Kaukokaipuu

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Avevamo appena finito di cenare, eravamo tutti stanchi, e decidemmo di guardare un po' di tv.
Non so perché ma optammo per un horror. Ma, prima che il film cominciasse, Anna e Lyon andarono a dormire:
-ragazzi noi siamo troppo stanchi, andiamo a dormire, e poi Anna ha paura- Disse Lyon a gran voce, mentre Anna gli dava un leggero schiaffo sulla spalla: -ehii-
I due salirono, e noi guardammo il film. Dopo venti minuti Mario, Alex e Cico si alzarono.
-andiamo anche noi a letto- disse Cico senza guardarci, alle sue parole mi rilassai, non dovevo più affrontarlo.
Io, Stre e Giorgio ci sedemmo più comodamente, mentre il film procedeva. Stre era attaccato a me, mentre tremava come una foglia, e nascondeva il dolce visino tra il suo braccio e la mia pancia. Mentre io ero appoggiata al letto di Giorgio, il quale giocherellava con un ciuffo dei miei capelli.
Il film era avvincente, parlava di alcuni ragazzi che passavano le vacanze in una casa e un assassino, scappato dal manicomio, aveva deciso di tormentarlo, ma c'era ben poco da temere. Quando finì Giorgio spense la tv e parlò:
-andiamo a dormire?- sbadigliò coprendosi la bocca con una mano. Io annuii mentre cercavo si staccarmi dalla presa di Strecatto.
-mi accompagni in camera?- mi chiese con occhi da cerbiatto, ed io fui costretta ad accontentarlo. Salimmo le scale e attraversammo il corridoio, arrivati alla camera di Giorgio ci scambiammo la buonanotte ed io e Stre ci avviammo verso la sua camera. Entrammo. Aveva ragione, la sua era la più bella di tutti, con il letto a baldacchino, l'unico con il bagno in camera, e la cabina armadio.
Stre si tuffò sul letto, poi mi guardò, leggevo del terrore nei suoi occhi, forse si era spaventato per il film? Gli sorrisi calorosamente e mi sedetti accanto a lui.
-puoi rimanere qui... almeno finché non mi addormento?- mi chiese con i suoi grandi occhi da cucciolo.
-va bene...- dissi un po' titubante, ci stendemmo sul letto e lui chiuse gli occhi. Aspettai qualche minuto, poi lo guardai, si era già addormentato?
Scesi dal letto, gli diedi un'altra occhiata, poi lo baciai delicatamente sulla fronte, come fanno le mamme con i loro figli, e pian piano sgattagliolai fuori dalla stanza.
Chiusi piano la porta e mi rostro ai da sola nel corridoio illuminato, un senso di vuoto mi pervase senza alcuna ragione, lo ignorai e mi diressi verso la mia camera. Entrai e guardai il cellulare, erano già le due...
Aprii la finestra, mi affacciai e chiusi gli occhi. Inalai un respiro profondo, riaprii gli occhi. Dalla camera si poteva ammirare il blu profondo del mare, addolcito dal tenero riflesso della luna, tutto ciò mi fece provare una leggera nostalgia, nostalgia di qualcosa che non avevo mai avuto.
Senza pensarci mi voltai verso le finestre delle altre camere. Le luci erano tutte spente, tranne una, nella camera ancora illuminata la finestra era aperta, incuriosita mi sporsi un po' di più, una mano fece capolino dalla stanza, in mano teneva una sigaretta accesa.
Una sigaretta? Chi è che fumava nel gruppo Wgf? Mario, anche se aveva detto che avrebbe cercato di smettere, e... Cico.
Mi agitai solo al suo pensiero, nel frattempo un'ombra si stava ingrandendo nella stanza, si stava affacciando, rientrai subito, ebbi solo il tempo di vedere la mano spegnere sul muro la sigaretta, dopodiché, d'istinto, chiusi la finestra e indietreggiai, finché non mi sedetti sul letto.
Iniziai a respirare in modo affannoso. Perché? Perché mi sentivo così? Perché Cico mi faceva questo effetto? Non ebbi neanche il tempo di rifletterci bene che qualcuno bussò alla mia porta. Salutai in aria. Cercai di regolare i battiti del cuore, poi andai ad aprire, mentre il mio cervello andava in tilt, mi appoggiai alla porta e la spinsi. Il ragazzo dai capelli rossi mi si parò davanti.
-disturbo?- chiese un'attimo prima di entrare, senza aspettare la mia risposta. Mi ero irrigidita, ma mi sforzai di rimanere calma, mi chiusi la porta alle spalle e mi avvicinai al ragazzo, che nel frattempo aveva iniziato a curiosare tra le mie cose:
-Strecatto aveva ragione, tu hai la stanza migliore, dopo la sua ovviamente.-
Il ragazzo dai capelli rossi si buttò sul letto, e si coprii gli occhi con l'avambraccio. Nel mentre io mi feci coraggio e parlai:
-Giorgio mi ha detto che volevi parlarmi...- dissi piano, mentre mi sedevo sul letto, accanto a lui
- si!- disse Cico, e subito si alzò, ora eravamo entrambi seduto, uno di fronte all'altra, un po' troppo vicini...
-volevo parlarti...- continuò lui allungando un braccio verso di me, nel mentre io sudavo freddo. - di questo.- terminò lui alzandomi la manica della maglia che copriva i segni dei graffi.
- ho già risposto a questa domanda, me lo sarò procurato in acqua, tra gli scogli- dissi io ricoprendo la ferita, abbassai lo sguardo.
-no, non è vero...- continuò lui - ce l'avevi anche quando sei arrivata, ho notato il cerotto mentre ci stavamo abbracciando- disse con tono severo, ma anche leggermente preoccupato.
-che sta succedendo?- mi chiese dopo un lungo periodo di silenzio. Io avevo ancora la testa china, non avevo il coraggio di guardarlo in faccia, ma non gli avrei rivelato nulla, gli avrei impedito di far preoccupare gli altri. Il silenzio calò nuovamente, infine sentii la sua mano afferrarmi per la spalla, mentre con l'altra mi tirò su il mento, e mi costrinse a guardarlo. Sul suo volto, di solito inespressivo e ribelle, adesso si leggeva una chiara preoccupazione, ma io continuai a tacere.
Gli occhi mi divennero lucidi, mentre deglutivo rumorosamente, e lui mi lasciò, aveva capito che non avrebbe ottenuto nulla.
-avevo ragione allora, c'è qualcosa sotto- disse infine, alzandosi dal letto, mentre io cercavo in tutti i modi di non far incrociare i nostri sguardi.
-tranquilla...- continuò, il tono di voce era cambiato, era tornato ad essere quello di sempre: menefreghista con una punta di noia, -...scoprirò di cosa si tratta- terminò con un leggero ghigno, e uscì dalla stanza. I miei occhi iniziarono a lasciar cadere le lacrime.

SPAZIO AUTRICE: La Kaukokaipuu è una parola Finlandese che descrive la strana emozione che si prova quando si vive la nostalgia di un posto in cui non si è mai stati. Provare quest'emozione significa vivere direttamente la logica dell'inconscio: Il tempo e lo spazio si disgregano. Ecco il significato del titolo.

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