Bokuto's pov
Ero immobile, completamente abbandonato a me stesso senza che il mio corpo potesse rispondermi. -Stupido...? Stupido- riflettevo nella mia testa mentre cercavo di capire cosa significasse. Akaashi non scherzava mai quindi quello non poteva in alcun modo essere ironia, o almeno era del tutto differente dal suo umorismo. Non sapevo come comportarmi, non avevo intenzione di essere invadente ma il suo sguardo era spaventato e impaurito, come se in quel preciso momento avrebbe potuto iniziare a piangere. Ed infatti scostó lo sguardo, girò il collo quel poco che poteva e chiuse gli occhi, come era solito fare quando non voleva mostrarsi debole. -No no, non era ciò che volevo- pensavo con tutto me stesso provando a muovermi per fare qualcosa. Dopo quel bizzarro e asfissiante stato di shock la prima cosa che potei fare, e che mi venne imposta dal mio istinto, fu essere chiaro ed immediato. "No... no!" Tirai su Akaashi facendo in modo che entrambi rimanessimo seduti. Avevo ancora i suoi polsi sottili tra le dita ma ignoravo la loro perfezione, in quel momento dovevo aiutarlo, non potevo assolutamente distrarmi. Akaashi tenne il capo basso iniziando un lento singhiozzo soffocato mentre l'acqua salata che scendeva dai suoi occhi ricadeva sulle sue ginocchia come dei rintocchi di un grande pendolo. Sentii trafiggermi lo stomaco in una maniera tale da potermi fare piegare in due dal dolore ma resistetti per concentrarmi su di lui. "Akaashi cosa ti succede, ti ho fatto male da qualche parte? Il cibo non era buono? Che cos'hai mi stai spaventando!" dissi agitato stringendogli sempre di più i polsi. Lui però non smetteva, le lacrime scendevano, il respiro era spezzato, e i suoi occhi guardavano il terreno come a provare ad eliminare tutto il resto intorno a lui.
Con uno strattone improvviso riuscì a liberarsi dalla mia presa, ma non abbassò le braccia per farsi ancora più piccolo, le lanciò in avanti mettendole attorno alla mia schiena. Sentivo le sue unghie nella mia carne anche con addosso i vestiti, il suo tremolio continuo e persistente che gli invadeva ogni parte del corpo, la mia spalla leggermente umida per via delle sue lacrime interminabili. Questa volta non ebbi tempo di restare fermo, non potevo sopportare un Akaashi così distrutto. Era incredibilmente indifeso e mi stringeva con così tanta forza che non potevo immaginare nemmeno lontanamente cosa lo avesse spinto fino a quel punto. Lo avvolsi con le mie braccia iniziando ad accarezzargli piano il capo. Era ancora molto agitato quindi gli sussurrai piano e con gentilezza ciò che prima gli avevo gridato e che probabilmente aveva solo peggiorato le cose. "Shh... Segui il mio respiro. Rilassati, va tutto bene Keiji, non sei da solo. Non ti lascerò mai solo. Ora mi spieghi con calma cosa ti preoccupa e troviamo una soluzione, sei proprio tu che mi hai insegnato a restare calmo nelle situazioni difficili..."
Il respiro si ristabilizzò quasi subito dopo che lo rassicurai, anche le lacrime smisero di scendere ma di tanto in tanto riprendeva a tremare e dovevo avvicinarlo di più a me e tranquillizzarlo. Sollevò lentamente il capo tenendo lo sguardo basso, non prima di aver dato una rapida occhiata in alto come ad essere sicuro che fossi io. I suoi occhi erano arrossati e potevo giurare che non avesse ancora finito di sfogarsi. Cosa gli era mai capitato di tanto orribile per ridurlo in quello stato terrificante?"Io... Bok- Kotaro..." bisbiglió sospirando per poi alzare di scatto i suoi occhi scuri e così lucidi da permettermi di vedermici riflesso.
"Kotaro... non voglio che tu, te ne vada. Non voglio che mi abbandoni. Io voglio ancora ridere... scherzare, giocare a pallavolo, andare in giro con te... voglio guardare i film e fare un pigiama party, una passeggiata ed un picnic. Ancora... e ancora." Terminò chiudendosi un po' ed abbassando la voce facendola sembrare ancora più spenta. Io rimasi ad ascoltarlo con un lieve sorriso per dargli una sensazione di accoglienza. "Non devi preoccuparti te l'ho detto. Io sarò sempre con te, anche se gli altri ci separeranno troverò sempre il modo di trovarti, Keiji. Keiji... un nome bellissimo, me lo ricorderò per sempre puoi giurarci."
Il suo debole sguardo finì nuovamente direttamente nelle mie pupille, le sue labbra si contorcettero pian piano in una bizzarra smorfia mista tra la gioia e la tristezza. Il suo singhiozzo divenne lentamente più ritmato e genuino e più simile ad una piccola risata ancora troppo nervosa. Non mi convinceva quell' espressione ma ero contento che almeno essa sembrasse un minimo meglio di tutto ciò accaduto prima. Gli sorrisi con più intensità quasi sicuro di essere riuscito a risolvere il problema. "Ecco vedi? Sei più bello quando sorridi, non voglio mai più che le lacrime ti rovinino il viso, ok?" dissi asciugandogli gli occhi da quelle ultime goccie rimaste. Ero talmente concentrato sul suo volto da non accorgermi delle sue braccia che si muovevano a loro volta verso la mia faccia. Keiji mi sorrideva, rideva, era devastato ma era felice. "Kotaro..." sussurró tornando più serio. Iniziai a sentire i suoi polpastrelli sfiorare le mie guance. "... ti ho detto che sei uno stupido"...
?
Sentivo qualcosa di caldo contro il mio viso, più precisamente le mie labbra. Cos'era quel... calore? Quella... particolare superficie, quella pelle di cotone. Se tenevo gli occhi aperti non vedevo altro se non un paio di palpebre chiuse a qualche centimentro da me, erano composte da ciglia lunghe e sottili con al di sopra un regolare sopracciglio pulito e curato. Dei capelli corti color ebano al di sopra della fronte così grande da vicino. Trattenevo il respiro in automatico come se anche il minimo movimento avesse potuto rovinare quell' atmosfera. Non sapevo cosa stesse succedendo eppure ne ero consapevole. Più semplicemente non credevo che stesse succedendo veramente, non sapevo cosa provare. Non sapevo cosa provava Akaashi. Era una menzogna il sentimento che avevo in quel momento? Perché sentivo solo la volontà di stare fermo, di non dire o fare assolutamente nulla. Per non affrontare la situazione, per non peggiorarla, o per non migliorarla? Era una specie di dichiarazione d'amore? Era questo il motivo per cui Akaashi era sempre sovrappensiero e ansioso? Era per questo che avevo quello strano impulso di protezione? Era per questo che... Akaashi stava male? Era colpa mia? Perché me ne sarei andato... ma, ma io sarei sempre stato con lui! Lo promisi ed è anche quello che avrei fatto! Allora perché... mi sentivo morire?
L'attimo era rapido, ma focalizzandosi sui pensieri diventava infinitamente angosciante. Ogni millesimo di secondo la preoccupazione di vedere quel momento terminare saliva e mi stringeva la gola, fin quando non sentii più le sue labbra sulle mie.
...
Inspirai
Mi dissi di stare calmo non so quante volte
Ma la voce mi tremava
"A-ak... Ke...iji. Ke-iji... cosa...?" Non riuscivo a guardarlo negli occhi, o magari lo stavo facendo ma non riuscivo ad accorgermene. Erano sempre i soliti occhi scuri, suppongo. Non lo so, davanti a me c'era una macchia confusa che non potevo mettere bene a fuoco. Anche se era completamente ferma io avevo la terribile paura che avrebbe potuto dileguarsi in un attimo, e non volevo che se ne andasse, era la cosa peggiore che sarebbe potuta capitare. "...Keiji io ti... piaccio? V-voglio dire... non come amico...?"
Non sentivo risposta
"N-no aspetta! Non sto dicendo... che non va bene... solo volevo e-essere sicuro. Insomma... parla chiaro altrimenti... non potrò mai aiutarti..."
Sentivo solo un flebile respiro
"Io voglio che tu sia... felice. Io voglio che tu abbia sempre un sorriso, non... un finto sorriso, uno dei tuoi. Uno dei tuoi... magnifici sorrisi enigmatici e- e unici. Se cerchi un'approvazione mi dispiace... ma non so nemmeno io cosa abbia provato in... quel momento. Ma non sono stato male! Non è stato spiacevole. Sai lo vedevo che... stavi sorridendo."
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Fix me / ~Bokuto×Akashi~
Fiksi Penggemar⚠attenzione⚠ ~Bokuaka ~bl/yaoi ~ sono presenti scene esplicite in questi capitoli: Capitolo 15 Capitolo 18 ~argomenti pesanti _una storia d'amore nella quale due ragazzi si ritroveranno all'improvviso. Dovranno affrontare preoccupazioni, delusioni...