capitolo 3

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Erano le 11,00 del mattino e dopo quel "sogno" non ero riuscita a chiudere occhi, così decisi di rilassarmi in piscina. Presi la borsa e mi recai in terrazza.

Il sole era alto e caldo. La leggerissima brezza mattutina mi faceva ondeggiare i capelli legati da una coda. Mi stesi sul lettino e infilai le cuffie.

Dario: ciao.

Io: ciao.

Dario: come mai non mi hai chiamato?

Io: volevo stare un Po da sola.

Dario: capisco.

Con uno scatto poggiai i gomiti sul lettino e lo guardai a occhi stretti.

Io: ieri sera sei entrato in camera mia?

Mi guardò con occhi divertiti. Si alzò dal lettino per sedersi sulla sedia posizionata al mio fianco, appoggiandosi il gomito sul ginocchio e l mento tra le mani.

Dario: ieri sera? No se ricordo bene stavo dormendo...come tutte le persone normali.

Io: ma ti ho visto. Eri vicino alla finestra.

Dario: forse era un sogno.

Io: già...forse...

Il suo sguardo si fece serio e con molta calma si sedette sul bordo della sedia.

Dario: cosa ne dici di fare un giro in città?

Mi alzai dal lettino con fare irritato poiché la mia pace era stata interrotta. Raccolsi la borsa da terra, infilai le infradito e lo guardai con un solo occhio.

Io: forse.

Mi allontanai con calma, cercando di essere in più sicura possibile e di non inciampare.

Dario: ok ci vediamo oggi allora.

Mi girai a guardarlo senza fermarmi e gli feci un occhiolino sparendo dietro la porta che dava sulle scale. Da quanto ero così sicura di me?

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