Scopriamo le carte in tavola

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Il mattino arrivò, e un leggero languorino mi convinse a scendere giù dal letto.
-buongiorno- disse Cico, aveva ancora gli occhi socchiusi, e il volto addormentato. Mi diede un bacio sulle labbra.
-buongiorno- dissi con un sorriso da ebete sul volto.
-si andiamo a fare colazione!- disse il rosso prendendo a calci le lenzuola, pur di toglietemele di dosso.
Uscimmo frettolosamente dalla sua stanza, lui in boxer e maglietta ed io in pigiama, pronti a fiondarci in cucina.
-buongiorno- udimmo un leggero miagolio, ci voltammo e lo vedemmo: Strecatto. Era appena fuori dalla sua stanza, proprio di fronte a quella di Cico, ci guardava con uno sguardo malizioso, studiandoci dalla testa ai piedi, cercando di trovare qualche indizio interessante.
-Cico sei ancora in pigiama, non ti sei cambiato?- fece notare il ragazzo, godendosi il volto imbarazzato del rosso
-Ah già, vado subito...- disse lui rientrando in stanza e chiudendosi la porta alle spalle.
-E tu? non vai a cambiarti? - chiese calmo, rivolgendosi alla sottoscritta. Per tutta risposta non dissi niente e andai in camera mia. Uscii pochi minuti dopo con addosso una fascia bianca è un paio di pantaloncini, con sotto, ovviamente, il costume.
Scesi giù e notai che tutti erano svegli e già pronti a mangiare. Mi sedetti e mi versai del latte in una ciotola, riempiendola per metà, l'altra metà fu riempita da una cascata di cereali, si, sono una di quelle persone che mette prima il latte e poi i cereali. Iniziai a mangiare, e notai che uno strano silenzio aveva sovrastato la sala. Tutti erano strani: Mario teneva la testa bassa, senza incrociare lo sguardo con nessuno, Anna fissava un punto nel tavolo intenta a ragionare su chissà che, mentre Lyon la guardava terrorizzato mentre si riempiva la bocca di cereali. Giorgio e Alex non la finivano di gettare occhiatacce e Cico, il quale li scrutava con aria di superiorità, mentre Stefano gettava occhiate al cielo ogni volta che vedeva la scena tra Alex, Cico e Giorgio. Infine Stre stava seduto a godersi la scena come uno spettatore al cinema, mentre continuava a mordere il pezzo di pane tostato che teneva in mano.
-Oh insomma...- disse d'un tratto Anna con voce seccata. -...vuoi dirci che sta succedendo?!- chiese guardandomi dritto negli occhi. Il suo sguardo era capace di entrarti dentro e di congelarti, infatti rimasi immobile come una statua, nelmentre che gli occhi di tutti si giravano verso di me.
-è da qualche giorno che ti comporti in modo strano, vuoi spiegarci che cosa ti succede?- chiese Alex d'un tratto
-Già, quasi quasi non ti riconosco- aggiunse Stefano.
Ecco, il momento era arrivato, adesso o mai più, avrei dovuto confessare tutto ciò che avevo fatto, quello che presumibilmente Stre aveva scoperto.
-Avanti, siamo amici, migliori amici, a noi puoi dire tutto- conclude Anna con il suo solito tono dolce.
-va bene, vi dirò ogni cosa, ma non qui, andiamo davanti alla tv, sul divano.- dissi guardando in basso. Detto ciò, con l'aiuto di tutti sparecchiammo in meno di tre minuti e ci radunammo nella sala tv. Tutti si sedettero sul divano, tranne Stre e Giorgio che, data la mancanza di spazio, si sitemarono a terra, sul morbido tappeto blu.
Io rimasi in piedi, tirai un sospiro e iniziai a parlare: -è iniziato tutto il primo giorno in cui siamo arrivati, era da tanto che non ci vedevo, e ho notato subito dei cambiamenti in voi, tutti positivi ovviamente, ma, quando ho rivisto Cico è stato diverso, ho sentito subito che qualcosa in lui era cambiato, radicalmente, e quella cosa era quello che lui provava per me, anch'io ho provato subito dell'attrazione fisica, infatti, quando siamo andati alla festa, e quella ragazza lo ha baciato, sono impazzita, non capivo più nulla... poi però Mario, che era l'unico a sapere di tutto, è venuto a spiegarmi la situazione, così sono corsa da lui...- spiegai tutto ciò che era accaduto, beh, non proprio tutto..., ma cercai di farmi capire al meglio, e quando finii di spiegare, rimasi stranita dall'espressione dei miei amici. Erano tutti indifferenti, tranne Cico, che mi sorrideva. D'un tratto si alzò dal suo posto e mi venne in contro, prendendomi dolcemente il volto con una mano, e avvicinando le mie labbra alle sue, baciandomi. Mentre con l'altra mano scivolava delicato sul mio fianco, avvinghiandomi di sorpresa e sbattendo il mio bacino contro il suo, indolore, ma intenso.
-va bene, se i due piccioni no si possono staccare...- la voce di Lyon tuonò costringendoci a guardarlo.
-... posso dire che quello che intendeva Anna... non era questo.-
-Ah no...-
-no...-
-Sapevamo già quello che è successo tra voi due.- disse Alex poggiandosi sulla testa di Stre, che era proprio sotto ai suoi piedi.
-come facevate a saperlo...- dissi stranita.
-ce l'ha detto Cico- sbuffò Lyon mentre io mi voltavo verso il rosso.
-beh eri talmente tanto preoccupata nel dirglielo che ho pensato di farlo io per te- disse accompagnando la frase con una linguaccia.
Adesso si spiegavano tante cose: il perché Giorgio era arrabbiato il giorno prima, perché Alex era sdraiato a terra anziché seduto comodo sul divano accanto al rosso (era no entrambi presi dalla cosiddetta gelosia fraterna, Giorgio la sfogava con la musica, e stando da solo, mentre Alex facendo a cazzotti con Cico, o almeno, provandoci). Il perché dello strano comportamento di Anna e Di Lyon che cercava di tenerla tranquilla aiutandola più che poteva. Lo strano comportamento di Stre che cercava in tutti i modi di farmi intuire che tutti sapevano.
-sei uno stupido.- dissi a Cico tirandogli un cazzotto sul braccio.
-no nooo dai scusami...- piagnucolò lui cercando di abbracciarmi, ma io lo scansai, anche se non ero arrabbiata con lui, volevo solo stuzzicarlo un po'.
-Quindi, l'altra cosa?!- chiese Stre stracusioso. Il mio sorriso svanì, e mi decisi ad affrontare il mio problema più grande, quello che non avevo detto a nessuno. La mia famiglia. Iniziai a raccontare della storia dei miei fratelli, dei miei che litigavano h24/7 del mio futuro trasferimento dalla zia, e di tutto il resto. Appena finii l'espressione dei miei amici era completamente diversa da quella di prima. Adesso trasmettevano angoscia, timore, ma sopratutto mi compativano.
-tesoro mi dispiace tanto, non pensavo vivessi in questa terribile situazione- disse dolcemente Anna, nelmentre si era alzata e si era avvicinata sempre più, prima stringendomi le mani, poi stringendo me. Alcune lacrime iniziarono a sgorgare dai miei occhi, in maniera incontrollata, ma non emisi nessun suono. Pian piano i miei amici si alzavano e si univano all'abbraccio. Finché non non dovetti stringermi forte ad Anna, che era la più vicina al mio volto, nel tentativo di soffocare i singhiozzi. Rimanemmo così per un po', poi ci sedemmo sul divano. Stefano e Alex sui braccioli, mentre gli altri in mezzo, io in braccio a Cico, mentre Stre poggiato sul mio petto, intento a fare le fusa, mentre io gli facevo i grattini in testa. Il mio amico, se vuole, riesce a trasmettermi un sacco di fottutissima serenità. Adoro quel micio e le sue fusa.
Passò un oretta, nella quale lasciammo scivolare via il dispiacere e iniziammo a rilassarci un po' tutti. Ricominciando a ridere e a dimenticare i problemi. Anna si mise ai fornelli, mentre io mostravo i vari lividi e ferite che, involontariamente, mi creavo quando ero in agitazione. Tutti mi diedero consigli ottimi per cercare di gestire l'ansia, poi pranzammo e decidemmo di andare a mare. Passammo tutto il pomeriggio lì finché non divennero le 22:00. Tornammo a casa e ci sistemammo. Quella sera era la più triste, non solo per glia venire ti accaduto, ma anche perché quella era l'ultima sera che passavamo lì, in quella casa stupenda.
Ci facemmo la doccia e ci addormentammo immediatamente.

Era di nuovo giorno. La sveglia suonò, erano le 6:00 era il momento di tornare a casa. Scesi giù con la valigia e lo zainetto in spalla. Facemmo colazione, l'ultima preparata da Anna, e uscimmo. Stre chiuse a chiave la porta e ci dirigemmo verso il traghetto. Parlammo e ci divertimmo, riproponendo un viaggio simile tra qualche mese, o addirittura, l'estate prossima. Il traghetto arrivò, ci imbarcammo e arrivammo all'aeroporto. Facemmo il check-in e salimmo sull'aereo.
Eravamo tutti in fondo, ma non proprio vicini.
Io ero accanto ad Alex, appena dietro Cico e Giorgio.
-ehi...- il rosso fece capolino dalla sedia davanti alla mia.
-ei- risposi io con un sorriso.
-posso sedermi accanto a te- chiedendo il permesso più ad Alex  che a me. Lui, per tutta risposta, sorrise debolmente e si alzò, lasciando il posto a Cico. Si sedette e si mise la contura. Poi mi prese la mano.
-senti... mi dispiace per la questione dei tuoi genitori, non pensavo che potessi vivere anche tu in una situazione del genere, e pensare che inizialmente volevo anche forzarti a dirmi tutto...- iniziò lui dispiaciuto.
-Non preoccuparti...- dissi sorridendogli -... ma, cosa intendi con... anche tu?-
-vedi, i miei si sono separati quando io avevo 10 anni, prima mi mandarono a vivere con mio padre, ma lui mi teneva solo per fare un dispetto a mia madre. Poi mi mandarono da lei, ma dopo il primo anno di università decisi di lasciarla vivere da sola, anche perché aveva un'altro uomo con cui vivere, uno che la rispettava e l'amava, così ho deciso di mettermi da parte. E sono andato a vivere da solo.-
-oh, mi dispiace...- dissi un po' tristemente.
-tranquilla- disse lui sorridendo e chiudendo leggermente gli occhi. Passarono pochi secondi di silenzio. Poi il rosso aggiunse:
-senti... ma tu devi per forza andare a vivere da tua zia?-
-beh... lei vorrebbe che io stessi lontana dai miei genitori, quindi credo che ogni posto lontano da loro andrebbe bene, perché?-
-beh... può sembrare una cosa un po' azzardata... ma, che ne diresti se venissi a vivere da me? Abito da solo con il mio cane, in più vivo nella stessa città dell'università che vuoi frequentare, anzi ci vivo propio accanto e...- il ragazzo cercava scuse per farmi accettare l'offerta, anche se non sapeva che io avevo preso già la mia decisione.
-mi farebbe molto piacere, grazie.- dissi quasi sussurando. Lui mi guardò e rise, ma non riuscì a trattenersi e mi baciò. Il bacio durò lungo, perché finalmente nessuno poteva interromperci, anche se da qualche sedile più indietro si sentivano dei mugolii di approvazione:
Anna:- awwww che carini!
Stre (occhi a cuoricino):- mio Dio sono adorabili... (mai quanto me)
Stefano::- aaaaawwwww, Mario tu non mi hai mai baciato così allassionatament...
dall'interruzione della frase si capiva che anche quei due si stavano baciando.
Passò un'oretta. Cico si era addormentato, come tutti, io invece stavo con il telefono in mano a sperare, finché ciò che aspettavo non arrivò:
Zia; adesso: Ma certo tesoro, se hai trovato un appartamento proprio vicino l'università è il caso che tu vada, l'importante è che non torni dai tuoi genitori. Per i soldi non preoccuparti, sarò felice di farti un aiuto economico mensile, per aiutarti. Un bacione, ci vediamo presto 💋.

Appena finii di leggere il messaggio sorrisi. Finalmente sentivo che la mia vita stava cambiando, finalmente sentivo di poter essere felice.
~Fine!

SPAZIO AUTRICE. ED ECCO QUI L'ULTIMO CAPITOLO. SCUSATE I VARI ERRORI GRAMMATICALI O ALTOR LUPACCHIOTTI MA SONO LE DUE DEL MATTINO ED IO NON HO DORMITO PER FARE QAUESFO CAPITOLO, CHE TRA LARENTESI È ANCHE MILTO LUNGO. SPERO CHE ANCHE QUESTA STORIA VI SIA PIACIUTA E NOI CI RIVEDREMO CON LA PROSSIMA FANFICTION SU UN ALTRO DEI WGF.
CIAOOOOO!!!

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