smith indicò delle pagnotte sul piano di lavoro della cucina.
«Ma sono legati, non possono mangiarli» disse Zeke.
«Cosa te ne frega. Mettiglieli in mezzo». Rise di gusto.
«Va bene» sospirò. Lo sguardo rassegnato. Aveva sperato fino all'ultimo di non diver vedere la faccia di suo fratello. Si vergognava troppo.Si diresse verso la cantina e quando la aprì vide entrambi accasciati a terra, di cui uno nudo ed esausto. Tenne la testa bassa per non incrociare i loro sguardi e appoggiò il pane perfettamente dove glielo era stato ordinato.
«Perchè! Perchè ce lo stai facendo? Sono tuo fratello. Lasciaci andare»
«Non è una mia scelta»
«È casa tua Zeke! Non puoi farti dire cosa devi fare»Levi fece cenno ad Eren di stare zitto. Era inutile. Era dalla parte di Erwin. O meglio, dalla parte dei soldi e lui ne aveva molti.
Si guardarono. Volevano toccarsi, abbracciarsi, baciarsi, ma nessuno poteva fare qualcosa.
L'unica speranza era portare il fratello dalla loro parte.
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The Stripper|Ereri
Fanfiction(mini storia) Levi è uno spogliarellista di successo. Una sera, finito lo spettacolo, incontra gli occhi color smeraldo di un giovane ragazzo tra la folla. Le loro vite si incroceranno e porteranno entrambi a fare delle decisoni che non si erano mai...