Ferite

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«Ripensaci, per favore» chiese a voce spezzata il giovane incatenato al pavimento. Ormai attorno ai polsi si era formato un cerchio rosso per via del metallo che li stringeva.

«Liberaci, ti pagherò. Sono pur sempre tuo fratello»
«Lo so che sei mio fratello, non devi ripeterlo di continuo»
«Allora dimmi solo cosa ti ho fatto, cosa ti abbiamo fatto»
«Voi niente...»
«E ALLORA PERCHÈ STAI DALLA PARTE DI SMITH»
«Mi ha dato molti soldi, in realtà lui voleva solo Levi, tu eri una garanzia per averlo»

«Quindi secondo te io valgo meno di quei luridi soldi? Ah no giusto, a te importa solo della droga» rispose con un tono di disprezzo Eren.
«Lo sai anche tu che non ne posso fare a meno, e poi ero al verde. Dovevo pagare l'affitto o mi avrebbero sfrattato»
«Non potevi trovarti un lavoro onesto??!»
«Ma tu cosa ne sai di quello che faccio io. Un lavoro ce l'ho, solo che non mi basta quello con cui mi pagano»

«Piuttosto che inventarti stronzate, dimmi come lo hai incontrato» intervenne Levi stufo delle sue parole vaghe.
«Mi ha chiamato dicendo se avevo dei problemi finanziari, non so come abbia avuto il mio numero»

«O...ora devo andare» e Zeke concluse la conversazione ritornandosene da dove era arrivato.
Spense la luce e la stanza divenne buia e fredda. L'unica fonte di luminosità era l'interruttore delle scale che aveva una un piccolo led all'interno, così da vederlo anche di notte.

*****

«Che ore sono?» chiese Eren.
«Non ne ho idea»

«Ho freddo» disse dopo qualche minuto. La finestrella sul retro era aperta e lasciava passare l'aria. Un'aria gelida.
«Stai tranquillo che non sei l'unico»

Levi, in effetti, era completamente nudo. Il giovane invece aveva addosso almeno i pantaloni.

Col piede riuscì a prendere una coperta non molto distante da lui e la lanciò verso il corvino. All'inizio rifiutò cercando di convincere Eren a prenderla, ma non si spostò dalla sua decisione ed infine la ebbe vinta lui, lasciandola al maggiore.

«Buonanotte» e gli sorrise, sperando lo ricambiasse.
«Notte» rispose vago.

«Posso chiederti ancora una cosa? Poi ti lascio dormire»
«Tanto non credo che dormirò. Dimmi»
«Come mai hai scelto me?»
«Mi hai preso in un momento di difficoltà. Credevo che quella giornata si sarebbe conclusa lì. Ma conoscendoti meglio ho voluto che continuassimo questa nostra "relazione"»
«Quindi tu mi consideri il tuo ragazzo?»
«Beh, sì. Credo di sì»

«Ti amo» gli disse prima di girarsi verso il muro e rannicchiarsi su sé stesso per stare più al caldo. Sembrava davvero un cucciolo a volte e a Levi non sfuggiva la cosa.

«Ti amo anch'io». Come un soffio, le parole scivolarono dalla bocca del corvino, lasciando di stucco pure lui. Sperava non avesse sentito. Tra il rumore di auto e vento era difficile capire bene quello che avesse detto.

Eren accennò un sorriso.

*****

«Sveglia piccioncini! Il mattino ha l'oro in bocca»
Aprirono gli occhi e si ritrovarono Erwin davanti a loro che stava sbraitando. Non solo li aveva rapiti, ma disturbava pure il loro sonno. Per Levi non c'era cosa peggiore.

«Noi avremo fame. È da due giorni che non mangiamo»
«Oggi è un giorno speciale. Vi farò fare colazione con noi»
«Non siamo in tuoi fottuti giocattoli»
«Oh che caratterino che abbiamo qua. Preferisci che ti faccia mangiare qualcos'altro?» e indico verso il basso, puntando il cavallo dei suoi pantaloni.

«Disgustoso...» commentò l'interessato.
«Perfetto, ora vi slegherò e vi porto di sopra. State attenti che ho appena sistemato»

Da come parlava, sembrava un maniaco. Uno psicopatico. Li trattava come oggetti e per lui era tutto normale. Solo uno squilibrato come lui poteva fare una cosa del genere.

Se li caricò entrambi sulle spalle. Aveva una resistenza terribile. I due erano magri ma in forma, di certo non erano delle piume ma il biondo le sollevò come tali.

Li vece sedere ad un tavolino rotondo, lo stesso in cui qualche giorno prima Eren bevve il caffè con suo fratello. Lo stesso fratello che ora li tiene prigionieri insieme ad uno dei peggiori uomini, se così si può dire, che ci fossero in circolazione.

«Se farete i bravi, avrete una porzione in più. Non voglio che muoriate di fame»
Il suo tono era straordinariamente tranquillo ma ti trasmetteva anche un senso di preoccupazione. Era tutto parte del suo piano.

Come ha fatto a non accorgesene prima di aver lavorato con un pazzo?

Senza dubbio la sua serietà e la stima che avevano i colleghi ha contribuito.

«Fanculo» pensò Levi e si alzò dal tavolo. Eren lo afferrò per un polso e lo sbattè sul legno chiaro della tavola.

Si distolse dalla presa e a grandi falcate rumorose andò verso la porta. Indubbiamente era chiusa a chiave con varie serrature. Sembrava quasi blindata.

«Io ti avevo detto di non fare il cattivo. Secondo te la lasciavo aperta?» disse ridendo Smith.
«Ci ho sperato» rispose il corvino. Aveva le vie di uscita chiuse. Tutte le tapparelle erano tirate giù anche se era giorno.

Il biondo andò verso di lui nascondendo le mani dietro la schiena. Quando si ritrovò a qualche centimetro dal suo corpo, mostrò le mani e teneva in palmo un coltello.

Levi non fece in tempo a realizzare e la lama affondò dritta nel suo petto. Non troppo profondamente, incise qualche taglio. Partendo da sinistra verso destra. Se si fosse mosso lo avrebbe sicuramente ucciso.

Lo guardava con occhi di ghiaccio. Aveva il respiro affannato. Per la prima volta, fu messo all'angolo da qualcuno.

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*spazio autrice*
Vorrei inizare ringranziando tutte coloro che hanno risposto al capitolo dove chiedevo cosa pensassero di questa ff (lo eliminerò a breve). Davvero grazie mille, non pensavo vi fosse piaciuta così tanto, ne sono molto contenta. Scriverla sarà ancora più bello.

Siamo quasi a 2k letture. Waw

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The Stripper|EreriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora