capitolo 8

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Dario: che diavolo state facendo?

Lo spostati con uno spintone  e scesi dal bancone portandomi le mani dietro la schiena. Sentivo gli occhi di Dario che mi giudicavano.

Dario: Stefan...

Lui sorrise senza dire una parola.

Stefan: la stavo solo assaggiando.

Dario strinse i pugni e lo guardò ad occhi sterrati per accusarlo.

Dario: tu lo sapevi?

Stefan: sapevo cosa?

Dario: sapevi che mi ero trasferito qui per scappare dalla Croce nera, e sapevi che avevo trovato la prescelta.

Stefan si avvicinò piano con occhi di stupore finto.

Stefan: fratellino ma cosa dici?

Dario: non ti avvicinare a me maledetto bastardo.

I suoi denti si strinsero in un ghigno. I suoi occhi si erano fatto Rossi e piccoli come due puntini luminosi. L espressione di Stefan divenne strana...difficile da decifrare.

Stefan: cosa fai intenzione di fare ora?

Dario chinò la testa e mi guardò facendomi notare che era distrutto. Mi sentivo una inutile stronza. Come avevo potuto fare una cosa del genere a lui?...

Dario: niente.

Stefan: tale padre tale figlio.

In pochi secondi vidi Dario prendere il collo di Stefan e batterlo nel muro con un rumore così forte da farmi saltare anche se avevo visto tutto.

Dario: non dirlo mai più Stefan. Io non sono come nostro padre...Non lo sarò mai.

Dopo pochi secondi vidi Stefan spingere via Dario è farlo sbattere contro il muro difronte. Lara corse in cucina e si avvicinò a me allontanandomi dai due fratelli che si stavano-e dir poco- ammazzando. Vidi Stefan stendere Dario sul pavimento e tenergli tanto testa e la schiena ferma.

Stefan: non sei degno di lei sai? E non puoi combattere contro di me, potrei staccarsi la testa in meno di 3 secondi.

I miei occhi erano increduli. Come poteva staccare la testa a suo fratello? Ma la vera domanda era...come facevano ad essere così forti e veloci?

Stefan: tu. Lurido non morto di una classe mediocre non sei degno di lei.

"Non morto?". Ero confusa e impaurita. Nei libri di storia la parola "non morto" veniva data a colui che non aveva un anima e che toglieva la vita alle persone per non perdere la sua. Era colui che terrorizzava la notte. Colui che sarebbe vissuto per sempre.

Io: cosa vuol dire prescelta? Perché....Non morto?

Stefan mi rivolse uno dei suoi sguardi inchidatori. Era divertito dalla situazione.

Stefan: forza Dario diglielo.

Dario: non posso.

Stefan si alzò portando Dario con sé e facendolo sbattere con la faccia contro il muro dove era appeso un crocifisso. Dario iniziò ad urlare e dimenarsi ma senza nessun successo. Mi avvicinai di pochi centimetri prima che Lara mi bloccasse.

Io: lascialo lo fai male.

Io e Lara indietreggiammo fino ad arrivare al cassetto dei coltelli. Stefan scoppiò in una risata divertita.

Stefan: i coltelli mi farebbero il solletico. E comunque non sono io a farlo male ma il crocifisso.

Lara rispose alla sua risata con una risata nervosa.

Lara: un crocifisso non può farti male a meno che non ti arriva in testa.

Stefan avvicinò Dario al crocifisso di circa 2 centimetri intensificando le sue urla.

Stefan: certo che può. A noi può ucciderci se messo troppo vicino.

Non riuscivo a capire che senso avessero le sue parole. Non riuscivo a trovare un collegamento logico.

Stefan: ci tieni tanto a sapere cosa siamo noi? Eccoti servita.

Improvvisamente i canini di Dario si fecero più lunghi. I suoi occhi si scoprirono di un rosso intenso e la sua forza aumentò così tanto da riuscire ad allontanare Stefan con una spinta e sbattere contro il muro. Io e Lara urlammo in contemporanea, e poi ci portammo le mani alla bocca. Il nostro urlo attirò gli occhi di Dario sulla ferita di Lara coperta di sangue. Si gettò su di lei è la tirò per terra. La spinta che gli diede gli fece afferrare il mio braccio graffiandolo.

Io: Dario fermo.

Stefan si alzò e mi Fermò la piccola goccia di sangue che scendeva dal taglio. Dario mi guardò con aria affamata.

Dario: lei è mia.

Stefan: non la avrai ora.

Si guardarono per circa 2 minuti. Mi bastarono a collegare tante piccole cose, la scritta sulla porta, il fatto che l elica non mi abbia fatto nulla, o quella sera che lo vidi in camera mia.

Stefan: hai capito ora chi siamo noi?

Si. Lo avevo capito. I due erano coloro che servivano il demone. Avevo capito bene cosa fossero...ma non volevo accettarlo. Dario e Stefan erano due vampiri.

Io: tu...tu sei...

Dario chinò  la testa facendo cadere una piccola goccia di sangue sul pavimento che mi fece sospirare. Stava piangendo.

Dario: mi dispiace.

Poi, in meno di 5 secondi svanì nel nulla.

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