Conosco il tuo segreto

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Sudavo freddo, mentre i miei amici entravano pian piano dalla porta d'ingresso. Ero impaurita, ma anche dispiaciuta, non mi sentivo a mio agio a nascondergli ciò.
-vi do una mano con la spesa?- chiesi, istintivamente mi alzai dal divano e sfoggiai uno dei miei più sinceri sorrisi. Anna sogghignò e mi porse dei sacchetti, li presi e inizia a sistemare il loro contenuto.
-heeeyy- Una vocina mi distrasse dal mio lavoro.
-Oh ciao Stre!- salutai il ragazzo e lui mi sorrise maliziosamente.
-ti do una mano.- disse con tono provocatorio, il che mi fece stranire, Stre che da una mano di sua spontanea volontà? Di solito bisogna pregarlo per avere il suo aiuto, è una volta ottenuto si vanta tutto il tempo di quanto sia caritatevole.
-d...d'accordo, credo.- il ragazzo sbuffò, e intuii che stavo facendo il suo gioco. A cosa puntava non lo sapevo ancora, ma un paio di idee ne le ero già fatta.
Sistemammo tutto in pochi minuti, chiacchierando del più e del meno, finché Strecatto non iniziò a diventare sempre più strano.
-Ho notato che hai dei lividi sul collo, tutto bene?- mi chiese d'un tratto, con il volto da finto angelo, adoravo il suo comportamento da doppiogiochista, un po' meno quando lo faceva con me.
-Ah quelli, no tranquillo, non sono niente di importante...- dissi imbarazzata.
-sai... è stato difficile notarlo, dato che porti sempre i capelli sciolti, e ti coprono il collo, è stato molto più facile notarli su Cico- sussurrò quest'ultima frase è mi osservò intensamente, aspettava con impazienza la mia espressione di conferma, come un leone aspetta il momento adatto per attaccare la preda.
Sudai freddo, mi sentivo sotto interrogatorio, ma cercai di tranquillizzarmi, non gli avrei permesso di prendersi gioco di me.
-si, li ho notati anch'io, chissà che avrà combinato quello scemo.- dissi abbagliandolo con un sorriso complice. Il suo sguardo mutò, le labbra si piegarono in una triste linea si scontento. mentre io ridevo con gli occhi per essere riuscita a schivare il colpo. Ma lui non era tipo da arrendersi, il ghigno sul viso gli tornò, mi si avvicinò e mi sussurrò:
-tranquilla, non c'è bisogno che fingi con me, io... conosco il tuo segreto- il suo viso brillò, come quello di un personaggio anime, mentre la paura mutò la mia espressione. Stre sorrise, aveva fatto centro, e finalmente era soddisfatto. Senza aggiungere altro, girò i tacchi e saltellò vis allegramente, come se nulla fosse successo.
*brutto figlio di buona donna...* ero arrabbiata ma anche spaventata, Stre lo sapeva, e questo voleva dire che l'avrebbero scoperto anche gli altri...
Passarono due ore, eravamo tutti fuori in giardino, Anna, Mario e Cico a prendere un po' di sole, mentre tutto gli altri giocavano allegri a calcio,
Mi unii a loro, non ero brava a giocare, ne mi interessava particolarmente questo sport, mi divertiva giocarci.
Le squadre erano due: Stefano, Alex e Stre contro Lyon, Giorgio e me. Erano tutti abbastanza bravi a giocare, sopratutto Alex e Giorgio, i più scarsi eravamo io e Stre, ma cercavamo di adattarci come potevamo: Stre cercando di prendere più volte la palla, dato che spesso la lasciava agli avversari per evitare lo scontro fisico, mentre io cercando di fare qualche mossa più complessa, per confondere l'avversario.
Il primo tempo finì in fretta, stavamo due a uno per noi, ma eravamo esausti, così mandammo Alex a prendere dell'acqua, io ne approfittai per controllare i messaggi sul telefono. Trovai parecchie chiamate perse da mia madre, iniziai a preoccuparmi, mi allontanai e la richiamai subito. Dopo un paio di squilli finalmente qualcuno rispose:
-tesoro...-
-mamma, che succede?!- dal tono si capiva che qualcosa era accaduto, ma cosa?
-devo dirti una cosa...-
-mamma che succede? Devo tornare a casa?! Cosa...- lei mi interruppe bruscamente
-non dovrai farlo, non dovrai farlo mai più.-
-che vuoi dire mamma, rispondi!!-
-... io e tuo padre sappiamo quanto hai sofferto questi ultimi anni, senza nessuno che pensava a te, senza nessuno su cui fare affidamento, così abbiamo preso una decisione... anche se ancora manca un anno, non sei più costretta a tornare da noi, abbiamo deciso di affidarti a tua zia, per evitare che tu soffra ancora. Lei si prenderà cura di te e ti garantirà l'ingresso ad una buona università. Lei è così tanto d'accordo che ha deciso che ti saresti trasferita subito, infatti ha preso tutte le tue cose e le ha portate da lei... Mi spiace dirti questo al telefono, ma non avremmo avuto modo di parlare di presenza una volta che tu fossi tornata. La zia si sarebbe inventata una scusa terribile su di noi e tu saresti rimasta da lei piena di bugie. Mi dispiace.- stava singhiozzando, l'amarezza delle lacrime si mescolava con il  sapore salato, rimasi immobile, cercando di comprendere la notizia. Ero pronta ad andarmene una volta finita scuola, e non mi sarei voltata indietro neanche per scherzo, ma così era diverso, qui venivo trascinata via con forza. Ma come al solito, non avevo scelta. Chiusi gli occhi e tirai un sospiro, poi mi sforzai di parlare con voce calma e rassicurante.
-ehi mamma, tranquilla, non sarà così male, è vero non ci vedremo per un anno, ma potremmo sempre chiamarci, e poi io potrei venirvi a trovare quando voglio no? La zia non è mica una guardia della prigione- dissi scherzosamente, la sentii ridere leggermente, ero riuscita a tranquillizzarla un po'.
-va bene tesoro, scusa se ti ho rovinato il divertimento, non pensarci troppo, stai serena. Ti voglio bene.-
-chiamo mamma- chiusi la chiamata. Quella chiacchierata mi aveva turbata, ma non troppo, in fondo significava che avrei abbandonato il nido un po' prima di quanto pensassi, e poi stare dalla zia non era tanto male, tranne per il fatto che odiava i miei genitori, per chissà quale motivo. Ritornai a giocare, ma non finimmo mai la partita, quando arrivammo al punteggio di 3:3 si erano già fatte le cinque, avevamo voglia di andare a mare. Così ci avviamo. Tornammo verso le nove e mezzo. Cenammo e scherzammo, ed erano già le 12:00
-va bene ragazzi, per stasera si va a dormire- disse Lyon esausto, la partita e la lunga nuotata ci avevano distrutto. Ci cambiammo e andammo nelle rispettive stanze.
Prima di dormire ripensai a tutti i comportamenti strani dei miei amici: Giorgio arrabbiato, Anna turbata, Alex che a terra con Cico che lo guardava dall'alto, e le parole di Stre, "conosco il tuo segreto"... c'era qualcosa sotto. Ma non riuscivo a capire cosa. Prima che ci potessi pensare su mi addormentai.
Mi svegliai qualche ora dopo ansimante, ma perché? Controllai il telefono, erano le 3:19.
Sicuramente avevo fatto un incubo, ma non ricordavo quale fosse. Provai a riaddormentarmi, ma non ci riuscì, ed una strana idea mi balenò in testa. All'inizio non ero sicura di voler seguire il mio istinto, ma poi lo feci... mi alzai dal letto e uscii nel corridoio, senza emettere alcun suono raggiunsi una porta ed entrai, la chiusi dolcemente e poi mi voltai. Sul letto un ragazzo dormiva profondamente, mi avvicinai piano piano, scostai le coperte e mi misi nell'angolo opposto al suo, per evitare di dargli fastidio. Un attimo dopo lui si girò, sentii le sue grandi braccia avvolgermi calorosamente, il suo viso affondare dolcemente tra i miei capelli, finché il dolce suono della sua voce, un po' assonnata, non mi sussurrò all'orecchio:
-mi sei mancata-
Divenni tutta rossa, e mi strinsi più vicino a lui, finché i nostri bacini non combaciarono.
-anche tu- dissi piano, il rosso iniziò a baciarmi il collo, poi mi strinse ancora di più, ed entrambi ci lasciammo trasportare nel mondo dei sogni.



SPAZIO AUTRICE, SALVE LUPACCHIOTTI, SCUSATE L'INATTIVITÀ MA IN QUESTI GIORNI NON HO AVUTO TEMPO DI FARE NIENTE, ECCO PERCHÉ L'HO PUBBLICATO A QUEST'ORA, PER RINGRAZIARVI DEL VOSTRO SUPPORTO SCRIVERÒ ADESSO ANCHE IL 13ESIMO, SCUSATE L'ATTESA, ALLA PROSSIMA!!

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