Dario: che diavolo state facendo?
Lo spostati con uno spintone e scesi dal bancone portandomi le mani dietro la schiena. Sentivo gli occhi di Dario che mi giudicavano.
Dario: Stefan...
Lui sorrise senza dire una parola.
Stefan: la stavo solo assaggiando.
Dario strinse i pugni e lo guardò ad occhi sterrati per accusarlo.
Dario: tu lo sapevi?
Stefan: sapevo cosa?
Dario: sapevi che mi ero trasferito qui per scappare dalla Croce nera, e sapevi che avevo trovato la prescelta.
Stefan si avvicinò piano con occhi di stupore finto.
Stefan: fratellino ma cosa dici?
Dario: non ti avvicinare a me maledetto bastardo.
I suoi denti si strinsero in un ghigno. I suoi occhi si erano fatto Rossi e piccoli come due puntini luminosi. L espressione di Stefan divenne strana...difficile da decifrare.
Stefan: cosa fai intenzione di fare ora?
Dario chinò la testa e mi guardò facendomi notare che era distrutto. Mi sentivo una inutile stronza. Come avevo potuto fare una cosa del genere a lui?...
Dario: niente.
Stefan: tale padre tale figlio.
In pochi secondi vidi Dario prendere il collo di Stefan e batterlo nel muro con un rumore così forte da farmi saltare anche se avevo visto tutto.
Dario: non dirlo mai più Stefan. Io non sono come nostro padre...Non lo sarò mai.
Dopo pochi secondi vidi Stefan spingere via Dario è farlo sbattere contro il muro difronte. Lara corse in cucina e si avvicinò a me allontanandomi dai due fratelli che si stavano-e dir poco- ammazzando. Vidi Stefan stendere Dario sul pavimento e tenergli tanto testa e la schiena ferma.
Stefan: non sei degno di lei sai? E non puoi combattere contro di me, potrei staccarsi la testa in meno di 3 secondi.
I miei occhi erano increduli. Come poteva staccare la testa a suo fratello? Ma la vera domanda era...come facevano ad essere così forti e veloci?
Stefan: tu. Lurido non morto di una classe mediocre non sei degno di lei.
"Non morto?". Ero confusa e impaurita. Nei libri di storia la parola "non morto" veniva data a colui che non aveva un anima e che toglieva la vita alle persone per non perdere la sua. Era colui che terrorizzava la notte. Colui che sarebbe vissuto per sempre.
Io: cosa vuol dire prescelta? Perché....Non morto?
Stefan mi rivolse uno dei suoi sguardi inchidatori. Era divertito dalla situazione.
Stefan: forza Dario diglielo.
Dario: non posso.
Stefan si alzò portando Dario con sé e facendolo sbattere con la faccia contro il muro dove era appeso un crocifisso. Dario iniziò ad urlare e dimenarsi ma senza nessun successo. Mi avvicinai di pochi centimetri prima che Lara mi bloccasse.
Io: lascialo lo fai male.
Io e Lara indietreggiammo fino ad arrivare al cassetto dei coltelli. Stefan scoppiò in una risata divertita.
Stefan: i coltelli mi farebbero il solletico. E comunque non sono io a farlo male ma il crocifisso.
Lara rispose alla sua risata con una risata nervosa.
Lara: un crocifisso non può farti male a meno che non ti arriva in testa.
Stefan avvicinò Dario al crocifisso di circa 2 centimetri intensificando le sue urla.
Stefan: certo che può. A noi può ucciderci se messo troppo vicino.
Non riuscivo a capire che senso avessero le sue parole. Non riuscivo a trovare un collegamento logico.
Stefan: ci tieni tanto a sapere cosa siamo noi? Eccoti servita.
Improvvisamente i canini di Dario si fecero più lunghi. I suoi occhi si scoprirono di un rosso intenso e la sua forza aumentò così tanto da riuscire ad allontanare Stefan con una spinta e sbattere contro il muro. Io e Lara urlammo in contemporanea, e poi ci portammo le mani alla bocca. Il nostro urlo attirò gli occhi di Dario sulla ferita di Lara coperta di sangue. Si gettò su di lei è la tirò per terra. La spinta che gli diede gli fece afferrare il mio braccio graffiandolo.
Io: Dario fermo.
Stefan si alzò e mi Fermò la piccola goccia di sangue che scendeva dal taglio. Dario mi guardò con aria affamata.
Dario: lei è mia.
Stefan: non la avrai ora.
Si guardarono per circa 2 minuti. Mi bastarono a collegare tante piccole cose, la scritta sulla porta, il fatto che l elica non mi abbia fatto nulla, o quella sera che lo vidi in camera mia.
Stefan: hai capito ora chi siamo noi?
Si. Lo avevo capito. I due erano coloro che servivano il demone. Avevo capito bene cosa fossero...ma non volevo accettarlo. Dario e Stefan erano due vampiri.
Io: tu...tu sei...
Dario chinò la testa facendo cadere una piccola goccia di sangue sul pavimento che mi fece sospirare. Stava piangendo.
Dario: mi dispiace.
Poi, in meno di 5 secondi svanì nel nulla.
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La prescelta
WampiryErano le 8.30 di sera. la casa era vuota ormai da tempo. ero seduta al posto di mio padre quando la porta iniziò a suonare.