Breakfast time

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Mi cambiai velocemente e scesi in cucina per fare colazione, ma prima che potessi perdermi nuovamente tra i miei pensieri, un rumore mi distrasse. Scesi del tutto le scale e mi ritrovai di fronte una scena piuttosto insolita:
Anna era seduta su uno degli sgabelli del bancone della cucina, con Lyon che le porgeva la mano, forse aveva avuto un mancamento, ma aveva una brutta cera. Stre era dal lato dei fornelli che si poggiava sul bancone come un micetto, mentre, sul divano, Cico mi fissava con aria spaventata, porgendo le mani ad un Alex sdraiato sul pavimento, probabilmente era lui la causa del tonfo. Quest'ultimo aveva un espressione di disprezzo sul volto. Dall'altro lato del divano, Mario e Stefano nascondevano un leggero sorrisetto sotto ai baffi.
-tutto bene?- chiesi piano, e tutti si voltarono verso di me, come se fossi apparsa lì in quel preciso istante.
- Si si, tutto bene- risposero tutti in coro.
Mi guardai intorno: -dov'è Giorgio?- chiesi prima che il ragazzo uscisse da una delle stanze dietro il salotto. Aveva il portafogli in mano, e le cuffie nelle orecchie, attraversò la stanza in silenzio, finché non disse: - io esco.- con un tono che non gli avevo mai sentito prima. Era arrabbiato, ma cercava in tutti i modi di reprimere quel sentimento.
-A...aspetta, vengo anch'io- disse Anna balzando dalla sedia.
-devo fare la spesa, ci sono un sacco di cose che devo comprare...- uscì dalla stanza continuando a borbottare.
-Aspetta Anna vengo con te!- gli urlò dietro Lyon per poi seguirla.
-vengo anch'io, che voi non sapete cosa comprare- aggiunse tranquillamente Stre saltellandogli allegramente dietro.
-Beh, io e Mario andiamo a fare una passeggiata. Vieni pure tu Alex?- disse Stefano alzandosi di scatto dal divano e porgendo una mano all'amico, il quale era ancora a terra, mentre Mario li guardava da dietro.
-S...si, immagino- borbottò piano Alex prima di prendere la sua mano. E i tre uscirono. Seguiti dal mio sguardo.
-Beh... sembra che siamo rimasti soli.- disse Cico. Si era buttato sul divano, scombinando completamente i cuscini.
-facciamo colazione?- mi chiese, accettai con un sorriso e ci dirigemmo in cucina.
Prendemmo un piatto e ci servimmo con tutte le prelibatezze che Anna aveva cucinato per noi: uova, bacon, cereali, cappuccino, caffè ecc
Ci sedemmo sugli sgabelli e iniziammo a mangiare. Parlammo del più e del meno, finimmo velocemente i piatti e ci lavammo i denti, poi, dato che nessuno era ancora tornato, ci mettemmo sul divano.
- cos'è successo oggi a tutti?- chiesi d'un tratto al rosso, e il suo sorriso si spense leggermente.
-niente, erano normalissimi.- disse lui svicolando la mi domanda.
-non mi è sembrato...- continuai, era logico che lui sapeva qualcosa del quel io non ero al corrente. E dovevo scoprire cosa fosse.
-Sai che fai troppe domande.- disse il ragazzo prima di buttarsi sopra di me.
- hahah Cico che fai!- mi fece stendere sul divano, lui sopra di me, e iniziò ad avvicinarsi sempre di più.
-voglio le coccole...- disse con tono dolce.
-le coccole? haha ma che ti succede, non ti riconosco più hahahaha smettilaaaaa!- aveva iniziato a farmi il solletico.
-va bene,  haha va bene, mi arrendo, ti faccio le coccole haha...- lui smise di solleticarmi, con un dolce sorriso si avvicinò a me e mi baciò. Feci scivolare la mia mano sui suoi capelli, e iniziai a massaggiarli delicatamente facendogli i grattini. Un suono improvviso uscì dalla sua bocca. Ed io mi immobilizzai: -... hai, appena fatto le fusa?-
Il ragazzo divenne tutto rosso, mentre il suo tono di voce tornava un provocatoria. -Ah ma sta zitta-
-pensavo che tra tuti solo Stre era in grado di farlo, e forse un po' Alex- dissi sconvolta.
-Smettila...- continuò lui,
-Lo devo assolutamente dire agli altri...- uno come Cico, che fa le fusa? Lo doveva sapere tutto il mondo, come minimo!!!
-va bene, tu faccio stare zitta io- disse e ricominciò a farmi il solletico.
-hahaha no haha ti prego haha bastaaaa-
-prova a fermarmi se ci riesci.- sapevo che non potevo batterlo in forza fisica. Così feci l'unica cosa sensata che potevo fare, lo tirai verso di me e lo baciai. Lui, per tutta risposta, mi prese, e mi sollevò. Adesso quello sotto era lui.
Continuammo a baciarci, mentre lui portava le sue mani sempre più giù, fino al bacino. Eravamo talmente concentrati che non ci accorgemmo del rumore della porta che si apriva.
Sentimmo il cigolio della porta, e, presa dal panico, mi spostai dal rosso e mi sedetti composta sul divano, tesissima.
-Siamo tornati...- disse una voce femminile, ma neanche mi voltai per verificare che fosse Anna. Ero più preoccupata del fatto che ci avessero visto. Il panico iniziò a farsi largo tra le mie viscere.




SPAZIO AUTRICE. ECCO FINALMENTE IL CAPITOLO NUMERO 11 SPERO DAVVERO CHE VI PIACCIA LUPACCHIOTTI, MI METTO SUBITO ALL'OPERA PER SCRIVERE IL 12ESIMO!!!

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