Erano le 21.30 di sera, e il silenzio che dominava la stanza venne interrotto da una risatina di Stefan.
Stefan: non gli hai detto di avere un fratello?
Dario: ci sarei arrivato.
I miei occhi non facevano che passare da Stefan a Dario, e viceversa.
Stefan: povera. Sembra così docile. Ciò vuol dire che non l hai ancora assaggiata?
Io: cosa..?
Dario: smettila Stefan lei non sa niente.
Alzai le braccia per zittirli, e appena ebbi la loro attenzione feci un forte respiro e li guardai, prima l'uno poi altro.
Io: mi spiegate cosa succede qui dentro? Non mi interessa chi dei due me lo vuole dire, basta che me lo dite.
Dario mi si avvicinò, mi prese per mano e mi fece sedere su una sedia, poi si allontanò in modo da vedere sia me che Stefan.
Stefan: inizi tu?
Dario: zitto Stefan. Alla nostra nascita nostra madre mossi di parto. Mio padre ci porto a casa della nonna e fino ai 10 anni abbiamo vissuto con lei, ma poi....poi la nonna morì e...
Stefan: la realtà è che nostro padre era un debole. Dopo che nostra nonna morì ci disse che ci portava a pesca. Ci lascio lì da soli con la scusa che aveva dimenticato le esce. Iniziammo a camminare sa soli per la strada è dopo 2 giorni un gruppo di fuori ci trovò e ci portò in orfanotrofio dove fummo adottati, ma da famiglie diverse. Prima di separarci ci giurammo che un giorno ci saremmo ritrovati... e a quanto dare è arrivato.
Ero incredula. Eppure, guardandoli bene notai che i lineamenti del loro volto erano quasi uguali, i capelli lisci e gli occhi profondi. Solo i colori cambiavano.
Dario: ancora mi devi dire cosa ci fai qui però.
Stefan: beh ... diciamo solo che dopo la morte di miei "genitori" ho viaggiato molto. Mi hanno lasciato un patrimonio molto alto.
Dario: è come sono morti?
Stefan portò ardue dita alle tempie per farci capire che stava pensando.
Stefan: o si. In un locale. Un esplosione.
Dario: e si è trovato il colpevole?
Mi sembrava di capire che Dario stesse accusando Stefan dell'omicidio dei genitori.
Stefan: sul serio? Comunque si. Un tipo aveva perso dei soldi al gioco d azzardo e così si è fatto saltare in aria con tutto il locale.
I miei occhi furono attirati dallo sguardo insistente di Stefan che mi fissava con aria maliziosa.
Stefan: dimmi Kira...quanto anni hai?
Io: 17...e tu?
Stefan: 20. Quindi è lei giusto?
La sua risposta fu così povera ch ci rimasi male. Per un memento pensai che mi avesse chiesto qualche cosa in più invece continuava a parlare con Dario.
Dario: si è lei.
Stefan: perfetto. E devi aspettare solo un paio di mesi per averla.
Dario: smettila Stefan.
Decisi di uscire dalla stanza senza dare più peso a quello che si continuavano a dire, tanto non avrei capito lo stesso.
Tornati a casa tutto zittiva. Stefan era seduto dietro e continuava a guardarmi curioso. Avevo deciso di portarlo con noi perché non aveva nessun posto dove stare. Non c'erano persone,animali, bambini, niente di niente.
Io: che cosa succede?
Dario: forse dormono tutti.
Io: no c è sempre qualcuno in giro.
Improvvisamente vidi una mano sbucare da dietro una finestra per poi ricadere.
Io: quella è casa di Lara.
Scesi dalla macchina è iniziai a correre.
Dario: Kira aspetta può essere pericoloso.
Rimasi sul ciglio della porta giustificata nel sentire Stefan alle mie spalle. Come aveva fatto ad arrivare così in fretta?
Io: come hai fatto?
Stefan: magia.
Mi prese la mano e aprì la porta senza nessuno sforzo. Nel frattempo Dario ci aveva raggiunto e mi tirò a se.
Dario: lei entra con me.
Stefan: ok. Ma ricorda che non potrai nasconderla a lungo.
Entrò in casa lasciandoci da soli,e quella poca luce che entrava illuminava schizzi di sangue ovunque.
Io: cosa voleva dire Stefan?
Dario: non star lo a sentire, è un idiota.
Appena entrammo in casa tutto taceva.
Stefan: Cazzo.
Vorremmo in direzione dell' imprecazione e appena arrivammo i miei occhi non potevano credere a quello che stavano vedendo.
Io: o mio Dio Lara.
Mi chiami su di lei mettendogli le mani sulla ferita larga quasi 3 centimetri. Iniziai a guardarmi in torno in cerca di una pezza.
Dario: merda.
I due si scoprirono bocca e naso.
Io: presto aiutatemi.
Ma nessuno dei due si mosse. I due guardavano il sangue scorrere dal braccio di Lara come quando un corridore, dopo una salita in bici, vede una bottiglia d'acqua.
Io: ma che diavolo fate, le belle statuine. Presto Dario va a prendere della carta.
Stefan: no vado io.
Il ragazzo si allontanò velocemente. Dario restò fermo a guardarmi.
Io: vieni qui e metti le mani sulla ferita.
Dario: no io...Vado a cadere come sta Stefan.
Mi lasciarono da sola con il braccio di Lara tra le mani senza sapere cosa fare. Improvvisamente vidi Lara aprire gli occhi e guardarmi.
Lara: o Santo Dio grazie. Non sono mai stata felice di vederti e invece ora ringrazio Dio.
Io: ma cosa ti hanno fatto? Cosa è successo?
Lara: si chiamano La Croce nera. E stato orribile Kira.
Sentii Dario è Stefan dietro di me. Stavano respirando a fatica, come se l odore del sangue li desse fastidio.
Dario: Stefan ci hanno trovato. Ma non può essere.
Stefan: è invece si.
Lara si rilassò e, guardandomi negli occhi, lascio cadere la testa all'indietro.
Lara: Cazzo quanto fa male.
Poi svenne.
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La prescelta
VampireErano le 8.30 di sera. la casa era vuota ormai da tempo. ero seduta al posto di mio padre quando la porta iniziò a suonare.