Farewell

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Rimango per un attimo in silenzio; visti i trascorsi non mi ha particolarmente sorpreso quello che ha detto, ma non mi aspettavo un simile risvolto, non avevo mai pensato potesse succedere una cosa simile.
«Ah... Okay, bene» riesco solo a balbettare e pronunciando quell'ultima parola mi sembra quasi come se, inaspettatamente, vada bene davvero.
Se mi avesse detto una frase del genere tempo addietro o senza che nulla di tutto questo fosse accaduto, ora sarei disperato.
Ma mesi fa e senza gli avvenimenti recenti, non sarebbe affatto successo.
Le sue parole sono semplicemente una conseguenza di tutto il resto, l'inevitabile atterraggio di un'inarrestabile caduta.
Leggo nei suoi occhi della sorpresa perfettamente celata dal suo solito sguardo impassibile, attraverso il quale ormai riesco però a leggere: sicuramente non pensava lo avrei lasciato andare così facilmente,
e forse nemmeno io.

«Sicuro che vada bene? Altrimenti resto qui»
Davvero pensa che creda che gli interessi davvero? O forse mi sta solo mettendo alla prova per testare la mia resistenza?
Sento quasi la sfumatura di speranza nella sua voce quando pronuncia la seconda parte, come timoroso che io possa implorarlo di rimanere.
E come ho già detto, prima sarebbe senza dubbio andata così.

Scuoto la testa piano ma con una fermezza incredibilmente naturale, la stessa che probabilmente lui è sicuro stia forzando.
«Se è quello che vuoi, vai»
Forse prova pietà per me, forse ha pensato che sarei perso se lui partisse; ma allo stesso tempo sapeva che non avrei accettato, non me l'avrebbe chiesto altrimenti: una semplice proposta di convenzione, di cortesia.
«Va bene» dice solo lui, volendo forse far sembrare quella decisione difficile e lui dispiaciuto. Sapeva fin dall'inizio che sarebbe finita così.
Lo vedo fare per andarsene ma sento qualcosa dentro che mi porta a fermarlo, forse rabbia.
Non può finire così facilmente, voglio che sappia quanto male mi ha fatto. Deve saperlo.
Non sono più quello di una volta, così come non lo è più nemmeno lui, da molto più tempo. Ora basta. Sono stanco di proteggerlo e giustificarlo.
«Quindi non lo capisci, vero?»
Si gira piano e leggo nei suoi occhi che fisso con durezza che non si aspettasse nemmeno questo.
«Di cosa parli?»
No, non lo capisce.
Oppure sta solo fingendo.
Sembra tutto così surreale che deve star fingendo lui o star sognando io. Mi aspetto che mi dicano da un momento all'altro che sia tutto uno scherzo.
E mi odio per trovarmi a pensare che lo perdonerei.
«Quindi non ti rendi conto di quanto male avete provocato?»
Dalla sua espressione per qualche istante ancora confusa capisco che abbia capito quando alza gli occhi al cielo, inclinando la testa a cui fa fare un breve giro prima di tornare a guardarmi. La rapidità con cui si è illuminato mi porta a pensare che stesse fingendo davvero e avesse già messo in conto tutto. O peggio, premeditato.
Subito lo giustifico non considerandolo in grado di compiere una simile cattiveria ma poi torno in me e a quanto ciò mi abbia fatto capire di non conoscerlo affatto nonostante tutto questo tempo. Chissà che non vedesse l'ora di trovare la scusa per allontanarsi e liberarsi di me, chissà da quanto tempo.
«Dobbiamo sentirci in colpa per i nostri sentimenti? Non sei sempre stato tu a dirmi che per le emozioni non ci si scusa mai?»
Alla sua risposta mi sfugge una breve risata.
«Il cattivo è traditore allora adesso sarei io?» penso ad alta voce senza ridurmi a farlo nella mia testa. Basta essere buoni. Basta davvero.
«Smettila di fare la vittima, come se ti dispiacesse di stare sempre con Sosuke»
«Ah, ora sei geloso? Non capisci che Sosuke sia stato un rifugio dopo che tu mi hai lasciato fuori casa durante la tempesta? Non capisci che lui sia stato l'unico a cui importasse di me e che è stato con me quando sono stato male?»
Lui mi guarda per un attimo con un sorriso furbo.
«È solo una seconda scelta, quindi...»
Non posso crederci.
«Scherzi, vero? Semplicemente nella brutta situazione in cui tu hai lasciato me e Rin ha lasciato lui ci siamo trovati e fatti forza. Ma non penso di dovermi giustificare con te. Almeno a lui è importato di me quando sono stato male»
«Ero con Rin-»
Giuro che se sento nominarlo ancora non so cosa faccio.
«Se fossi davvero il tuo migliore amico almeno un messaggio me l'avresti mandato» lo interrompo.
«L'ho fatto»
«Certo perché io vi ho prestato l'auto!»
Un attimo di silenzio, comincia a cedere fronteggiando il proprio torto. Lo capisco dalla frase che mi rivolge dopo.
«Sei solo geloso non è così?» mormora rigidamente dopo che l'aria si colma completamente dei miei respiri, forti per la rabbia.
«Sei geloso che abbia trovato qualcuno che riesca dove tu hai fallito e ti abbia rimpiazzato»
La prima freccia spaventosamente diretta è stata scoccata verso il mio cuore e il bersaglio colpito, dai miei occhi sanguina una lacrima.
«Sei geloso della mia felicità»
Anche la seconda è andata, la ferita si allarga.
«Makoto, io ti voglio bene ma-»
Mi trattengo dal ridere.
«Smettila, questa è la bugia più grande tra tutte quelle che hai detto. Non mi importa se provi per lui qualcosa di più grande di ciò che provi per me, non c'è nulla di male in questo, ed è qui il problema: il punto è che gli amici non si abbandonano così» cerco di spiegare con una calma irreale e la paura di essere interrotto, o da lui o dalle lacrime che sento iniziare a solcarmi le guance
«Se sei più felice con lui va bene»
ma fa un male atroce
«ma l'hai detto tu: Rin mi ha rimpiazzato e purtroppo me ne sono accorto solo dopo. Ed è questa la cosa peggiore. Mi hai completamente e in modo apparentemente improvviso rimosso dalla tua vita dopo che ne ho fatto parte per praticamente tutta. Forse non sai cosa si prova e nemmeno ti auguro di provarlo, ma credimi che fa davvero male»
Ad ammetterlo mi sento nudo davanti a lui ma non ho paura: non può più farmi male, non più di quanto mi abbia già fatto.
«E no, non sono geloso: ora ho anch'io una persona che mi fa stare bene davvero.»
«Non tutti i mali vengono per nuocere, eh?» colpisce ancora, ma parto col contrattacco prima di permettergli di affondarmi.
«Eh già. E grazie, sé è quello che vuoi sentirti dire. È grazie a te e al tuo comportamento se ho trovato quella persona.»
«Sosuke?»
«Sosuke.»
Lui si limita a scuotere la testa con un piccolo sorriso e capisco di aver vinto.
«Buon viaggio, Haruka» dico prima che possa trovare le parole, chiamandolo per nome completo dopo non so quanto tempo, probabilmente la prima volta e ultima volta è stata quando ci siamo conosciuti; «buona vita»
«Anche a te» replica prima di girarsi per andare via, trattenendosi visibilmente dal rincarare la dose, e vedo la sua schiena allontanarsi per l'ultima volta. L'ultima volta.
Non credevo che il sapore della vittoria potesse assumere un retrogusto così amaro.

𝙈𝙖𝙠𝙚 𝙔𝙤𝙪 𝙃𝙖𝙥𝙥𝙮 《Makoto Tachibana》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora