capitolo 1

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Chandler era al lavoro ad aspettare che il suo capo finisse di dargli le ultime indicazioni per un compito che avrebbe dovuto ultimare quel pomeriggio.

Come al solito stava facendo finta di ascoltare, sapeva benissimo come fare, ma il suo superiore voleva tutto perfetto e, così, ogni volta che c'era qualcosa di minimamente più importante dei soliti incarichi, lo tempestava di informazioni e suggerimenti che sapeva già.

Quando ebbe finito di parlare si alzò dalla sedia della sua scrivania e gli dette la mano appoggiandosi al tavolo dietro di lui. "Dai, non c'è bisogno di essere così formali, Chandler." Disse lui prima di abbracciarlo.

Non c'era niente di strano in quel gesto, non era la prima volta che succedeva, ma la sua mente andò in tilt quando, per sciogliere l'abbraccio, la mano del capo passò proprio sul suo ginocchio.

Ad occhi estranei non sarebbe risultato niente di particolare, ma Chandler si ricordava perfettamente la persona che aveva messo la mano li prima del suo superiore: Joey.

Non ci aveva ancora minimamente pensato da quando era uscito di casa, era una delle tante situazioni che si presentavano ogni tanto tra loro due: come quando, per provare una scena romantica che avrebbe dovuto recitare l'amico in un'audizione, si erano quasi baciati, quando ci fu quell'abbraccio lunghissimo che li faceva sembrare di tutto tranne che amici o quando Chandler aveva messo una mano su quella di Joey, al bar, per consolarlo di non aver passato un provino e non le avevano tolte finché non si erano dovuti alzare per tornare a casa.

La loro convivenza era così, piena di momenti che avrebbero fatto dubitare tutti della loro amicizia, ma non importava, gli andava bene così, o forse solo fino a quel momento.

Non potevano andare avanti in quel modo, avrebbe dovuto parlare a Joey e mettere un punto a quella situazione, magari la loro amicizia non sarebbe stata più la stessa, ma era stanco di dover precisare tutte le volte di essere etero e sapeva che quella era colpa del coinquilino e dei loro momenti "intimi".

Iniziò ad essere in ansia subito dopo la pausa pranzo, mancavano solo due ore al ritorno a casa e non sapeva come dire al suo amico tutte quelle cose, era sicuro che si sarebbe offeso, lo conosceva fin troppo bene, ma doveva farlo.

"Chandler Bing." Rispose al telefono dell'ufficio che stava squillando da diversi secondi.

"Buongiorno signor Bing, volevo avvisarla che la sua ordinazione di film porno è in arrivo domani mattina." Una voce stridula interruppe il silenzio che si era creato.

"Joey, hai tre anni per caso?"

"Ma come hai fatto ad indovinare che ero io?" La sua voce era seriamente sconvolta.

"Ho mandato una spia e mi sta avvisando di tutti i tuoi spostamenti." Decise di fargli uno scherzo.

Sentì un urlo e poi il rumore della serratura e delle tapparelle che venivano abbassate, era sempre soddisfacente farlo spaventare.

"Ok, ora che sono al sicuro. Io e Rachel ci siamo lasciati quindi, dato che il tavolo era già prenotato, ti va di andare noi due?"

"Oddio, amico, mi dispiace." Sapeva che quella relazione non sarebbe durata, ma ci sperava.

"Tranquillo, sto bene. Quindi vieni o no?"

"Ok, tanto tra poco torno a casa, ci vediamo."

Mise giù il telefono e pensò che non ci sarebbe stato momento migliore che dopo la cena per parlargli di quello che aveva pensato quel giorno sulla loro amicizia.

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"Sono tornato." Entrò in casa di Monica dove sapeva ci sarebbero stati tutti gli altri.

"Ciao." Lo accolse Joey con un biscotto al cioccolato in bocca accanto a Ross che leggeva un libro sui dinosauri.

"Chandler stasera devo uscire con Billie, ci sei tu?" Gli chiese appoggiando il libro sul tavolo.

""Chi è Billie?" Domandò l'amico con cui aveva già un impegno.

"Un nostro ex compagno di college." Gli spiegò. "Comunque non ci sono, sono a cena con Joey." Rispose sedendosi.

"Cena romantica?" Rise Monica da dietro.

"Si poi passeremo tutta la serata nel mio letto."

"Joey!" Lo richiamò Chandler. Iniziava davvero a irritarlo e non era mai successo.

"Hey, ma scherzavo." Si giustificò confuso.

"Qualcuno qui è nervoso" Phoebe si avvicinò a lui iniziando a fare gesti strani intorno alla sua testa. "Si, la tua aurea non è tranquilla per niente."

"Sei inquietante più del solito." Constatò Joey. "Vado a prepararmi per stasera, vuoi ancora venire, vero?" Si girò insicuro verso il coinquilino che poco prima aveva sbottato.

"Sì, certo." Gli sorrise tranquillizzandolo.

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