Capitolo 22

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Ero stesa. Riuscivo a sentire i rumori, i suoni, la voce di Stefan che mi parlava, ma non riuscivo a rispondere. Non riuscivo nemmeno ad aprire gli occhi.

Stefan: ti prego Kira, non puoi lasciarmi. Io non ti ho lasciata.

"Stefan non ti ho lasciata"

Ma niente. Non riuscivo a a parlare ne a guardare. Riuscivo solo a sentire. Riuscivo a sentire le mani di Stefan disegnare con la punta delle dita i lineamenti del mio volto, poi un bacio, dopo...il nulla.

Finalmente sorchiusi gli occhi. Era giorno. Il sole tentava dalle tendine della tenda sorchiuse. Decisi di uscire dalla tenda per salutare gli altri, ma non vidi nessuno. I zaini, le tende, Stefan...Non c era più nessuno.

Io: ragazzi...?

Ma non ricevetti nessuna risposta. Nota il libro rosso per terra. Lo Raccolsi e lessi l ultima pagina.

"Dopo aver inghiottito la pietra Rosa il corpo dell'umano perderà del tutto le forze. I muscoli resteranno privi di vita per 24 ore. Alla fine delle 24 ore, se i muscoli non funzioneranno ancora, vorrà dire che l umano non ha resistito alla pietra e quindi il cuore si fermerà per sempre"

Mi credevano morta? Ma erano passate si e no 2 ore da quando era "svenuta" . Raccolsi il calendario lasciato per terra accanto al legno bruciato e vidi una data cerchiata in rosso. 21/07. Erano passati tre giorni ? Com'era stato possibile?

Forse in quel mondo in qui mi Ero ritrovata il tempo non esisteva. Decisi di andare a cercarli. Iniziai a correre.

"O che Cazzo"

Ero velocissimo. Mi fermai e guardando dietro mi resi conto che in soli quattro passi ero lontana all'incirca 4 metri dalla tenda.

Io: Cavolo.

Respirai piano e ripresi a correre. Schivavo gli alberi come niente. Iniziai a pensare che, essendo mezzo vampiro, quello era uno dei miei tanti poteri che si era risvegliato con la pietra Rosa, ma a causa della mia distrazione inciampai in una radice.

Iniziai a rotolare lungo un praticello. Mi fermai al centro di una specie di radura circondata da alberi alti e verdi.

Realizai che quando correvo dovevo rimanere concentrata sull'ambiente in qui mi trovavo o sarei caduta tante altre volte.

"Chi sei?"

Quella voce. L avevo sentita così tante volte che fu impossibile non riconoscerla. Mi volta pulendomi le braccia. Gli occhi spalancati e increduli di Lara mi strapparono un sorriso. Appena lei capì che ero lì mi corse incontro stringendomi forte.

Lara: Kira!!! O mio Dio sei viva.

Io: già.

Lara: o Dio mi sei mancata tantissimo. Ho pianto sai. Non dovevi farlo.

Io: Lara non è stata colpa mia. Poi ti spiegherò tutto tranquilla.

Lara: sicuro. Senti...Non so come dirtelo...

Io: non devi spiegare. Ho capito.

Lara mi sorrise. Avevo capito dal primo sguardo che oramai anche lei era un vampiro, e non perché era diversa o perché il suo corpo era freddo, ma perché lo sentivo. E oltre a lei sentivo la presenza di altri due vampiri. Avevo appena scoperto un altro "potere" che avevo. Riuscivo a percepire la presenza di altri vampiri.

Io: dov'è Stefan?

Lara: al fiume.

Io: ok. Ci vediamo tra un paio d'ore. Dario sta tornando perché forse ha sentito la mia presenza. Devo farmi un favore, appena arriva non farlo venire al fiume, verrò io dopo da voi.

Lara: sta tranquilla.

Mi resi conto che finalmente avevo finito tutti i passaggi. Restava solo la trasformazione. Finalmente avrei rivisto i miei genitori, e Stefan. Finalmente avrei potuto amarlo per sempre.

Appena arrivai al fiume vidi Stefan darmi le spalle. Decisi di non farmi vedere subito e di aspettare una sua reazione. Mi sedetti sull'erba umida e rimasi a fissarlo.

Stefan: Lara va via. Lo sai che non ho nessun problema a farmi vedere nudo da te quindi va prima che finisca di fare il bagno. Anche perché non sarò responsabile delle mie azioni.

Io: bene. Adesso ti porti a letto la prima che passa?

Stefan: non ho detto che voglio.......Kira??

Stefan si girò inchiodandomi con lo sguardo. I suoi occhi blu chiaro erano lucidi e piani di felicità. Il suo sorriso era così largo ch quasi riuscivo a vedere tutti i denti.

Io: avevi detto che i vampiri non piangono. Perché tu stavi piangendo?

Stefan: non stavo piangendo.

Io: non mentire, ti ho visto.

Stefan: come hai fatto? Tu eri morta.

Mi sollevai da terra e inizia a sfilare le scarpe.

Io: già anche io lo credevo. Invece mi sono trovata in una specie di paradiso. Beh non lo chiamerei proprio paradiso dato che c'era Lucifero, ma comunque gli si avvicinava. Ho incontrato anche mio padre.

Passai ad armeggiare con i capelli per fare una cosa perfetta per poi passare ai pantaloni.

Stefan: tuo padre? Ma se tuo padre è un vampiro come hai fatto a incontrarlo in "paradiso"?

Io: o no ma io non parlo di colui che mi ha cresciuta. Io parlo del mio vedo padre, Lucifero.

Capii che Stefan non si era minimamente interessato al fatto che io mi stessi sfogliando quando vidi i suoi occhi aprirsi più del dovuto e la sua bocca rimanere semi aperta.

Stefan: mi stai prendendo in giro?

Mi lasciai scappare u a risata che subito soffocati con un colpo di tosse finto. Passai ad armeggiare con i bottoni della camicia bianca.

Io: no. Ti spiego. I vampiri non possono avere figli, quindi mia madre, 18 anni fa, chiese al creatore di averne una propria. Una umana che avrebbe potuto crescere e festeggiare i compleanni, e vedere i cambiamenti che porta lo scorrere del tempo, così il creatore gli diede me a patto che io fossi sua figlia, non che futura erede.

Stefan: quindi...o mio Dio.

Io: già. A quanto pare sono più speciale di te.

Appena Calò il silenzio notai gli occhi di Stefan fissi sul mio corpo. Mi avvicina piano alla riva, e lui fece lo stesso.

Io: che fai già vai via?

Stefan: in realtà volevo darti una mano a scendere in acqua.

Entrai in acqua e mi strinsi al collo di Stefan. La sua presa era possente ma delicata. Sentivo le se dita seguire le linee della mia schiena fino ad arrivare alle mutande e sfilarle via.

Il mio cuore accellerava ogni volta che le aule labbra toccavano il mio corpo. Non mi faceva male...anzi. era capace di provocare in me un piacere mai provato prima. Quel momento era così perfetto. Nell'aria c'era il dolce profumo dell'amore. Poi....il morso.

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