Thomas ~Maze Runner~

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"Lavorare per C.A.T.T.I.V.O non era nei miei piani, da piccola ero la classica bambina che sognava di essere una principessa, si immaginava di essere salvata dal principe azzurro e che tutto si sarebbe concluso con un "E vissero per sempre felici e contenti"

Poi arrivò l'eruzione, la mia famiglia morì a causa della malattia, un componente dopo l'altro finché non mi ritrovai sola.

Quando una guardia mi trovò nascosta per poco non mi sparò dritto in fronte credendomi una spaccata. Quando mi guardò meglio decise di portarmi in salvo e così divenni una dipendente di questa organizzazione.

Tra i lavoratori conobbi altri due ragazzi della mia età: Thomas e Teresa.

In poco tempo diventammo inseparabili! Quando arrivarono i fondi aiutammo gli scienziati a costruire il labirinto, o meglio i labirinti.

Non sapevamo bene a cosa servissero, ci i formarono della Ricerca per una cura senza darci i dettagli e noi come degli stupidi ci fidammo.

Decine e decine di ragazzi vennero rinchiusi tra le mura con la speranza di riuscire ad uscire.

Quando iniziarono ad esserci le prime vittime io, Teresa e Thomas iniziammo a prendere coscienza della follia in cui eravamo coinvolti e cercammo di rimediare senza successo.

Thomas e Teresa vennero spediti nel labirinto del gruppo A, io invece andai nel gruppo B.

Dimenticarmi di loro è stato facile grazie ai vari esperimenti sulla mente umana che si svolgevano nella C.A.T.T.I.V.O, è stato difficile invece tornare a ricordarmi di loro.

I ricordi arrivavano in flash sconnessi tra loro tramite dei sogni e dopo essere stata punta da un dolente la memoria tornò, non totalmente ma le figure dei miei due migliori amici divennero nitide e mi ripromisi di non dimenticarmi di loro.

Uscita dal labirinto le cose non sono diventate facili. La zona bruciata, gli spaccati, l'eruzione... La tragica realtà ci è caduta addosso come una doccia fredda.

Ci sono state altre perdite, tante altre perdite ma io sono sopravvissuta lottando con tutta me stessa. In cuor mio sapevo che Thomas e Teresa avrebbero fatto lo stesso e io volevo incontrarli di nuovo.

Quando arrivai al Paradiso quasi piansi dalla gioia. Era finalmente tutto finito e potei incominciare una vita normale anche se sentivo la mancanza di qualcosa...o meglio di qualcuno.

Pochi giorni dopo il mio arrivo ci furono i sopravvissuti del gruppo A che fecero il loro trionfo arrivo.

Quando incontrai quegli occhi marroni non ci vidi più dalla gioia e gli corsi incontro saltandogli addosso.

I suoi occhi prima spenti e malinconici iniziarono a brillare una volta riconosciuta.

Cademmo entrambi a terra senza avere il coraggio di parlare per paura di rovinare il momento.

Quando seppi della morte di Teresa il mondo mi crollò addosso, lei era pur sempre la mia migliore amica.

Supportandoci a vicenda io e Thomas riuscimmo ad andare avanti e coltivando la nostra amicizia capimmo che ciò che ci legava era un sentimento più forte.

La notte in cui si dichiarò è per me indimenticabile, sotto le stelle, davanti al fuoco e immersi nel silenzio notturno"

Appena finisco la frase il moro accanto a me conclude "Ed è questa la storia di come mamma e papà si sono messi insieme"

Il piccolo Isaac è ormai addormentato, lo prendo delicatamente in braccio e lo distendo nel lettino alzandogli le coperte fin sotto il mento.

Forno da Thomas che mi lascia un bacio sulle labbra "Che storia travagliata eh?" chiede un po' retoricamente "Ma ne è valsa la pena" lui annuisce prima di catturare le mie labbra con le sue

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